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MARTEDÌ 26 OTTOBRE 2021

- Il tempo, nel basket, scorre a modo suo. Come scrive Roberto Degrassi oggi, tra la doppia scoppola subita dall'Allianz contro Tortona in Supercoppa e il +31 dell'altra sera in campionato non sono trascorsi nemmeno due mesi. Un'inezia. Eppure, almeno per quanto riguarda il parquet dell'Allianz Dome, è cambiato tutto. Nella preseason la Bertram aveva capito praticamente tutto di Trieste disinnescandola, adesso è stato Ciani a intrepretare e anticipare giochi e strategie orditi da Ramondino. In un campionato finora indecifrabile a parte le prime due della classe e la conferma che Brindisi cambia gli uomini ma è sempre di alto profilo, un saldo attivo di simili proporzioni vale oro in chiave scontri diretti-differenza canestri.Tra gli elementi più significativi regalati dal travolgente successo biancorosso c'è sicuramente la crescita dei soli due azzardi della campagna estiva, Corey Sanders e Sagaba Konate. La partita contro Tortona potrebbe diventare una tappa-chiave nel loro processo di crescita. Il play ha dovuto gestire, per la prima volta finora, la pressione di un confronto diretto impegnativo: doveva vedersela con quel Wright che ha lasciato ricordi e rimpianti e che aveva avuto un avvio di stagione eccellente. Per Sanders si trattava in sostanza del banco di prova più impegnativo, soprattutto dal punto di vista della personalità. Un test che il giovanotto ha superato a pieni voti. La fiducia nei propri mezzi è in aumento come la sensazione di cominciare a capire passo, livello e metro arbitrale della serie A italiana dopo le esperienze meno competitive in Portogallo e Polonia. Sanders sta cominciando a prendersi più responsabilità, è meno contratto rispetto alle prime esibizioni. Va precisato che viene messo nella condizione ideale per uno pseudo rookie: può permettersi di sbagliare. Quando è sul parquet sa che al suo fianco ha sempre un elemento di personalità, classe ed esperienza, in grado di supportarlo nella gestione e nella costruzione del gioco. Banks. Fernandez. Cavaliero. I tre elementi più carismatici della squadra. Uno, a turno, è in campo insieme a Sanders. Psicologicamente non è un particolare da niente.In sensibile aumento anche il processo di adattamento al campionato italiano da parte di Konate. Dopo aver iniziato una pericolosa collezione di falli tecnici, in queste settimane il centro maliano è stato sottoposto a un rapido corso di aggiornamento sul metro arbitrale italiano. L'unico lungo a disposizione di Ciani con spiccate attitudini atletiche e intimidatrici non può permettersi di giocare con la spada di Damocle di rischiare falli per eccesso di esuberanza. Contro Tortona si è visto un Konate più attento, persino eccessivamente prudente nel primo quarto quando si è limitato da solo preferendo cercare un appoggio a canestro (peraltro sbagliandolo) anzichè seguire l'istinto e schiacciare travolgendo Cain. Ma alla fine in 18 minuti ha collezionato 17 punti con 7 rimbalzi, permettendo a Ciani di rispettare un turnover perfetto con Delia che è risultato una delle chiavi della vittoria. Bravo il coach, bravo Konate che proprio in questi apparentemente piccoli particolari dimostra intelligenza, disponibilità e attaccamento alla squadra. 

- I numeri sono numeri e i loro verdetti sono incontrovertibili. E allora - come scrive oggi Ciro Esposito - i numeri dicono che la Triestina ha perso quattro partite su undici (tante quante una squadra di alta classifica quasi ne perde in una stagione) e soprattutto ha lasciato fuggire anche il Renate. Ma quello che i numeri non dicono è come delle quattro sconfitte subite, almeno tre (con Juve, Albinoleffe e appunto Renate) non sono state determinate da una superiorità dell'avversario. A questo elenco non edificante si potrebbe aggiungere anche il pari di Verona per quanto visto nel primo tempo. Le assenze a catena, la difficoltà di amalgama di un gruppo di giocatori rivoluzionato sono fattori che ci sono stati ed è tempo di lasciare alle spalle. Anche perché, come è successo nella ripresa a Meda, la condizione generale c'è e Bucchi riesce anche a tradurla in una superiorità sul campo. E allora dove sta il problema? Sul piano tattico il match con il Renate ha dimostrato come il mantenimento dell'assetto tradizionale, con l'azzardo dell'esordio assoluto del giovane Baldi, e anche con l'inserimento di Litteri davanti al posto di Gomez, non ha giovato all'approccio. La ripresa, con la coraggiosa mossa di Bucchi di saper rivoluzionare la tattica di gara (con un 4-4-2 spinto) immettendo tutti gli uomini più tecnici, ha messo in grande crisi il Renate che ha rischiato grosso la piena rimonta alabardata. La trazione anteriore ha funzionato bene anche perché i padroni di casa pur di ottimo livello, complici gli impegni ravvicinati, hanno evidentemente pagato in termini di mobilità. Logica dice che esercitando una pressione maggiore dall'inizio la Triestina avrebbe avuto più chance. La costante di questa squadra, decisiva poi domenica per la partenza ad handicap, è quella di sbagliare troppo senza l'intervento degli avversari. I black-out più evidenti a Meda sono stati commessi da Ligi (anche da Martinez) ma in altre occasioni è stato il reparto difensivo a farsi infilare pure a ranghi schierati. Lo stesso Bucchi a fine gara ha parlato di troppe distrazioni ed errori. E non è la prima volta perché lo stesso è capitato ad Alessandria (Lopez) e poi in casa con l'Albinoleffe (Volta). I singoli hanno le loro responsabilità ma non serve a nulla metterli sulla graticola. Urge invece una cura particolare per correggere questo dettaglio che impedisce al rendimento di fare il salto di qualità. Nelle precedenti tre partite gli errori non erano emersi anche perché la Triestina aveva fatto la partita con improvvise accelerazioni. Virtus, Fiorenzuola e Mantova poi non valgono il Renate. Insomma la gestione lasciando l'iniziativa agli avversari forse non si addice a questo gruppo. A parte Negro dietro e Giorno in mediana, tutti i giocatori hanno caratteristiche più dinamiche che di palleggio (Galazzi a parte che sa fare tutto). Se questa Unione commette troppi errori deve riuscire a sfruttare di più quelli degli avversari inducendoli alla distrazione con le giocate offensive. Il lavoro di Bucchi si vede ma manca ancora un pezzo per competere con continuità. La soluzione va trovata presto perché domenica arriva la Feralpi. Fallire, anche sul piano del risultato, un secondo esame contro una diretta concorrente sarebbe fatale per le ambizioni dell'Unione.

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