I suntini sandrini di venerdì 19 giugno 2020

[SandroWeb]

VENERDÌ 19 GIUGNO 2020

- "Già non ero un fenomeno, in più ogni domenica dovevo sudare sette camicie marcando dei mostri sacri. Devo ricordare i nomi? Shevchenko, Ronaldo, Del Piero, Baggio, Vialli, Mancini, Boksic, Chiesa, Vieri, Zamorano, Djorkaeff... In quei 90 minuti dovevo diventare una testa di c... e mi facevo anche odiare, se serviva. Ero rognoso, cattivo. Mi spiace: ma non c'erano altre soluzioni». Cleto Polonia (intervistato da Riccardo Tosques per "Il Piccolo") oggi la sua cattiveria (agonistica) la riversa nelle vesti di allenatore. Il 51enne carnico ha appena vinto a tavolino il campionato di Prima Categoria-girone B con il Venzone (Udine). L'avrebbe preferita ottenere sul campo la promozione. Come fece il 4 giugno 1989, quando con la maglia numero 2 era in campo a Ferrara a godere della punizione-bomba di Papais e di quella orgia di tifosi alabardati che invasero la città estense.«Mamma mia che giornata fu quella. Avevo 18 anni e mezzo. Vedere Ferrara invasa da bandiere, sciarpe e maglie rossoalabardate fu una emozione pazzesca. Dicono che furono 6 mila i tifosi triestini. Fu uno spettacolo incredibile per una serie C. Il sublime coronamento di una stagione disputata con una squadra strutturata bene, sia tecnicamente che umanamente». Polonia era all'Unione dal 1986. Vi rimase sino al 1990 dopo aver giocato 92 partite tra C e B. «Il Grezar fu la rampa di lancio per la mia carriera. Dopo aver fatto il servizio di leva approdai al Verona di Eugenio Fascetti che assieme a Marino Lombardo e a Gigi Cagni sono stati i miei maestri. All'inizio soffrii di pubalgia, poi trovai le contromisure e ottenni la mia seconda promozione: questa volta in A». Fanna, Pusceddu, Sotomayor, ma anche Ezio Rossi in quella squadra. Il primo settembre 1991 Cleto fa il suo esordio nella massima serie: Verona-Roma 0-1. Gol di Muzzi a 8 minuti dalla fine. Gli scaligeri retrocedono. Polonia accumula 23 presenze. Dopo un'altra stagione con l'Hellas, il difensore fa la scelta più importante della sua carriera: passa al Piacenza. «In Emilia iniziarono i miei anni d'oro. Dal 1993 al 2000 giocai per cinque stagioni in A. Era calcio ad alto, altissimo livello. Affrontai i migliori di sempre. Un calcio che non esiste più. Un calcio tecnico, di qualità, romantico, fatto di bandiere e uomini. Uno spettacolo che purtroppo appartiene al passato, oggi soppiantato da tanto agonismo, muscoli e interessi». In quel Piacenza fa espellere Baggio (il Divin codino gli rifilò un calcione che non sfuggì all'ineffabile Racalbuto), subisce una tripletta in Coppa Italia da parte di Ronaldo (il brasiliano, quello vero) e tra i tanti compagni di squadra annovera proprio l'attuale tecnico della Triestina, Carmine Gautieri.«Sono contento che il Gaucho sia a Trieste. L'anno scorso la serie B è mancata per un soffio, quest'anno con i play-off sarà un terno al lotto perché dopo il lockdown bisognerà capire il reale stato di forma dei giocatori. Speriamo bene, il Rocco ei suo tifosi si meritano palcoscenici importanti». In carriera Polonia ha totalizzato complessivamente 181 presenze in A e 169 in B, mettendo a segno un'unica rete (contro il Vicenza). «Da difensore se varcavo il nostro centrocampo ricevevo delle occhiatacce che non vi dico e quindi me ne stavo buono a difendere...»A 32 anni, martoriato da problemi fisici, dopo una breve parentesi nel campionato carnico, nelle fila del Malborghetto, ha deciso di chiudere con il calcio giocato. «Oggi mi diverto a fare l'allenatore. Ho vinto un campionato di Seconda e una Coppa di Prima con l'Arteniese. Ora è arrivata la promozione in Promozione con il Venzone. Però visto che tutto è nato a Trieste, non nascondo che mi piacerebbe molto tornarci. Vorrei allenare una squadra giovanile. Il sogno? La Berretti»

- Andrejs Grazulis confermato in arrivo, Michele Ruzzier ancora in trattativa, Riccardo Cervi saluta Trieste dopo pochi mesi in biancorosso. Lo scrive Raffaele Baldini: il mercato dell'Allianz, detto della firma dell'ala forte lettone e di un corteggiamento verso il figliol prodigo Ruzzier che continua, si concentra sul movimento in uscita di Cervi. La società, dunque, ha fatto valere l'escape presente sull'1+1 firmato lo scorso 15 gennaio dal giocatore. L'Allianz sceglie altre strade cercando nuovi equilibri, il giocatore da free-agent si guarderà attorno valutando offerte. A proposito di lunghi, spunta un nome nuovo nel mercato dell'Allianz Trieste: Christian Mekowulu, centro di 205 centimetri per 110 chili, verticale come pochi, originario di Lagos (Nigeria), città famosa per aver dato i natali ad un certo Hakeem Olajuwon. Esce dalla Tennessee State University dove chiude la stagione con 12.8 punti e 8 rimbalzi, dimostrando però anche doti da difensore rimarchevoli. Nel 2018-19 si trasferisce alla Texas A&M University prima di sbarcare in Italia all'Agribertocchi di Orzinuovi in serie A2. 25 anni, quindi con margini di miglioramento notevoli, ha già dimostrato di calarsi agevolmente nel basket italiano; nell'ultima stagione infatti ha confezionato 16.3 punti per partita e ben 12.4 rimbalzi, con quasi 2 stoppate date. Insomma il classico atleta acerbo ma in grado di migliorare velocemente, grazie ad una spiccata comprensione del gioco. Sulle sua tracce c'è anche l'Acqua San Bernardo Cantù, ma Trieste può dare maggiori garanzie. L'identikit risponde ai desideri di coach Dalmasson, essendo giocatore già a conoscenza del nostro campionato, giovane e soprattutto dinamico, verticale, in grado quindi di muoversi sul parquet con rapidità ed efficacia. L'Allianz ha trovato il nuovo Will Mosley?