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I suntini sandrini di lunedì 25 marzo 2019


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LUNEDI' 25 MARZO 2019

- Una domenica da incorniciare, per le nostre squadre di punta. L' Alma fa secca Cantù con un crescendo dal secondo quarto in poi. Dragic monumentale, bene anche Fernandez, ma è tutto il team biancorosso a fare la differenza a Desio. Dalmasson si gode la vittoria: «Paradossalmente le sette vittorie consecutive dei brianzoli hanno semplificato il nostro compito in settimana. Di fronte a una formazione che attraversava un grande momento di fiducia nei propri mezzi bisognava fare tutto il possibile per incrinarne la sicurezza. In questo la difesa è stata fondamentale: Cantù ha cominciato a faticare a trovare il canestro, iniziando a commettere errori e noi siamo stati bravi a capirlo e approfittarne».Zoran Dragic e Juan Fernandez, due tra i peggiori biancorossi nella sconfitta a Trento, sono stati tra i migliori. Questa è una risposta di orgoglio da parte dei giocatori. «Uscendo da Trento ci eravamo detti che avremmo dovuto imparare la lezione che avevamo appena subito. Ci siamo rimessi in gioco. Un lavoro collettivo - continua Dalmasson - E sicuramente la caparbietà e l'orgoglio dei giocatori ha semplificato questa reazione».Interessante la lettura della gara da parte del coach avversario Nicola Brienza. Una sorta di lunga autocritica mescolata a una serie di considerazioni decisamente lusinghiere sul conto dei biancorossi. «Complimenti all'Alma per la qualità della sua pallacanestro - esordisce il tecnico del nuovo corso canturino - Noi abbiamo fornito una prova terrificante e me ne assumo la responsabilità, non sono riuscito a trasmettere il messaggio su quale partita avremmo dovuto disputare».Continua il tecnico dell'Acqua San Bernardo: «Il collettivo di Trieste è di grande qualità e se non sei pronto ad affrontarlo vieni devastato. Ci era già successo all'andata e siamo stati devastati nuovamente. Se lasci che l'Alma imponga il suo gioco e vada in contropiede sai che ti condanni a trovarti in difficoltà. L'Alma in contropiede è la migliore della serie A. Qualcuno è riuscito a fermarla finora, altrimenti la troveremmo al secondo o terzo posto e non ottava. Noi non ci siamo riusciti".

- Anche l'Unione fa festa al "Rocco", dopo il 4-0 rifilato alla Samb con un secondo tempo da favola. Così Pavanel in sala stampa: «Non è stato semplice - afferma il tecnico - la partita si è aperta dopo, e lo sapevamo che la Samb è una squadra ostica difficile da superare. Noi abbiamo fatto un'ottima partita, sicuramente sopra le righe, ma abbiamo creato tanto soprattutto quando si sono rotti gli argini. Del resto le partite durano 95 minuti, se hai giocatori a disposizione puoi tenere sempre alti i ritmi e i fortini prima o poi possono cadere. Tempo fa, tra l'altro, dopo aver segnato tendevamo troppo a controllare, ora andiamo fino in fondo. Infatti ho detto ai ragazzi che contro la Samb bisognava aprire di più il margine, perché poi loro sono sempre pericolosi sui calci piazzati». Il concetto di Pavanel è chiaro: chi parte dalla panchina è fondamentale per tenere alti i ritmi. Ecco spiegato anche il siparietto del finale di primo tempo, quando Bariti voleva uscire e il tecnico lo incitava a tener duro: «Cambiando in quel momento avremmo perso un tempo di cambio. Poi del resto ho visto che Davide scattava ancora in continuazione, per cui gli ho detto di tener duro per altri due minuti. Comunque ha preso una botta nella zona dove si era fratturato lo scorso anno». Il destino vuole che è subentrato un Petrella incredibile. Ma Pavanel spiega che la mossa era già in cantiere: «Forse non nell'intervallo, ma al massimo al 50' Petrella sarebbe entrato comunque, era già nella mia testa, dovevo solo vedere quale dei due esterni sarebbe stato più in difficoltà. Del resto servivano le sue qualità per scardinare partite come questa. Le partite sono lunghe, non c'è controprova ma se io lo stanco in un lavoro massacrante di raddoppi, nel lungo periodo forse ho un po' di meno, mentre lui ha una verve tale che quando gli avversari calano è devastante». Pavanel afferma di guardare ancora in alto, al Pordenone. «Io ci credo tanto, e i ragazzi anche. Lo dicevo anche dopo aver perso in casa con il Pordenone. Siamo secondi, abbiamo il dovere di provare ad andarli a prendere, finché la matematica non ci dice il contrario. Ora i punti di distacco sono 6, e non dimentichiamo che sul campo sarebbero 5. L'importante è farli faticare fino all'ultima giornata»

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