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I suntini sandrini di giovedì 3 dicembre 2020


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GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 2020

- La negativizzazione dei giocatori dell'Allianz aveva fatto sperare che la normalità fosse finalmente tornata con una regolare ripresa dell'attività. Ma la squadra biancorossa sembra destinata a non trovare mai pace. Lo scrive oggi Roberto Degrassi: non esisterebbero infatti ancora le condizioni per poter rivedere tutti i giocatori sul parquet impegnati in una partita.Gli esami sostenuti dagli atleti neo-negativizzati in questi giorni per riottenere l'idoneità agonistica avrebbero infatti riscontrato fattori che suggerirebbero una ripresa graduale dell'attività, anzichè un immediato contesto agonistico. Era del resto apparso subito evidente che il focolaio che ha interessato l'Allianz avesse una carica virale importante.Ieri è stata una giornata di consulti in casa biancorossa e lo sarà anche quella odierna, con il dottor Osvaldo Palombella chiamato a trovare una sintesi degli esami svolti in questi giorni ai fini del rilascio del certificato di idoneità agonistica.Nel frattempo l'organico arruolabile per la trasferta di Roma di domenica contro la Virtus è ridotto all'osso. Sarebbero cinque i giocatori a disposizione (Laquintana, Alviti, Upson, Doyle e Arnaldo) che si sono allenati nei giorni scorsi insieme a tre ragazzi delle giovanili (Longo, Fantoma e Pieri). Un numero inferiore ai 6 sotto contratto richiesti per disputare un incontro.Va tenuto conto, inoltre, che anche i disponibili sono comunque lontani da un impegno agonistico dal 25 ottobre scorso quando all'Allianz Dome passò l'Happycasa Brindisi. Da quel giorno solo partitelle in famiglia - e si era persino in 15 quando non erano ancora scaduti i mensili di Cebasek e Mussini - e poi allenamenti individuali. L'unico che ha potuto affrontare una partita vera è stato Davide Alviti convocato in Nazionale e in campo nella "bolla" di Tallinn contro la Russia.Al calendario che verrà - otto partite in 24 giorni, tra cui gare decisamente toste con le Vu nere bolognesi e l'Umana Venezia - meglio non pensarci. Da due settimane, del resto, in casa Allianz Pallacanestro Trieste non si parla più di tattica e schemi ma di responsi medici e tamponi. A proposito, domani altro giro di test per giocatori e staff, come previsto 48 ore prima di una partita. Una gara che al momento i biancorossi non sanno ancora se avranno i numeri per affrontare e con quali effettivi. Un campionato così è normale? Scuro, quasi quanto credere che a mezzogiorno i marziani scenderanno in piazza Unità...Eugenio Dalmasson, coach dell'Allianz, da tempo accetta la situazione con filosofia. Del resto era stato tra i primi, la scorsa estate, a prevedere che il campionato di serie A di basket sarebbe stato pesantemente condizionato dai casi di Covid perché - aveva detto - «nemmeno noi viviamo in una bolla e non possiamo pensare che ciò che attacca tutti gli aspetti della società risparmi proprio il basket».Di sicuro, tuttavia, Dalmasson non avrebbe potuto prevedere che la sua squadra sarebbe rimasta ferma per 40 giorni e avrebbe visto oltre due terzi dei giocatori positivi.Ieri il coach si è limitato a ricordare che «Aspetterò la valutazione da parte del medico sull'idoneità dei giocatori appena negativizzati. Da parte nostra abbiamo sempre sostenuto che la salute dei ragazzi viene prima di tutto». 

- Nessuna condanna particolare a Gautieri, che ha lavorato in condizioni difficili, ma grande soddisfazione per l'arrivo di un tecnico come Bepi Pillon, un mister con un curriculum che all'Unione mancava da tantissimo.Questo il pensiero della tifoseria alabardata all'indomani del cambio sulla panchina della Triestina. A partire da Sergio Marassi, presidente del Centro di coordinamento: «Da questi giocatori bisogna cercare di tirare fuori qualcosa di più per raddrizzare una classifica che è già positiva, ma che in vista dei prossimi scontri diretti è un punto di domanda. Chiaro che è difficile cambiare rotta subito, servirà un po' di tempo. Speriamo soprattutto che con Pillon non ci siano gli alti e bassi che ci hanno caratterizzato finora. Se alla fine di questo ciclo terribile riusciremo a rimanere con lo stesso distacco dalla vetta, il girone di ritorno potrebbe avere un altro significato». Sulle qualità di Pillon, per Marassi non ci sono dubbi: «Mi ha dato subito una buona impressione, ha grande esperienza e chiarezza nei giudizi. Credo che la Triestina non avesse da molti anni un mister con un certo nome e dalla grande carriera. Tutti i tecnici che sono passati qui erano in rampa di lancio, gli stessi Maran e Tesser solo dopo sono diventati quotati. Pillon è uno già arrivato e con tante vittorie, la società ha fatto una bella mossa. Speriamo che riesca a tirar fuori di più da una squadra che sulla carta è valida, ma che finora non lo ha dimostrato del tutto». Soddisfatta per l'arrivo di Pillon ma dubbiosa sulle colpe precedenti Raffaella Longo, presidente del Triestina Club Totò De Falco: «Sul cambio è difficile esprimersi: che c'era qualcosa che non andava era evidente, ma sinceramente non so quanto potesse centrare l'eventuale inadeguatezza di Gautieri, quanto la preparazione atletica e quanto la sfortuna tra infortuni e assenze da covid. Gautieri non ha mai avuto gli stessi a disposizione per due partite consecutive, difficile giudicarlo. Purtroppo eravamo ripiombati in quella situazione di cambio quasi obbligato, anche se senza motivi precisi. Ma qualcosa andava fatto. E credo che anche il cambio del preparatore atletico era una cosa che andava fatta, avevo la sensazione che corressimo sempre meno degli altri. Quanto a Pillon, col pedigree che ha è un super lusso per la categoria, un allenatore con la A maiuscola. Chi lo conosce bene mi dice di un mister che sul piano della testa, dell'impegno e della concentrazione non si lascia scappare nulla, è uno che non si lascerà condizionare». Anche per Tullio Bonazza, presidente del T.C. Nereo Rocco, importante che col nuovo mister sia arrivata anche gente nuova nello staff: «Ogni cambio è sempre un terno al lotto, ma Pillon ha un curriculum di tutto rispetto e si prevede che sia all'altezza della sua carriera. Soprattutto, dopo diversi allenatori, Pillon arriva finalmente con almeno un suo mezzo staff, questo è una cosa più che positiva perché potrà gestire il tutto meglio. Prima arrivavano allenatori che si trovavano vice che venivano da una parte e preparatori dall'altra. Difficile far parlare tante lingue in una sola».

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