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I suntini sandrini di lunedì 17 maggio 2021


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LUNEDÌ 17 MAGGIO 2021

- «Chiaramente mi prendo le mie responsabilità come ho sempre fatto. Ho cercato di dare il massimo, ma non sono contento di quello che ho fatto e di quanto ottenuto dalla squadra, le aspettative di società, tifosi e ambiente erano ben diverse. Ma non sono riuscito a centrarle e questa è l'amara verità. E se non sono riuscito ad arrivare dove si poteva, non posso che darmi la colpa». A Bepi Pillon si potranno rimproverare tante cose, ma non la schiettezza e la sincerità con cui si prende le proprie responsabilità. La delusione dell'eliminazione è cocente, ma il mister recrimina su un risultato che secondo lui avrebbe potuto essere diverso: «Abbiamo avuto tre-quattro palle gol sullo 0-0, specialmente l'ultima di Gomez dove il loro portiere ha fatto un miracolo. Sono partite dove se fai gol vinci, noi non l'abbiamo fatto mentre loro non hanno sprecato la loro occasione». Di certo, il monito del tecnico alabardato sul fatto di giocare per vincere e di non arrivare nel finale col risultato di parità perché sarebbe potuto succedere di tutto, non è stato recepito dalla squadra: «Purtroppo il gol è stata una nostra disattenzione - dice Pillon - un gol che si poteva tranquillamente evitare e che è arrivato proprio nel momento cruciale della partita. La stavamo portando in porto, mi sembrava che la partita fosse sotto controllo. Ma il fatto è che soprattutto in questi scontro diretti a eliminazione la palla bisogna cacciarla dentro». Ha destato un po' di sorpresa lo schieramento iniziale dell'Unione: il 3-5-2 non era quasi mai stato utilizzato, tanto meno dall'inizio, eppure Pillon ha scelto questo modulo per la partita di ieri: «Il 3-5-2 l'ho fatto apposta per non subire quello che subivamo ultimamente, proprio le ripartenze e le palle negli spazi. Però dovevamo avere un atteggiamento più propositivo, giocare più rapidi e cercare la profondità. Va detto che quest'anno abbiamo provato di tutto, 4-3-1-2, 4-4-2, 3-5-2, ma fossilizzarsi sul sistema di gioco è sbagliato, la verità è che noi purtroppo quest'anno, quando era il momento di fare il salto di qualità, non ci siamo mai riusciti». La delusione, dice il tecnico alabardato, è troppo fresca per parlare del futuro: «Ora c'è troppa amarezza per parlare di cosa sarà: intanto bisogna vedere se la società mi confermerà e se è soddisfatta del lavoro fatto. È un discorso che faremo con Milanese, con cui ho sempre avuto un dialogo aperto»

- Sarà la serata che riaccenderà le speranze, oppure la serata degli addii. Come scrive Roberto Degrassi di Allianz-Brindisi, terzo atto della sfida dei quarti di finale dei play-off, è da dentro o fuori: se alle 19 sul parquet di Valmaura Trieste batte i pugliesi allunga la serie e tra due giorni può conquistarsi la chance della "bella", altrimenti esce di scena lasciando alla banda di Vitucci il pass per le semifinali scudetto.Premessa. L'esito della gara di stasera, anche in caso di eliminazione, non andrà a inficiare il bilancio largamente positivo di una stagione che ha visto l'Allianz stabilmente tra le prime otto d'Italia, costringendo club a guardare i play-off alla tv malgrado mercati estivi più eclatanti. Però, dopo le pesanti scoppole subite nel Salento, in casa dev'esserci una reazione. Un moto d'orgoglio. La voglia di combattere e di regalare ancora una soddisfazione a tifosi obbligati a seguire un campionato a distanza.Non sarà un giorno importante solo sul piano agonistico. Prima della palla a due, nel pomeriggio, si terrà l'assemblea dei soci della Pallacanestro Trieste. Si parlerà di futuro, di pensare a come e con chi costruire dopo il 30 giugno, la data canonica dei contratti in campo e fuori. Un futuro che vedrà l'Allianz ancora in serie A, con la speranza di poter riaprire le porte al proprio pubblico.Tornando al campo, il piano-partita può essere solo dare tutto quanto si ha in corpo, attaccando con lucidità perchè solo alzando la percentuale da tre punti - come è accaduto nelle serate migliori, impresa al Forum in primis, si può cercare di far inceppare gli ingranaggi di una Brindisi superiore sul piano della potenza atletica e padrona a rimbalzo.Eugenio Dalmasson la presenta così. «Credo che viste le due sconfitte a Brindisi dobbiamo avere la volontà di dare una prestazione diversa sul nostro campo. Per una questione di orgoglio. Nessuna delle persone che lavorano in squadra ha un desiderio diverso. Confrontarsi con le qualità di Brindisi è sempre difficile, ma credo che la chiave del match si riduca semplicemente a quante energie mentali e nervose sapremo trovare».Il coach sul sito societario ribadisce ancora il concetto che «non c'è nessun membro della squadra che non voglia vincere e dimostrare il massimo in campo», ricordando che finora sono state spese molte energie e adesso per invertire il trend occorrerà dare fondo alle forze rimaste. Concludendo che «Vogliamo scendere in campo con l'obiettivo di uscirne a testa alta, comunque vada. Non ho dubbio alcuno che sia già chiarissimo a ognuno dei miei giocatori». In sintesi: tutti dobbiamo tenerci, mettiamoci il cuore e la faccia.Proprio il coach sarà inevitabilmente il più osservato. Contro Vitucci ha subìto 8 sconfitte in otto incontri, un filotto che non vanta nemmeno con Caja, l'altro tecnico sua bestia nera. Ma una nona sconfitta sarebbe la più amara di tutte perchè significherebbe chiudere già stasera un ciclo fatto di 11 anni, due promozioni e due play-off scudetto.

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