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LUNEDÌ 15 NOVEMBRE 2021

- Poteva essere la serata magica del terzo posto in classifica, alla fine ne esce solo una grande delusione. L’orgoglio e l’abilità di Varese nel rendere la vita difficile all’Allianz sin dal primo possesso fa diventare un’ottima opportunità in una sconfitta dolorosa e per certi versi inspiegabile per Trieste. Messa sotto a livello di energia nonostante le assenze ospiti, nella sconfitta per 70-86 la squadra di Ciani fa un deciso passo indietro nel momento in cui avrebbe invece dovuto certificare il proprio momento d’oro. 

Varese si mette immediatamente a zona dopo la palla a due, Trieste parte contratta e con poche idee finendo sotto di sei al 3’ e, dopo il sottomano di Gentile, sul 3-11 con Ciani a chiamare time-out. L’Allianz è costretta a correre e lo fa paradossalmente con i propri lunghi: Grazulis e Konate danno la prima scossa, la circolazione di palla dell’Openjobmetis è però praticamente perfetta. Gentile e Kell vanno a nozze, Trieste parzialmente limita i danni in un quarto difficile col 6-2 di break nel finale per il -7 al 10’. Le zampate del “Lobito” (otto punti di fila) esorcizzano la verve di una Varese che continua a produrre tanto in attacco, specie con Sorokas. L’Allianz però riesce a registrarsi su ambo i lati del campo, recuperando qualche buon pallone e servendo in pitturato Lever prima e Delia poi (31-34 al 17’). Eppure, nel momento migliore, i biancorossi perdono nuovamente smalto: palle perse in maniera banale e i punti di Gentile permettono a Varese a metà gara esatta di tornare padrona di un briciolo d’inerzia (36-43).

Trieste suona abbastanza rapidamente la carica rientrando dagli spogliatoi: pronti, via e il 9-2 di parziale riequilibra del tutto le sorti in poco più di tre minuti (45-45). C’è ancora il duo argentino Fernandez-Delia a risultare prezioso alla causa, la tripla del “Lobito” consegna il primo vantaggio del match al 27’ (52-51), gap che si espande sino a +4, ancora da lontano e ancora con il Juan biancorosso. Ma sul 59-59 del 30’ arriva il ko tecnico: l’Openjobmetis riprende fiducia piazzando il break del +8 (64-72), Trieste perde Mian per falli e tutto si complica a cinque dal termine, con Beane a sentenziare dal perimetro. Varese va addirittura in doppia cifra di vantaggio sul 66-79 e la partita si spegne a 180’’ dalla fine. Uno scivolone davvero imprevisto e doloroso.

- “Oggi abbiamo fatto una partita di poca personalità e poca attenzione - afferma Franco Ciani - Il ricorso di Varese alla zona nelle prime fasi di gara non ci ha fatto trovare il ritmo e noi abbiamo attaccato la loro difesa in maniera farraginosa. Per i primi venti minuti non siamo riusciti a girare le sorti della partita con il nostro punto di forza, la fase difensiva, basta leggere gli ottantasei punti subiti in casa. Nel terzo quarto c’è stata un’inversione di tendenza e infatti l’abbiamo chiuso in parità. Eravamo riusciti anche a trovare un vantaggio di quattro punti ma lì non abbiamo avuto la capacità di prendere in mano il match. Il parziale di 27-11 dell’ultimo tempo è stato sicuramente molto negativo. Al di là della grande prova di Gentile, la partita l’abbiamo persa lasciando spazi agli altri attaccanti dei lombardi, dovevamo arginare in modo diverso gli altri giocatori varesini. Dobbiamo essere razionali e, dopo questa partita, non buttare via tutto quello che di buono abbiamo fatto in queste prime giornate e il valore di ciò. Dobbiamo fare tesoro di questa esperienza e aggredire tutti i match allo stesso modo perché come si è visto oggi tutte le sfide di questo campionato nascondono innumerevoli insidie”.

- Dopo aver sperato alla vigilia di vedere la miglior Triestina dell'anno, mister Bucchi ovviamente non può essere contento. La svolta che sperava di vedere nella stagione alabardata è ancora rinviata: «Ci sono dei momenti cruciali nell'arco di un campionato e questo poteva rappresentarlo - spiega il tecnico - a prescindere da chi incontri, come stavolta un Trento scorbutico e fastidioso da affrontare, che giocava sulle ripartenze. Noi veniamo da un percorso fatto di molte salite tra difficoltà e problematiche fisiche, ora che stiamo trovando risultati, prestazioni e recuperi di tanti giocatori, speravo che la squadra avesse recepito che queste partite vanno vinte. Invece il filo comune è finire con l'amaro in bocca. Quando ottimizzeremo tutto, spero inizi la nostra fase di continuità, dove c'è per forza qualche pareggio, ma ci devono essere soprattutto tante vittorie. In quel momento saremo protagonisti fino in fondo, per ora siamo ancora in una fase ibrida». Questo perché in ottica campionato Bucchi vede ancora posizioni da scalare: «A parte il Sudtirol che ha un rendimento da record, le altre hanno tutte i loro problemi: chi li risolve prima e trova il filotto giusto, può ambire a qualcosa di importante». La veemente reazione finale in inferiorità numerica inorgoglisce il tecnico alabardato, che però vorrebbe vedere più: «Devo rimarcare il grande cuore e il carattere che a questa squadra non è mai mancato, visto che ha raddrizzato situazioni molto compromesse. È un gruppo che non molla mai. Quell'arrembaggio finale è davvero da Triestina, è quello che vorrei vedere sempre nella testa, nel cuore e negli occhi dei ragazzi. Non si può farlo per 95 minuti, ma una squadra che vuole schiacciare gli avversari deve farlo per lunghi tratti». Anche stavolta gli errori sono stati fatali: «Sono ingenuità che paghiamo e ormai è una costante - afferma Bucchi - sapevamo che il Trento giocava di rimessa, ma queste situazioni in ripartenza non devono accadere perché non attacchiamo con undici giocatori, ci deve essere accortezza e una predisposizione difensiva. Ma abbiamo preso contropiede in superiorità numerica, è stato un infortunio tra il rinvio strozzato di Lopez e la posizione intermedia di Offredi. Sono situazioni che non si devono creare».

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