SandroWeb Posted May 26, 2021 Report Share Posted May 26, 2021 MERCOLEDÌ 26 MAGGIO 2021 - Il condizionale, d'obbligo la scorsa settimana, adesso può cadere. L'Allianz chiude il ciclo legato a Eugenio Dalmasson, lungo 11 anni e impreziosito da due promozioni e una SuperCoppa di A2, e sceglie come successore Franco Ciani, con assistente Marco Legovich. Come scrive Roberto Degrassi oggi su "Il Piccolo", nonostante nelle ultime settimane, appena si è profilata la fine del rapporto tra Dalmasson e la Pallacanestro Trieste, si fossero succedute le ipotesi più svariate sull'identità del prossimo coach biancorosso, alla fine ha prevalso quella che in realtà sembrava da subito la soluzione più logica. In questa stagione, con Dalmasson head coach, e uno staff tecnico con Ciani e Legovich, l'Allianz ha chiuso al sesto posto a pari punti con Treviso qualificandosi per le Final Eight di Coppa Italia e per i play-off e centrando un successo destinato a rimanere nella storia del club, quello al Forum contro l'Armani Milano. Non avrebbe avuto senso intervenire pesantemente sull'identità di un gruppo.La chiusura del rapporto con Dalmasson e l'investitura di Ciani aspettano ancora l'ufficializzazione che potrebbe avvenire entro il fine settimana anche se non rappresentano certo una sorpresa. L'incontro di fine campionato tra la squadra e i soci all'Allianz Dome ha rappresentato l'ultima uscita pubblica di Eugenio Dalmasson come allenatore biancorosso, con il tecnico in disparte mentre i giocatori venivano invitati al centro della ribalta. Al termine l'allenatore ha raccolto i saluti e gli abbracci dei tifosi. La chiusura di un ciclo durato 11 anni fa del coach mestrino il tecnico più longevo sulla panchina della Pallacanestro Trieste oltre ad aver fatto la storia del club come Lombardi e Tanjevic. Un ciclo che si chiude non solo per una fine fisiologica - una durata simile è un'anomalia nella serie A italiana - ma anche perchè non c'era più la sintonia tra coach e dirigenza che c'era stata in passato, con la debàcle di Trento come punto di svolta. Quella stessa Trento teatro nel dicembre 2019 di un altro pesante ko biancorosso che aveva visto in bilico la posizione di Dalmasson con Repesa dietro l'angolo.Franco Ciani è arrivato all'Allianz la scorsa estate, grazie anche alla stima e amicizia di Dalmasson che lo aveva già scelto come assistente nella Nazionale Under 20. Un innesto, quello del coach udinese, che ha portato anche elementi nuovi nell'identità tecnica della squadra come l'inedita zona. In attesa di ufficializzazioni e comunicazioni, si possono solo ipotizzare le prime tracce per disegnare la squadra che verrà. Al momento il roster sembra avere alcuni punti fermi, di cui uno (Alviti) ha però la possibilità di uscire dal contratto entro il 20 giugno. Il club vuole confermarlo, il nome del giocatore era stato accostato a Brescia in particolare e Trento forti del fascino delle coppe europee, ma l'Allianz può assicurargli il posto di ala piccola titolare e non si tratta di un richiamo da poco. Gli altri due punti fermi da quintetto base o dintorni sono Fernandez e Grazulis. Henry e Doyle hanno il contratto scaduto, presumibilmente non rivedremo nemmeno Upson e Laquintana. Coronica, Cavaliero e Da Ros invece rappresentano naturalmente posizioni per le quali qualsiasi valutazione va oltre l'aspetto tecnico, con una storia in biancorosso. Il prossimo potrebbe essere inoltre l'anno del ritorno per entrambi o almeno uno dei due prestiti a Udine: sia Schina che Deangeli stanno maturando un'esperienza preziosa - Dopo una stagione non fallimentare ma certamente tutt'altro che entusiasmante, per il gioco espresso in campo e per l'assenza del pubblico, Mauro Milanese ha il compito di mettere bene a fuoco gli obiettivi da perseguire tra due mesi. Il primo è recuperare il pubblico (e di conseguenza gli sponsor) che, se tutto andrà bene, potrà tornare allo stadio anche se magari solo gradualmente sul piano numerico. «Devo definire il programma con Mario Biasin» sta ripetendo da una settimana l'amministratore unico alabardato. Già, perchè ogni progetto e ogni scelta discende dal budget che il cugino metterà a disposizione. Poi la priorità è la definizione dei quadri tecnici e in primis dell'allenatore. Bepi Pillon sembra abbia espresso il desiderio di restare ma al di là del contratto deve esserci piena sintonia. Se ci sono dubbi meglio evitare soluzioni pasticciate. I PRO L'esperienza, l'onestà intellettuale e il curriculum di Pillon sono punti pesanti a suo favore. È arrivato a dicembre dovendo fare i conti con molte assenze e non ha mai pienamente legato con il gruppo. Succede spesso quando si entra in corsa e non si assembla un collettivo fin dalla sua nascita nei mesi estivi. È evidente che se il tecnico avesse l'opportunità di partire da zero potrebbe capitalizzare con maggior efficacia il suo bagaglio di conoscenze calcistiche magari tornando a quel 4-4-2 che è stato l'assetto che gli ha dato maggiori soddisfazioni nel suo percorso di allenatore. E che a Trieste di fatto non ha quasi mai utilizzato.I CONTRO Ad analizzare tuttavia quanto ottenuto nei sei mesi di lavoro a Trieste il borsino di Pillon scende sensibilmente. Nelle 25 gare sotto la conduzione del trevigiano l'Unione ha ottenuto una media di 1,52 punti a partita (contro 1,61 della squadra di Gautieri). Milanese, dopo un lungo inseguimento, aveva chiamato Pillon per alzare il livello di rendimento e così non è stato nemmeno dopo gli arrivi di gennaio. Sull'epilogo con la Virtus si è detto tutto, ma anche la gestione poco convincente di altre gare (Fano, Mantova o la sequenza di sei pari consecutivi contro avversarie mediocri) è sotto gli occhi di tutti con ammissioni dello stesso Pillon nelle dichiarazioni post-partita. Errori nell'approccio, nell'atteggiamento della squadra e troppi temporeggiamenti sui cambi nell'arco della gara. La gestione conservativa del tecnico con questi giocatori a disposizione non ha garantito continuità se non verso il basso (una marea di pareggi). E con tanti anni di onorata professione alle spalle è poco probabile che il tecnico possa cambiare radicalmente mentalità.IL BUDGET Ma sulla scelta non può non pesare l'aspetto economico. Gautieri ha ancora un anno di contratto così come Pillon che ha anche portato con sè il preparatore atletico Tafuro (oltre al fratello Albino ora suo vice). Il peso complessivo sul budget della prossima stagione è al lordo di circa mezzo milione di euro. Tantissimo se si pensa all'arruolamento di un terzo allenatore. I nomi che circolano da Tesser a D'Agostino fanno parte dei soliti rumors anche se l'ex Pordenone piace alla piazza e gode della stima di Milanese. Certo i contratti si possono risolvere (con un costo da mettere in preventivo) e sia Pillon che Gautieri possono accasarsi altrove. Si tratta di ipotesi che al momento tuttavia non sono sul tavolo, nonostante l'ambiente di Pescara accoglierebbe a braccia aperte Pillon, unico a portare in alto negli ultimi anni il sodalizio abruzzese.LA PROSPETTIVA Il tempo a disposizione c'è anche se il mondo del calciomercato corre nonostante i tempi di magra. Aspettando l'esito del summit tra Milanese e Biasin, vero benefattore per l'Unione e il suo impegno non può essere eterno, prima del quale nulla succede non si può che auspicare come la scelta sulla conduzione tecnica della prima squadra sia fatta senza riserve che portano poi a inevitabili ripensamenti. Perché la storia recente dimostra che quando il matrimonio tra l'Unione e il tecnico prescelto è rimasto stabile da giugno a giugno, pur tra alti e bassi, è arrivato il miglior risultato tra i pro dell'era Milanese-Biasin. È successo con Massimo Pavanel con la B sfiorata (o scippata) in un Rocco gremito ed entusiasta come non si vedeva da decenni. Pur nella sconfitta è stata una grande vittoria della coppia triestino-australiana. La strada giusta era stata tracciata. Basta riprenderla. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Recommended Posts
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.