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LUNEDÌ 28 OTTOBRE 2024

- Nemmeno il battesimo del nuovo allenatore, nemmeno averlo aspettato per tante settimane, nemmeno il lungo ritiro a Veronello sono stati elementi in grado di invertire il trend da ultimissima piazza dell'Unione. Lo scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo": manca la materia prima, o meglio i giocatori anche ci sono ma sono stati assemblati malissimo, e senza gli attori anche il regista più bravo fa fatica a sbarcare il lunario. Poi anche Clotet deve dimostrare di esser bravo. Deve essere bravo soprattutto a gestire e rialzare un gruppo scaraventato nei bassifondi della C pur essendo un neofita della categoria. Contro la Pergolettese l'esuberante catalano ha messo giù una squadra interessante con un po' di vivacità in più alle spalle delle punte (Kiyine) e con maggior dinamismo rispetto alle ultime esibizioni (con Attys mezz'ala).

«Sono contento di come la squadra si è mossa in campo - ha detto Pep a fine gara - e quindi nulla da dire ai giocatori. Voglio però maggior ritmo, intensità e aggressività». Parole comprensibili per qualunque allenatore appena arrivato. Peccato che, non per responsabilità di Clotet ma di chi ha gestito la parte sportiva, non siamo ad agosto ma a novembre. E ad agosto (il 24) risale l'unica vittoria di questa Triestina special edition capace di collezionare otto sconfitte in 11 partite (o 9 in 12 se ci mettiamo anche la Coppa Italia). Alla fine del match del Voltini si è appreso da Clotet che l'intensità manca per una questione atletica oltre che di infortuni. Non avendo punte scaltre e incisive davanti e con una difesa con l'handicap delle distrazioni su palla inattiva, tocca aspettare che la condizione generale migliori. Nell'attesa, il rischio di accumulare un handicap quasi incolmabile dalle dirette concorrenti per la salvezza è più che evidente. La squadra ha tenuto il pallino tra i piedi per almeno 80'. È successo a Crema, ma anche nelle gare gestite pur con un altro modulo da Marino e Ciofani. Di positivo c'è che i giocatori non hanno mollato ma quando una squadra gioca tanto, costruisce appena 2-3 palle-gol e non segna quasi mai, c'è un motivo forte di preoccupazione.

Il primo pensiero di Clotet esplicitato nel giorno del suo insediamento era indirizzato a pensare partita per partita. Un indirizzo corretto per una formazione ultima che deve risalire ma i giocatori sono quelli forse ancora tarati su obiettivi talmente alti che solo a ricordarli suonerebbe come una bestemmia. Non c'è da appiattirsi sul comportamento di Virtus Verona o Pergolettese ma qualcosina va mutuato da chi ha esperienza di salvezza ottenuta nei finali di stagione. Attendere un po' di più e tentare di sfruttare l'errore avversario sono forse una strada da percorrere. Perché anche i punticini raccattati giocando malino e qualche vittoria sporca servono come il pane.

Questa è la sfida che ha di fronte l'allenatore appena arrivato e i giocatori. Perché la matematica è impietosa e senza una decina di punti in questo finale di andata la rimonta sarà durissima. Viene naturale a tutti guardare a gennaio come una chimera ma chi l'ha detto che Menta possa, sappia o voglia tirare fuori dal cilindro qualche colpo decisivo per riassestare la squadra? Forse sarà coadiuvato da Collauto (o da altri) sabato presente al Voltini non si sa con quale incarico. E poi quanti chiederanno di andarsene, anche di quelli che dovrebbero restare? La società, prima di tutto dovrebbe fare quadrato e ordine per agire con semplicità e idee sparite da almeno dieci mesi.

Qualora però non si arrivasse a metà strada a 14-15 punti ogni sforzo successivo sarebbe quasi compromesso. Visto il calendario c'è da incrociare le dita, pur sapendo che un paio di vittorie sono possibili e darebbero una spinta morale determinante. Crederci non costa nulla, rischiando di esser presi per visionari. 

- L'orgoglio di una squadra infinita per sbancare il PalaVerde e riprendere a volare in campionato. Come scrive oggi Lorenzo Gatto sul quotidiano locale, è una vittoria dal peso specifico incalcolabile quella conquistata dalla Pallacanestro Trieste sul parquet di una Treviso a caccia di un risultato positivo per scacciare i fantasmi della crisi che, dopo il passo falso nel derby di sabato sera, comincia ad affacciarsi in casa NutriBullet.

Successo figlio del carattere di un gruppo capace di non abbattersi mai di fronte alle difficoltà e di resistere nel corso dei quaranta minuti ai tentativi della formazione di Vitucci di dare la spallata decisiva. Trieste ha tenuto botta aspettando con pazienza il momento giusto per prendere in mano il comando delle operazioni e girare dalla sua parte l'inerzia della sfida. Lo ha fatto con intelligenza, maturità e tutto il talento di giocatori che, ancora una volta, hanno dimostrato di essere mentalmente solidi e di sapere come si vincono le partite.

Elogiare Ross, semplicemente inarrestabile nell'arco della gara nonostante le nove palle perse, è persino troppo semplice: ancora una volta, cosi come contro Milano e a Napoli e Casale Monferrato, ha vinto la squadra. La differenza l'hanno fatta la solidità sotto i tabelloni di un Johnson che partita dopo partita sta confermandosi in crescita, la feroce determinazione di un Brown che quando conta non tradisce mai, la freddezza di Ruzzier che ha gestito da par suo la sfida trovando lo spazio per ritagliarsi un ruolo da protagonista non solo in regia ma anche in fase realizzativa, l'apporto importante di Candussi e Campogrande, utili nel momento in cui sono stati chiamati in causa. Una menzione particolare per la coppia Uthoff-Brooks, il primo ha fatto le piccole grandi cose decisive (due bombe consecutive che hanno girato l'inerzia del match e due stoppate chirurgiche), il secondo ha annullato Olisevicius nei minuti finali della gara confermandosi elemento tanto poco appariscente quanto prezioso.

Qualità di un collettivo esaltato da Jamion Christian al termine della sfida. «Lavoro con un gruppo incredibile di uomini resilienti e tosti, che apprezzano la bellezza della battaglia. Trovare la capacità di eccellere quando i momenti sono più difficili è la grande capacità che ha questa squadra- le parole del coach biancorosso-. Essere riusciti a vincere in un luogo storico della pallacanestro italiana ci da fiducia, morale e ci rende ancora più uniti, averlo fatto con al nostro fianco l'incredibile supporto dei nostri tifosi ci regala ancora più soddisfazione».

Ritrovata confidenza con il successo, la Pallacanestro Trieste è attesa da una settimana di lavoro per preparare il prossimo impegno casalingo in programma domenica prossima, alle 17 sul parquet del PalaRubini, contro la Openjobmetis Varese. Match che metterà il giemme Mike Arcieri, Colbey Ross e Markel Brown di fronte al recente passato ma, soprattutto, riporterà sul parquet triestino coach Marco Legovich.

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