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GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2024

- Entrambi hanno giocato con la maglia alabardata e poi guidato la Triestina in panchina, oltre a conoscere a menadito la piazza: Maurizio Costantini e Nicola Princivalli (intervistati da Antonello Rodio) hanno la carte in regola per esprimere un parere autorevole riguardo alla perdurante incertezza sulla questione allenatore dell'Unione a due settimane dall'esonero di Santoni.

UN'INCERTEZZa anomalA

«Il mio giudizio non può essere positivo – afferma Costantini – la società sul lato dirigenziale ha lacune incredibili. Se in una conferenza stampa metto in discussione l'allenatore, comincio già ad adoperarmi all'eventualità negativa e in pochi giorni riesco a venirne a capo. Qui non si riesce a capire come si muovono, ci sono continui problemi nella gestione, compresa la questione del giocatore che non si riesce a tesserare. C'è incertezza su tutto».

Molto preoccupato anche Princivalli: «Non ho mai visto una situazione di questo tipo, vista la classifica la cosa si fa pericolosa. A me risulta che l'anomalia è dovuta al fatto che non possono prendere un altro allenatore per la problematica della fideiussione, a meno di liberarsi di Tesser. In ogni caso una società doveva sapere prima dell'esonero di Santoni come gestire certe situazioni. E a mio parere Breda aspetta una serie B, non mi sembra interessato alla Triestina».

LA COMUNICAZIONE

I due ex tecnici dell'Unione sono d'accordo su una delle principali lacune della società, la comunicazione: «Non è certo il loro punto di forza – osserva Costantini – nel rapporto con tifosi e città hanno dimostrato parecchi limiti. Nessuno ci mette la faccia e si assume la responsabilità della situazione». Stesse perplessità per Princivalli: «Preoccupa il loro silenzio, l'impressione è che non si sappia cosa fare e si navighi a vista. Non dicono niente, e quando lo fanno non si capisce cosa volevano dire».

IL POST TESSER

«Da quello che capisco – afferma Costantini – con due allenatori già a libro paga, c'è difficoltà a prenderne un altro che implicherebbe un extrabudget. Sulle scelte tecniche sarebbe troppo facile dire tante cose, ma è chiaro che dall'esonero di Tesser in poi non hanno dimostrato di avere trasparenza».

«Mi pare che Tesser abbia fatto capire che se torna è solo perché obbligato – osserva Princivalli – e si può capirlo visto come è stato trattato. Loro se la sono giocata male, con mancanza di rispetto della persona e tempi sbagliati».

LA CONFERMA DI MARINO

«Una conferma di Marino? Vero che ha fatto due risultati positivi – spiega Costantini – ma con questa classifica ora bisogna vincere. Anche lui non conosce la categoria, ha esperienze nel femminile e con le giovanili, ma non sono in grado di giudicare e poi uno da qualche parte deve pur cominciare».

Per Princivalli, «se vogliono confermare Marino in coppia con Ciofani, allora almeno lo dicessero: magari visto il momento di difficoltà anche i tifosi potrebbero stringersi attorno alla squadra».

I PROBLEMI

Costantini era già perplesso dall'inizio sulla squadra: «Avevo molti dubbi su alcuni reparti, ma non credevo le cose andassero così male. Poi con tanti infortunati qualcosa non sta funzionando».

Per Princivalli due i gravi problemi: «Questa squadra non ha il gol in canna, oltre al fatto dei tanti stranieri che faticano a comunicare tra loro e affezionarsi alla maglia. Non è una situazione adatta alla C».

QUANTI RIMPIANTI

Entrambi immaginavano qualcosa di diverso. «Lo scorso anno – dice Costantini – la società è arrivata mostrando grandi potenzialità, ma dal punto di vista sportivo non hanno dimostrato grandi valori. E non c'è una persona tra dirigenti, giocatori o allenatori in cui i tifosi si identificano».

«Peccato – osserva Princivalli – perché si sono presentati con un budget importante e si è steso loro il tappeto rosso. Continuano a dire di aver speso tanto, ma questa non può essere più una medaglia al petto, se i risultati sono questi. Non può essere sempre colpa degli altri, di Tesser, dei tifosi, dei giornalisti o del Centro di coordinamento». 

-  « La Pallacanestro Trieste? Ho seguito con interesse il mercato estivo e, dopo gli arrivi di Ross, Brown e Brooks, ho pensato stessero facendo un'ottima squadra. Impressione confermata dalla vittoria contro Milano e dopo il successo su un campo difficile come quello di Napoli. Credo bisogna fare attenzione, Trieste può essere la squadra rivelazione di questo campionato».

Tommaso Baldasso, playmaker di Tortona intervistato da Lorenzo Gatto, traccia un giudizio estremamente lusinghiero dell'avversaria che sabato alle 19, sul parquet del PalaFerraris di Casale Monferrato, farà visita alla sua Bertram.

Trieste nel cuore di Baldasso, non solo per questioni affettive: una città che ha iniziato a conoscere negli anni in cui il fratello Lorenzo ha indossato la maglia dell'Alma e che continua a frequentare in estate allenandosi assieme a Marco Legovich.

«Ci passo un mese all'anno – racconta Tommaso –. La mia ragazza è di Muggia poi ho tanti amici, oltre a Legovich anche Bobo Prandin e Matteo Schina. Trieste è una città che mi piace davvero tanto».

Sentimenti che non gli impediranno di dare tutto nello scontro al vertice che dopodomani metterà in palio il primato in classifica.

Tortona, come Trieste, prima in classifica con due vittorie in altrettanti incontri. Una squadra ripartita con la conferma di coach De Raffaele e un gruppo affiatato formato, oltre che da Baldasso, anche da Weems, Kamagate, Candi, Severini, Zerini e l'ex Strautins. Un blocco solido al quale sono stati aggiunti il play Kuhse, le guardie Vital e Denegri, l'ala Gorham e il centro Biligha.

«Una squadra dal roster più profondo – continua Baldasso – con giocatori scelti per essere funzionali al nostro sistema di gioco e che si sposano bene con l'idea di pallacanestro del nostro coach. L'obiettivo quest'anno è cercare di fare meglio rispetto alla passata stagione, credo ne abbiamo le potenzialità e le possibilità. Siamo partiti bene, vincendo la prima in casa con Cremona e confermandoci a Varese. Non sono state due partite facile, con la Vanoli perché l'esordio in campionato è sempre un momento delicato e porta con se sempre quel pizzico di tensione che si fa sentire, a Masnago per le caratteristiche di un'avversaria che con il suo basket fatto di grande corsa, nel primo tempo ci ha messo in difficoltà. Ma abbiamo reagito bene e siamo venuti fuori alla distanza».

Trieste e Tortona, squadre che hanno punti di contatto ma anche differenze sostanziali. Simili perché entrambe hanno tanti uomini in grado di incidere sulla gara creando le condizioni per vincerla, diverse nel modo di interpretare i quaranta minuti.

Se Trieste punta a esaltare il talento dei singoli lasciando libertà offensiva ai suoi giocatori, Tortona ha un sistema di gioco decisamente più organizzato e schematizzato.

«Concordo sul fatto che si scontrano due squadre che interpretano la pallacanestro in maniera molto diversa – conclude Baldasso – per noi quella di sabato sarà una sorta di déjà-vu visto che a Varese abbiamo affrontato un'avversaria che ha un po' quella filosofia di gioco. Saranno quaranta minuti intensi e interessanti, la squadra che riuscirà a imporre il suo stile di gioco avrà buone possibilità di mettere le mani sulla partita e portare a casa i due punti». 

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