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I suntini sandrini di mercoledì 2 novembre 2022


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MERCOLEDÌ 2 NOVEMBRE 2022

- Il girone A della serie C di quest'anno continua a essere pervaso da una folle imprevedibilità, con sorprese all'ordine del giorno. Lo scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo": del resto chi si aspettava di vedere la corazzata Vicenza annaspare a centro classifica e conteggiare già 4 sconfitte dopo 11 turni? E ancora le difficoltà del Padova, le strane leadership prima del Sangiuliano, poi del Lecco e ora del Renate, o i buoni risultati delle altre matricole Novara e Arzignano? E, ovviamente, le difficoltà della Triestina? Il risultato di tutto questo caos è un incredibile equilibrio che si traduce in una classifica cortissima, dove in vetta non si stacca nessuno, dalla settima alla sedicesima posizione ci sono appena 5 punti, e in coda, difficoltà delle ultime due a parte, con appena due-tre risultati utili di fila si può guardare con ottimismo alla zona play-off. Il termometro del campionato molto diverso rispetto allo scorso anno, lo dà proprio un curioso dato della Triestina. Nello scorso campionato, dopo 11 giornate, l'Unione aveva 15 punti e si trovava a 12 punti dalla capolista Sudtirol. Ebbene quest'anno, nonostante una partenza ben più deficitaria e con gli alabardati ad appena 10 punti, il distacco dalla vetta è esattamente lo stesso: 12 lunghezze dalla vetta della classifica, dove c'è il Renate con 22 punti. Questo non per dire che ora si possono fare chissà quali voli pindarici di gloria (è bene ricordare che la Triestina è ancora terzultima con 17 squadre davanti e deve pensare innanzitutto alla salvezza), ma semplicemente per constatare che quando siamo a quasi un terzo di stagione, il gruppone è ancora tutto molto compatto. Un dato che ha i suoi pro ma anche i suoi contro. A furia di passi falsi delle prime della classe, chi è in vetta ha "appena" 22 punti (lo scorso anno dopo 11 giornate era a 27), ma attenzione, perché invece a metà classifica e in basso si è tendenzialmente più alti di punteggio. Lo scorso anno, sempre dopo 11 giornate, con la classifica molto sgranata a 13 punti si era ai play-off e la Triestina con 15 punti era addirittura ottava. Mentre quest'anno per essere nella top ten ce ne vogliono 17. Quota 17 dove troviamo addirittura cinque squadre, quelle dal sesto al decimo posto. Questo per dire che con un po' di continuità e un filotto di due-tre vittorie, anche la Triestina potrebbe ritrovarsi ben presto in una posizione molto più interessante, a ridosso della zona play-off. Tutto questo però ha anche il suo risvolto negativo: se non si pedala abbastanza, sarà difficile allontanarsi dalla zona calda, perché a parte Virtus Verona e Piacenza, le altre continuano a fare punti. Insomma la quota play-out rischia di alzarsi di parecchio rispetto allo scorso anno e non a caso, nonostante il successo contro una diretta rivale come il Mantova, la Triestina è ancora terzultima, visto che tutte le squadre vicine che la precedevano, Trento e Albinoleffe e Juve, hanno fatto punti. Insomma, con una serie di risultati positivi si può ancora agganciare il gruppone e magari sognare una post-season, ma allo stesso tempo bisogna stare attenti a non incappare in troppe partite negative, perché lì sotto l'abisso dell'inferno rischia di essere sempre molto vicino. 

- «La Pallacanestro Trieste sa dove vuole arrivare e sta crescendo l'identità di squadra. Non è stata una sorpresa vederla giocare bene. Non mi fido dei pronostici». Parola di Cesare Pancotto, intervistato da Roberto Degrassi oggi sul quotidiano locale. Il tecnico sangiorgese, entrato nella storia dei grandi coach biancorossi, è attualmente l'assistente di Maurizio Buscaglia alla GeVi Napoli sconfitta domenica sera da Trieste.Che impressione le ha fatto Trieste? "Quella di una squadra pronta ad affrontare una partita così, con un'identità che sta crescendo. Mi sembra un gruppo che ha presente l'obiettivo che vuole raggiungere e ha il talento per riuscirci".
Contro Napoli ha imperversato il terzetto degli esterni. "Ma non sottovaluto l'apporto degli altri. I punti di Vildera e di Pacher si sono fatti sentire e hanno contribuito ad assicurare un equilibrio d'insieme. Ognuno porta qualcosa, penso ad esempio a Deangeli, nessuno pretende che segni 20 punti ma dà difesa, rimbalzi, tutto quello che serve. In questo momento prevale il gioco perimetrale ma non l'ho trovato fine a sè stesso. Intendo, non ho visto una serie di ripetute conclusioni dall'arco, ho visto pick & roll, ho visto buone soluzioni. I fatti raccontano che Trieste nel supplementare ha ottenuto il massimo dai suoi possessi e lo ha fatto meglio di noi". Trieste vi ha messi in difficoltà con la zona, mossa pressochè inedita nella storia recente biancorossa. "In realtà un po' di zona ce l'aspettavamo pure ma l'abbiamo attaccata meno bene di come avremmo voluto". Lei ha superato le mille panchine in serie A ed è un decano. Trieste ha il tecnico più giovane e con minore esperienza, Marco Legovich. Che proprio domenica ha vinto la prima gara da head coach. "Prima della partita scherzando gli ho detto che quando allenavo Trieste lui era appena un ragazzino. Fa parte della nuova generazione di allenatori sviluppatasi partendo dall'esperienza di assistente. Una volta la trafila era diversa e partiva dalla serie minori. Non faccio confronti, anche il basket è cambiato. Legovich ha energia, un bell'entusiasmo e mi sembra si stia muovendo bene".
A proposito di assistenti. Lei quest'anno è nello staff tecnico guidato da Buscaglia. Come giudica questa esperienza? "Sono entusiasta. Sono stato chiamato da Buscaglia che voleva uno staff a tutto tondo. Porto il mio contributo, consapevole che l'esperienza non è contare gli anni che passano ma la qualità di quello che si fa ogni giorno. Ho pensato che se Pozzecco, Messina, Scariolo nella loro carriera hanno accettato di fare gli assistenti, lo può fare anche Pancotto. Il ruolo del senior assistant l'ha inaugurato Bonciolli quando ad Avellino aveva chiamato a fargli da vice paron Zorzi". Il Napoli calcio sta incantando ed è inevitabile che la città impazzisca per i gioielli di Spalletti. C'è spazio per il basket? "Napoli è una metropoli e ha voglia di entusiasmarsi. C'è spazio per tutti. Ovviamente il calcio sta generando una carica che contagia tutta la città. Il basket è al secondo anno di serie A, una società giovane che sta lavorando bene per aumentare la credibilità del movimento. Gli sforzi vanno nella direzione giusta".

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