Vai al contenuto

Messaggi raccomandati

Inviato

LUNEDì 6 LUGLIO 2020

- La Triestina esce da Bressanone con il pass per gli ottavi di finale dei play-off. Come scrive Guido Roberti su "Il Piccolo" lo fa con pieno merito, a conclusione di una gara architettata con oculatezza nel primo tempo e con propulsione crescente nel secondo, anche grazie ad un assetto più offensivo resosi necessario per scardinare gli ostici altoatesini. La soddisfazione di Gautieri al termine della gara. «Siamo partiti bene, abbiamo fatto la partita contro una squadra che si è chiusa molto, si abbassavano tanto e noi siamo stati bravi a velocizzare il gioco. Già nel primo tempo li avevamo messi in difficoltà in alcune situazioni, ma ho visto in generale una grandissima partita da parte dei ragazzi sotto l'aspetto della qualità, della voglia, della cattiveria e del cuore, ciò che avevo chiesto ai ragazzi nello spogliatoio e al momento di entrare in campo. Nel secondo tempo ci siamo messi diversamente, andando per vie laterali con due attaccanti, abbiamo cercato di alzare il baricentro subendo qualche ripartenza ma siamo stati bravi a coprire. Poi quando ci stavamo mettendo 4-1-3-2 abbiamo fatto gol e vinto la partita di fatto, così ci siamo rimessi 4-3-3. Una vittoria di tutti, dalla società, a noi e alla gente. Pensiamo alla prossima». Quindi il piano gara è stato rispecchiato? "Avevo chiesto di fare subito la partita, per forza di cose dovevamo vincere, ma senza perdere gli equilibri. Bravi i ragazzi a giocarla così come l'avevamo preparata, anche con il 4-4-2. Abbiamo applicato quello che abbiamo preparato in settimana, complimenti ai miei ragazzi". Il rischio coperta corta, ad esempio a sinistra con un Ermacora in meno? "In certe situazioni dovresti per forza mettere un destro a sinistra, la coperta però è corta a centrocampo perché senza Paulinho e Giorico in questo momento hai Lodi, Steffè, Giorico con Maracchi che si è allenato poco ma ci ha dato una grossa mano e Salata che è in gran crescita, ma indipendentemente da questo, siamo questi e siamo soldati disposti ad andare in guerra". E ora si va avanti... "La prossima saremo ancora più in difficoltà in quanto saremo cortissimi ma cercheremo di creare situazioni diverse o puntare sulla cattiveria, proveremo a vincerla".

- Roberto Degrassi ha intervistato Mario Ghiacci: che messaggio si sente di lanciare ai tifosi dell'Allianz?«Di avere fiducia. Noi siamo fiduciosi».Trieste, a poco più di un mese dal raduno, sta completando il suo mosaico. Dopo la firma del centro Usa Devonte Upson, restano due posti da occupare. Ruoli-chiave, peraltro, visto che gli spot vacanti sono quelli degli esterni. La capacità offensiva dell'Allianz che verrà passa proprio dalla guardia e dall'ala piccola. Serviranno punti e leadership.Il presidente della Pallacanestro Trieste Mario Ghiacci avverte che non c'è fretta. Lo scenario e l'offerta sono mutevoli.«La squadra è fatta per 8 decimi. Il mercato degli esterni è ricco, possiamo pescare con una certa calma».
L'ultimo arrivo, il centro Upson, è un nome a sorpresa. "In realtà lo stavamo considerando già da un mese. Quando si è presentata la possibilità di chiudere la trattativa alle condizioni che potevano andarci bene l'abbiamo fatto in tre ore. Ha esperienza europea, salta, corre, difende, per fare un esempio rispetto a Cooke ha più senso del basket". Impressioni sulla squadra in cantiere? "Assolutamente positive. Udanoh lo conosciamo, Laquintana è giovane e motivato e Grazulis era uno dei giocastori più interessanti della A2". In questa fase del mercato si vede di tutto. Club che sembravano in difficoltà e che ora sono iperattivi, società che procedono con piedi di piombo. "Io ho un'abitudine: non occuparmi mai di quello che fanno gli altri. Penso a fare il meglio che posso". Era per dire che la difficile fase del post-lockdown viene affrontata in modi diversi...."Il momento non è semplice. Rendiamoci conto, ad esempio, che noi nell'ultimo anno abbiamo dovuto sopravvivere a due tempeste: il caso Alma e poi la crisi post-coronavirus. Posso dire che aver chiuso in pareggio il bilancio è un risultato storico? È stata dura. Ma ce l'abbiamo fatta. I nostri conti sono in equilibrio e possiamo andare avanti a testa alta".
Le risorse per il futuro presentano però anche punti interrogativi. Non si sa in che misura gli effetti della crisi incideranno sui partner e quando si tornerà a spalancare le porte dei Palasport al pubblico. "Verissimo. Infatti non possiamo azzardare previsioni alla leggera". Si sperava che potesse passare il credito d'imposta sulle sponsorizzazioni. E invece..."E invece la richiesta è stata respinta e questo rischia di essere un problema enorme per uno sport come il basket che non si regge sui diritti televisivi a differenza del calcio. Le risorse sono gli sponsor e il pubblico. Ma senza certezze è dura. Durissima".
Capitolo abbonamenti. Qualche società ha lanciato la campagne all'insegna di proposte creative. "Ribadendo che non guardo agli altri, penso però che ci sta che ognuno pensi alle soluzioni. Al momento posso dare ai miei abbonati una certezza su quando e quanti posti saranno a disposizione? No. Posso limitarmi a sperare. Ipotizzare. Io dico che l'abbonato va rispettato regalandogli promesse che siamo in grado di mantenere". A proposito, quante sono state le richieste di rimborso dopo la chiusura anticipata dell'ultimo campionato? "Neanche un centinaio. Su oltre 4mila abbonati. I tifosi ci hanno premiato. E io dovrei andare a mettere loro le mani in tasca in questo momento? Ma anche no...Non ho voglia di illudere nessuno dando numeri o date. Abbiamo iniziato uno studio per immaginare una possibile capienza dell'Allianz Dome nel rispetto dei protocolli. Quella che inizia sarà una settimana in cui ci occuperemo soprattutto di questo". Aveva detto che pensavate di incentivare i gruppi familiari.Quello è stato il primo pensiero. Potremmo pensare anche a gruppi ristretti di conoscenti o amici senza vincoli di distanziamento sociale. Ma finchè non ci saranno disposizioni ufficiali al riguardo restiamo nel campo delle ipotesi. Grazie a Dio a Trieste non dobbiamo porci il problema se il pubblico verrà al Palasport. Dobbiamo solo chiederci quanto ne potremo fare entrare. I tifosi non ci hanno mai tradito. E noi non tradiremo loro".

- Su City Sport odierno invece, a firma del sottoscritto, c'è l'intervista ad Alessandra Orlich su lato pallamano. Un ruolo pesante, quello che la neo presidente ha ereditato da Giuseppe Lo Duca, al tempo stesso c’è la volontà di scrivere nuove importanti pagine per una società che nutre il desiderio di far parlare nuovamente di sé.
Quasi tutte le belle storie nascono da un episodio: è stato così anche per lei? “È iniziato tutto quasi per gioco, dopo una chiacchierata intercorsa con Lucio Brandolin. Da un anno e mezzo sono tornata a Trieste e, dall’invito di venire a vedere una partita di questa squadra, ho cominciato pian piano a frequentare questo ambiente: lì ho capito cosa volevo fare da grande”. Il suo ruolo di mental coach degli ultimi mesi, proprio con i giocatori biancorossi, ha in qualche modo contribuito a questo punto di arrivo? “Ha sicuramente contribuito a farmi scoprire la bellezza di questo sport e il lavoro che c’è sempre stato all’interno della società. C’è stata da subito una collaborazione incredibile in tutti gli ambiti sin dai primi momenti, il fatto che si sia creato un filo diretto molto stretto per cui da un’idea scatta immediatamente una telefonata per condividere l’idea stessa è a tutti gli effetti un fattore per il lavoro che siamo chiamati a fare tutti assieme”.
Cosa significa per lei sostituire un pioniere di questo sport come il “Prof”? “È una responsabilità enorme, perché sappiamo tutti quello che ha saputo dare alla pallamano italiana. Lo Duca è stato a dir poco epico, so che questo incarico potrà potenzialmente darmi tanti pensieri ma anche tante soddisfazioni. Penso di essere una persona col pelo sullo stomaco, ora c’è bisogno di una mentalità “smart” che ci permetta di essere competitivi in tutti gli ambiti, specie nel marketing e nella comunicazione”.
Ha dichiarato che l’intenzione è quella di tornare al titolo nel giro di tre anni: una bella sfida, non trova? “L’idea sulla carta c’è, ora dovremo essere in grado di tramutare questa idea in realtà. Ma alla base di tutto dobbiamo essere in grado di mantenere le emozioni che questa squadra ha sempre saputo trasmettere nei suoi primi 50 anni: ripartiamo da qui, il punto iniziale è questo”.
Questa disciplina attualmente non vive certo di una popolarità ai massimi storici: cosa ne pensa? “Credo invece che questo punto possa essere una sfida per crescere ancora più velocemente: è indispensabile far conoscere maggiormente la nostra realtà, non è un caso che all’interno delle scuole ci conoscano di più i ragazzini che gli adulti. Dobbiamo tornare a far parlare di pallamano anche nei bar, come succede per altre realtà cittadine: abbiamo un bel progetto che vogliamo condividere a breve con tutti, dalle istituzioni sino ai nostri tifosi”.
Quale è il messaggio che Alessandra Orlich vuole trasmettere all’intero ambiente? “Per noi il prossimo sarà un campionato di qualità e di divertimento: alla città chiedo fiducia e sostegno, per la Pallamano Trieste le cose cambieranno”. 

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Caricamento...
  • Chi sta navigando   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×
×
  • Crea Nuovo...
×
Il Forum di Elsitodesandro
Indice
Attività
Accedi

Accedi



Cerca
Altro
×