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Non è un paese per vecchi


Fabieto

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Non è un paese per vecchi

(No Country for Old Men, USA 2008, col., 122’)

di Ethan e Joel Coen

con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Stephen Root, Kelly MacDonald

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Durante una battuta di caccia nella prateria texana, Llewelyn s’ imbatte in uno spiazzo dove è appena avvenuto uno scontro a fuoco tra trafficanti senza superstiti. Tra i cadaveri e la droga trova una valigia con 2 milioni di $ alla quale non resiste. Sulle sue tracce si metterà uno psicokiller assoldato dai malavitosi che hanno nascosto nella valigetta un ricevitore, ed uno sceriffo che sta seguendo la scia di morti che il killer sta lasciando dietro di sé.

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Rivisitando un genere a loro caro, i fratelli Coen resuscitano dopo i flop con G.Clooney e T.Hanks, adattando il soggetto di Fargo al romanzo di McCarthy (o viceversa?) e lo fanno con la loro originalità, mescolando thriller, humor nero e suspance in una storia fortemente atipica per essere considerato solo un thriller. Infatti sono tante le sensazioni che passano sullo schermo, dall’umanità del personaggio di T. Lee Jones, alla violenza irrazionale di J. Bardem fino alla consapevolezza di J. Brolin ed è proprio qui che i Coen mostrano la loro bravura; riescono a creare dei personaggi pensando già all’attore che lo deve interpretare, mettendo in risalto la bravura di quest’ultimo. Il monologo finale è una perla che speiga il titolo del film.

Voto: 8

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Un film asciutto, senza un filo di retorica che è basato sulla contrapposizione di due registri narrativi: da una parte c'è il male assoluto, folle e violento interpretato dal psyco-killer (ogni riferimento ai Talking heads è puramente voluto) Javier Bardem; dall'altra il sarcasmo disincantato di uno sceriffo di frontiera, mister so'tutto una ruga, Tommy Lee Jones. In mezzo la vicenda del finto protagonista, che cerca di redimersi sfruttando un'opportunità per affrancarsi dalla propria realtà.

Si ride, come negli altri film dei fratelli Cohen, ma non c'è traccia di quel clima giocoso e un pò autocompiaciuto di certi loro opere precedenti.

Alla fine si avverte la presenza di una forza malefica, quasi d'origine naturale, che s'impossessa di tutti i personaggi e li porta verso un destino amaro, ineluttabile e drammatico.

La rappresentazione della coscienza sporca di un america di frontiera, abituata alle armi e alla violenza, quasi assuefatta a certi orrori.

Curioso che certi personaggi che sembrano così profondamenti americani siano interpretati da attori europei:

Bardem (oscar come miglior attore non protagonista) e Kelly MacDonald (la ex ragazzina di trainspotting) una credibilissima e sensuale Carla Jean.

:clapclap::clapclap::clapclap:

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