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I suntini sandrini di martedì 13 luglio 2021


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MARTEDÌ 13 LUGLIO 2021

- Un nuovo play e il colpo Adrian Banks a un passo. Come scrive oggi Lorenzo Gatto, si infiamma il mercato dell'Allianz Pallacanestro Trieste. Potrebbe essere questione di ore l'accordo con Adrian Banks, l'esperta guardia di 191 cm e 35 anni che ha dato spettacolo a Brindisi (segnando anche 21 punti di media partita) e che nell'ultima stagione ha militato nella Fortitudo Bologna. Un'annata non esaltante per i bolognesi ma conclusa comunque con 17 punti di media.In attesa del sì di Banks, arriva dalla Polonia, dove ha giocato l'ultima stagione con la maglia dell'Astoria Bydgoszcz, il nuovo playmaker dell'Allianz. Corey Sanders, 24 anni, dividerà assieme al Lobito Fernandez la responsabilità della regia della squadra. Carrierà in crescita, quella di Sanders, che due anni fa ha lasciato gli Stati Uniti e ha attraversato l'oceano per misurarsi con il basket europeo. Una stagione in Portogallo con la maglia dell'Oliveirense quindi il passaggio in Polonia dove ha chiuso una buona stagione giocando 33 minuti a partita, segnando 18 punti a partita con 4.3 rimbalzi e 7.4 assist di media. «Giocatore interessante - sottolinea il tecnico Franco Ciani - che mi ha colpito per l'atletismo, l'esplosività e l'ottimo palleggio, arresto e tiro. Ha un buonissimo primo passo che gli consente di battere l'uomo in penetrazione e questo gli può permettere di creare vantaggi sul perimetro per i nostri tiratori. Ho parlato con il suo allenatore ai tempi del college, mi ha tracciato un ottimo profilo. Giocatore di carattere, sa farsi voler bene dai compagni perchè adora prendersi responsabilità pur giocando con la squadra. Il fatto che sia stato il leader degli assist del campionato polacco ne è la dimostrazione. In difesa, essendo molto atletico, può giocare in tutte le posizioni degli esterni».Tra Sanders e Ciani, prima della firma del contratto, una lunga chiacchierata. «Mi ha espresso tutta la sua voglia di cominciare questa esperienza nel nostro campionato - continua il tecnico dell'Allianz - Sa che per la sua carriera una stagione importante in un torneo di livello come quello italiano può essere un trampolino di lancio e arriva con grandi motivazioni. Il suo ritmo partita ci darà la possibilità di giocare con lui e Fernandez assieme, sull'asse play-pivot credo troverà un'ottima intesa con un giocatore fisico come Konate».Due anni di contratto che testimoniano la volontà di scommettere su un giocatore che ha potenzialità, grande voglia di migliorare e margini di crescita. «Abbiamo firmato un accordo per i prossimi due anni - ha spiegato il presidente Mario Ghiacci - perché è un giocatore futuribile e di grande prospettiva. Crediamo in lui e nel suo sviluppo non solo per le sue capacità in campo ma anche per le doti personali».

- Ha scelto Trieste perché è una sfida che permette di sognare in grande. I suoi obiettivi, oltre a a portare in alto la Triestina, sono quelli di riconquistare i tifosi e ridare entusiasmo alla piazza. Un programma decisamente impegnativo quello del nuovo tecnico dell'Unione Cristian Bucchi, che nella presentazione di ieri ha comunque trasmesso assieme al suo staff una sensazione di grande fiducia, consapevolezza dei propri mezzi e serenità d'animo. Il nuovo allenatore alabardato, dopo un pensiero a Pillon e Gautieri che l'hanno preceduto, ha snocciolato propositi e aspettative sulla stagione che va a iniziare. Ecco il Bucchi-pensiero.LA SCELTA «Scegliere la Triestina è stato fin troppo facile, fondamentale è stato il ruolo di Milanese. Il nostro rapporto tra compagni di squadra del Perugia si è mantenuto nel tempo. In 5 minuti mi ha detto le sue idee, poi ho preso l'auto e abbiamo trovato velocemente l'accordo. Perché per me non conta la categoria, ma le persone. Conosco la piazza e il calore dei tifosi, ci sono venuto tante volte a giocare, conosco Milanese, la progettualità della società e questo mi basta. Ringrazio il presidente Biasin per la fiducia, per me sentirsi mettere al centro di un progetto è fondamentale».SOGNO «Non ho accettato la serie A perché non c'erano secondo me le condizioni per poter sognare. Erano proposte che non sentivo mie. Io in un posto devo credere di poter costruire e crescere, e sono sicuro che questa piazza mi aiuterà a farlo. Puoi puntare a traguardi importanti solo con le persone giuste: spesso nelle società parlano in troppi, invece servono poche figure e chiare. Qui la società è snella, Milanese ha le idee che combaciano con le mie. E il sogno è di arrivare il più in alto possibile. Non faccio promesse se non quella che questa sarà una squadra umile, qualità che i tifosi apprezzeranno: cercheremo di riconquistarli e trasmettere entusiasmo alla gente».OBIETTIVO «Il nostro obiettivo è accorciare le distanze da quelle che ci hanno preceduto lo scorso campionato, a partire dal Padova che è arrivato 20 lunghezze davanti, ma anche Sudtirol e Feralpi. Questa è la nostra sfida. Il progetto è biennale, se saremo bravi proveremo ad accorciare i tempi, ma senza farci prendere dalla frenesia o dallo scoramento nei momenti in cui le cose non vanno».I GIOVANI «Lanciare i giovani credo sia una cosa che un allenatore debba avere dentro, deve sapere riconoscere le qualità e metterle in mostra. Io ho lanciato Scamacca nel Sassuolo, giusto per fare un nome, ma i giovani non giocano perché devono giocare: devono giocare quelli bravi e se un giovane è bravo, gioca. Non guardo alla carta d'identità, guardo al valore. Normale che se vediamo un potenziale a 18 anni, giusto dargli la possibilità di poter sbagliare e non fargli pesare nulla, non caricarlo di responsabilità che invece sono dell'allenatore e dei giocatori più esperti. In questo c'è molta libertà da parte della società».LA ROSA «Ci siamo presi del tempo per valutarla. Conosco i giocatori, ma non umanamente, voglio vederne lo spirito sul campo. Dopo una settimana farò delle valutazioni. L'organico è abbastanza completo e di valore, quelli che inseriremo non saranno dei numeri, ma giocatori per completare la rosa e migliorarla. Però voglio vedere degli uomini feriti che non accettano di essere arrivati a 20 punti dalla prima, cosa che a me avrebbe rovinato l'estate: voglio vedere le facce, gli avvelenati faranno parte della rosa, i tranquilli che arrivano solo per iniziare la stagione, meglio trovino un'altra soluzione».MOTIVAZIONI «Per giocare nella mia squadra, contano le motivazioni, come in qualsiasi altro mestiere. In Serie A non bastano, servono grandi qualità fisiche, tecniche e di pensiero, ma se valutiamo che in A arriva anche chi non ha valori tecnici assoluti, capiamo che la differenza la fa una squadra motivata, una squadra che sia squadra. Da oggi non voglio vedere gruppetti, ma un gruppo unico, che deve andare a 2000 all'ora. Chi va a 1999 è fuori e si trovi un'altra collocazione».

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