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LUNEDÌ 6 MAGGIO 2024

- Il sorriso all'ingresso in sala stampa è di quelli della serie «E poi ditemi che non l'avevo detto». Nella serata in cui sarebbe autorizzato a pronunciare persino l'abusato «I love these players» Come scrive oggi Roberto Degrassi sul Piccolo, subito dopo la vittoria in gara-1 della Pallacanestro Trieste a Torino, Jamion Christian non lo fa e comincia con un'autocitazione. «Avevo detto che sarebbe stato uno scontro tra pesi massimi e questo è stato. Torino è una buona squadra e lo sapevamo. Non siamo stati perfetti ma nel secondo tempo abbiamo fatto le cose giuste».

Curiosi i primi venti minuti: dieci di intensità difensiva e percentuali irreali da tre, altri dieci anonimi e confusi. «Inizialmente ci è riuscito tutto facile, nel secondo quarto abbiamo pensato che ci saremmo ripetuti e questo ci ha fatto perdere la nostra identità. Al rientro dagli spogliatoi abbiamo resettato quel brutto quarto ritrovandoci».

Reyes doubleface, esterno e poi di nuovo "4". «Justin è così versatile che può occupare più posizioni e noi siamo fortunati ad averlo». Nell'ultimo quarto importanti Ruzzier e Filloy. «Abbiamo giocatori esperti e di classe che sanno comprendere il gioco ed è giusto affidarci a loro e ancora di più in una serie play-off». Cosa significa questa vittoria? «Domani ci aspetta un'altra sfida. Passerà la serie chi troverà il miglior equilibrio tra attacco e difesa».

Franco Ciani riconosce i meriti di Trieste consapevole che la sua squadra è reduce da un periodo complicato con diversi giocatori non al meglio. «Forse vi eravate dimenticati che Trieste è tra le favorite di questo campionato. Ha un organico importante, pensate che nella rotazione dei senior ha lasciato fuori Campogrande che ha alle spalle campionati di A1. Menalo è rimasto in campo 49 secondi, uno come Bossi sette minuti. Trieste ha la possibilità di scegliere tra undici giocatori che sarebbero tutti titolari in parecchie altre squadre di A2. Ha granee fisicità e può permettersi di spendere falli senza risentirne». Oggi intanto arriverà più di una tirata d'orecchi a Kennedy, zero punti. «Lo sa che un Usa non può non dare punti, soprattutto quando il suo pariruolo avversario ne fa 27....»

- È stato un weekend di riflessione e senza partite per la Triestina, che si sta preparando alla prima sfida play-off di sabato prossimo al Rocco. Lo scrive oggi Antonello Rodio sul quotidiano locale: in attesa di sapere domani sera chi sarà l'avversaria che l'Unione si troverà di fronte al suo debutto in post season, è il momento con il tecnico alabardato Roberto Bordin di fare il punto della situazione in casa alabardata, con un bilancio a fine regular season e le prospettive in questi play-off.

Mister Bordin, un bilancio personale fino a questo momento di questa sua esperienza: soddisfatto o no?

«Sono soddisfatto di quanto fatto e di quanto hanno dato i ragazzi. Chiaro che il ritmo preso dopo il brutto inizio, quando abbiamo iniziato il cammino di vittorie e di buone prestazioni, andava mantenuto fino alla fine. Non ci siamo riusciti ma in ogni caso il quarto posto è importante, è un cammino positivo che permette di giocare in casa la prima sfida dei play-off».

Quali sbagli ritiene di aver fatto e quali invece le intuizioni positive che hanno permesso di raddrizzare la rotta nei momenti più difficili?

«Sbagli se ne fanno sempre, tutte le domeniche, nessuno è mai perfetto. Come intuizione rivendico quella di aver sempre coinvolto tutti i ragazzi, di averli resi uniti nell'obiettivo di fare il meglio possibile, e di pensare alla squadra e non al singolo. Perché è il gruppo che va avanti, non i singoli, e questo ci consente di arrivare pronti e fiduciosi ai play-off».

A parte i problemi iniziali per individuare la giusta quadra tattica, in quel primo periodo difficile come aveva trovato la squadra sul piano mentale?

«In quella fase sicuramente ha pesato anche la posizione psicologica, ovvio che quando non vengono i risultati, fai fatica a reagire. I ragazzi erano piuttosto scarichi e hanno faticato, ma siamo riusciti a venirne fuori e a fare delle buone partite, anche fuori casa, e in quei momenti l'unione del gruppo è stata fondamentale».

A proposito di trasferte, la squadra ha fatto meglio fuori che in casa: c'è un motivo?

«Anche quando c'era da fare la partita abbiamo creato tanto, ma bisognava concludere meglio e fare gol. Poi in trasferta gli avversari lasciano maggiori spazi e siamo stati bravi anche nelle ripartenze. Ma la media di cross e palle dentro area è stata sempre importante, certo nelle partite in casa dobbiamo cambiare marcia».

Quanta strada può fare questa Triestina nei play-off?

«I play-off sono sempre un terno al lotto, noi dobbiamo pensare intanto alla prima partita dove abbiamo il vantaggio del fattore campo e dei due risultati su tre. E solo a questa, senza pensare ad altro o a cosa può esserci dopo, dobbiamo procedere step by step».

Che insidie può presentare la prima gara?

«Dobbiamo stare molto attenti, la gara singola è sempre pericolosa, dobbiamo cercare di fare una buona prestazione davanti ai nostri tifosi ed essere pronti a gestire la gara in corsa secondo quello che accadrà. È importante fare bene perché può darci spinta e fiducia per il prosieguo».

Avete approfittato in questa settimana per fare anche un richiamo atletico?

«Sicuramente si, lo spostamento di quattro giorni dei play-off ha dato la possibilità non solo di recuperare meglio, ma abbiamo potuto fare anche un lavoro approfondito e mirato, mettendoci dentro un po' di tutto, anche pillole di forza, tutto per poter esser brillanti alla prima partita. Siamo pronti, la squadra fisicamente sta benissimo, poi vedremo chi sarà l'avversario».

Sono recuperati Malomo e Struna?

«Sì, tutto il gruppo è a posto, solo Celeghin ha un piccolo fastidio pienamente recuperabile in pochi giorni».

Le favorite sono Padova e Vicenza o bisognerà fare i conti anche con le squadre degli altri gironi?

«Vale il discorso che ho fatto prima, difficile fare pronostici nei play-off, perché arriva sempre l'otusider che ti mette in difficoltà. Le sorprese sono dietro l'angolo nelle partite secche, devi essere bravo a cambiare le strategie in corso e ad assorbire gli episodi negativi».

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