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Lo ammetto: non seguo il motociclismo. Forse perchè non amo particolarmente le due ruote, soprattutto perchè non penso di essermi mai "cimentato" da centauro. Ma un brivido forte, unito a un senso di disagio che ti accompagna quando ti arriva una notizia orribile tra capo e collo, ha finito col rendere una nostra tranquilla domenica di relax in una giornata che, sportivamente e umanamente parlando, difficilmente dimenticheremo. Aldilà di quello che può essere il mio, e il nostro, livello di amore per la MotoGp.

Questa mattina, in Malesia, Marco Simoncelli ci ha lasciato: improvvisamente, quasi come un fulmine a ciel sereno, il ragazzo di Cattolica è morto sull'asfalto di Sepang. Un incidente terribile, in diretta. Un lampo che squarcia l'orizzonte, perchè nonostante l'alto rischio di perdere la vita in una gara ad alta velocità, a 24 anni non si può avere altro che l'argento vivo dentro di sè. Marco lo ha dimostrato tante volte, dentro ma soprattutto fuori dal circuito. Proprio fuori dalle luci della pista aveva saputo ritagliarsi quel ruolo da simpaticone che lo aveva reso accattivante ai propri tifosi e, più in generale, alla stragrande maggioranza dei semplici appassionati sportivi.

Dava spettacolo vederlo con quel cespuglio fitto di capelli attaccato alla testa, ci si domandava bonariamente in molti come riuscisse a infilarsi il casco. Proprio quel casco che si stacca durante la sua ultima gara è il simbolo della tragedia immane che si consuma in pochi istanti, in un momento dove capisci la beffarda imprevedibilità dell'esistenza umana, che tutto cancella in un batter d'ali di farfalla. Gli chiesero un giorno: "Non hai paura di ammazzarti se fai un incidente?” e lui candidamente rispose: "No. Si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera". E' questa la lezione che Simoncelli ci lascia in eredità: godere di ciò che si ha, a prescindere dai rischi che ti puoi portare dietro, è una cosa che va assaporata senza troppi indugi e velocemente. Come velocemente ci ha abbandonato un campione che rimarrà nei nostri cuori, assieme a tutti gli altri "grandi" della velocità che troppo presto ci hanno detto addìo.

Ciao, Sic. Ci mancherai tanto. Tantissimo

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