SandroWeb Posted December 31, 2019 Report Posted December 31, 2019 MARTEDI' 31 DICEMBRE 2019 - Si continua abbondantemente a parlare di mercato per la Pallacanestro Trieste, poiché è praticamente confermato che non ci si fermerà al solo innesto di Deron Washington. Come scrive oggi il Piccolo, continua infatti la caccia a un play: Sfumate le piste che portavano all'ex Chris Wright e a Mike Green - entrambi blindati dai rispettivi club - il nome più caldo in queste ore sembra quello di Ricky Hickman, 34 anni, 189 cm, visto in Italia a Casale Monferrato, Pesaro e all'Armani Milano. Ha giocato anche in Germania, Isreaele (Maccabi Tel Aviv) e Turchia (Fenerbahce).Statunitense con passaporto georgiano, dà ritmo e ha punti nelle mani. Quello di Hickman non è l'unico nome considerato dall'Allianz ma il profilo del giocatore ideale ormai si è capito quale sia: esperto, meglio se con precedenti nel campionato italiano,e in grado di garantire leadership e punti. Escluso insomma che arrivi un altro rookie come Jon Elmore, che diventa ovviamente l'altro statunitense in esubero. Per quanto riguarda Washington, invece pare tutt'altro che scontato che sarebbe Jones eventualmente a fargli spazio: l'ala ha giocato bene contro la Fortitudo, ha più talento di Justice anche se è discontinuo ed è capace di errori imperdonabili. A suo vantaggio, però, c'è l'atletismo e se l'Allianz tra qualche settimana partisse nel quintetto iniziale con i tre piccoli Hickman, Jones e Washington sicuramente avrebbe un notevole impatto per tentare la risalita in classifica.Quanto a movimenti sul mercato italiano, saranno considerati se si profilerò l'occasione che non si può rifiutare. Altrimenti, fiducia nei due aggiustamenti stranieri. - Torna a parlare Eugenio Dalmasson, intervistato da Roberto Degrassi, dopo la vittoria contro la Fortitudo. Un risultato che, come sottolinea il coach, ha un'importanza vitale. "Un successo che vale per come l'abbiamo ottenuto, mettendoci energia, con continuità. In altre occasioni c'era sempre un momento in cui noi calavamo e gli altri spadroneggiavano, stavolta non è successo". Non c'è stato il consueto quarto di black out... "Siamo stati costanti, eravamo sotto nell'intervallo e altre volte ci saremmo complicati la vita e invece stavolta abbiamo interpretato bene la partita per tutti i 40 minuti. Un segnale positivo, questa è la strada e questo deve essere solo un punto di partenza". L'ultima vittoria casalinga era arrivata contro Treviso. Ma alla squadra di Menetti mancavano Logan, Cooke e Imbrò. Un altro contesto. "La Fortitudo non lamentava problemi e rispetto a noi aveva goduto di un giorno in più di riposo. Si tratta di un successo vero. Adesso sarebbe però un colossale errore se avessimo la presunzione di aver capito tutto". Si è assistito a un turn over meno spinto del solito, con una diversa ripartizione del minutaggio. "Quando effettuo cambi è perchè non vedo la giusta attenzione. Stavolta erano tutti pronti e concentrati. Un esempio: ho chiesto a Jones che era in campo da venti minuti filati se volesse il cambio e mi ha detto «Sto bene», continuando a giocare con la stessa intensità". Sembra che non stiamo parlando della squadra che a Santo Stefano si è fatta umiliare a Trento. Come può accadere che in 72 ore si possa cambiare volto così? "Devo ripetermi: è cambiato l'atteggiamento. C'è modo e modo di giocare, c'è modo e modo di difendere. Contro i bolognesi si è vista la voglia di farlo e di giocare di gruppo. In fondo, la situazione tecnico-tattica era quella di Trento, la condizione fisica era la stessa. Eppure lì eravamo sulle gambe e con la lingua fuori, domenica invece correvamo e lottavamo.Il gruppo si è compattato nel momento di maggiore difficoltà e in cui tutti si sono trovati messi in discussione". Una situazione che potrebbe ricordare l'amara eliminazione in Coppa Italia di due stagioni fa per mano di Tortona. Crisi, incertezze e poi il patto interno e la ripresa. "Non sono d'accordo. Quel campionato di A2 ci vedeva protagonisti e arrivammo alle finali di Jesi imballati per il carico di lavoro svolto pensando a mettere benzina in vista di maggio. Quella era una squadra che aveva una lunga serie di vittorie ed ebbe una flessione prevedibile. Questa è una squadra di serie A che non ha mai trovato continuità, ha giocato a singhiozzo. Anzi, certe partite non le abbiamo nemmeno giocate, se penso a Trento o a Roma..." Domenica si va a Pesaro con animo più leggero? "No, con l'animo giusto. Pesaro prima o poi una la vince e ci aspetta con ansia perchè vive questa gara come un'occasione fondamentale. Per Pesaro - che ha gente che sa come fare canestro - sarà come una finale e noi dovremo viverla allo stesso modo. Sarà un incontro per giocatori maturi che hanno capito il percorso da fare". Deron Washington arriverà in tempo per Pesaro? "Forse come turista o tifoso al seguito...L'ufficio tesseramenti riapre il 2 gennaio e dovrà venir completato l'iter con l'ambasciata negli Usa. Improbabile che in un paio di giorni si riesca a fare tutto". Si è detto che Washington al momento va considerato un'aggiunta. Senza tagli per ora. E alla luce della gara di domenica scorsa non è detto che l'eventuale sacrificato sia Jones. "Abbiamo cercato Washington perchè è un giocatore esperto che sa come si vince nel campionato italiano. Jones? Ha dato una dimostrazione di quello che può dare: punti, difesa, fisicità. Ma non sempre lo ha fatto". Strautins contro la Effe non è entrato. "Arturs ha avuto le sue occasioni e deve dimostrare di meritarsele, avrà altre occasioni. Coronica in pochi minuti mi ha dato le risposte che volevo". - Interessante pezzo di Antonello Rodio su lato calcistico: Alla fine di un 2019 che ha visto alternarsi tre allenatori in poche settimane sulla panchina della Triestina, vale la pena soffermarsi sull'anno di gloria di alcuni ex tecnici alabardati, che all'epoca hanno concluso la loro esperienza con l'Unione fra qualche mugugno dei tifosi o addirittura esonerati. Giusto per ricordare che i giudizi su qualsiasi mister dovrebbero essere più ponderati, o quantomeno meno affrettati.Di certo il nome più gettonato del momento è quello di Rolando Maran. I suoi due anni sulla panchina della Triestina in serie B dal 2007 a 2009, hanno visto l'Unione prima salvarsi con grande anticipo e poi sfiorare i play-off. Ma in quel finale di stagione si sentirono anche cori di protesta, per chi voleva evidentemente di più, non riconoscendo che da quella formazione probabilmente era stato spremuto il massimo possibile. Che poi Maran si sia costruito negli ultimi anni una solida carriera in serie A è noto: ha allenato con molte soddisfazioni Catania e Chievo, tanto che poi il Cagliari ha scelto anche di affidargli una squadra di valore, che non avesse come obiettivo solamente la salvezza. Ebbene la compagine sarda è al sesto posto in serie A, anzi prima delle due ultime sconfitte e a pochi minuti dal termine della partita con la Lazio, era addirittura in lotta per il terzo posto. Insomma ora Maran lotta per l'Europa.Altro allenatore che, ancora più indietro nel tempo e sempre in serie B, fu per due stagioni (dal 2003 al 2005) alla guida dell'Unione, è Attilio Tesser. Un primo campionato di metà classifica con molti giovani, un secondo con la salvezza acciuffata ai play-out contro il Vicenza, ma già in pieno ciclone Tonellotto. Nonostante si sia trovato a lavorare in un contesto difficile, all'epoca anche lui ebbe le sue critiche. La carriera lo ha portato tra tanti alti e bassi, con la ciliegina della doppia promozione con il Novara fino alla serie A. Per lui comunque il 2019 è stato speciale, e purtroppo ne sa qualcosa la Triestina, che si è vista negata la promozione lo scorso campionato solo dalla strepitosa stagione del Pordenone, guidato proprio da Tesser. Ma non è tutto, perché dopo questi primi mesi in serie B, i neroverdi sono la grande sorpresa della cadetteria: come definire altrimenti una matricola che deve giocare le partite in casa a Udine e si trova addirittura al secondo posto?E a proposito di Udine, ricordate Luca Gotti? Qui a Trieste durò poco: fu chiamato per essere il successore proprio di Maran, ma dopo otto giornate fu esonerato per fare posto a Somma, che a sua volta poi cedette la panchina ad Arrigoni. Come finì quell'annata, con il disastroso play-out con il Padova, purtroppo lo ricordano tutti. Da allora Gotti aveva fatto solamente il vice, prima di Donadoni, poi di Sarri al Chelsea (con vittoria dell'Europa League) e quindi di Tudor all'Udinese, ma dopo l'esonero del croato a inizio novembre è diventato l'allenatore titolare. Sembrava un passaggio temporaneo, e invece Gotti è sempre più saldo in sella.Ma anche ex giocatori alabardati proprio di quegli anni si stanno facendo valere in panchina. Ad esempio Roberto D'Aversa, per qualche mese a Trieste in quella disgraziata annata del play-out con il Padova, e ora fra i tecnici più apprezzati in serie A sulla panchina del Parma, che ha portato in alto con un doppio salto dalla C. E ultimamente ecco salito alla ribalta anche Michele Mignani (alabardato tra il 2006 e 2007), che dopo le finali play-off con il Siena, da tre settimane è stato chiamato sulla panchina del Modena. Dove, come purtroppo sa bene anche la Triestina, ha debuttato con tre vittorie Quote
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