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I suntini sandrini di martedì 29 dicembre 2020


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MARTEDÌ 29 DICEMBRE 2020

- Quanto vale il fattore campo in tempi di porte chiuse? Molto meno del solito, perchè giocare con il Red Wall e la coreografia della Curva Nord è mettere benzina pregiata nel motore dell'Allianz, ma qualcosa vale ancora. Ed è su quel qualcosa che la squadra di Eugenio Dalmasson dovrà programmare l'inizio della sua risalita. Lo scrive Roberto Degrassi oggi su "Il Piccolo": Treviso domani, Varese domenica e per la Befana Reggio Emilia. Con un filotto il campionato biancorosso cambierebbe completamente volto e ambizioni. Prospettiva complessa ma di questi tempi l'Allianz deve anche scuotersi e ritrovare fame e orgoglio.A Pesaro ha trovato un avversario che ne aveva di più. Non è solo questione di gambe e fiato. I limiti attuali di Trieste sono noti, qualcuno è spompato, qualcun altro atleticamente non è al top e il suo gioco ne risente, ma esistono problemi che vanno oltre al tono fisico. Il 6 su 15 dalla lunetta è tragico e se errori nel finale possono accampare l'alibi della stanchezza va anche detto che il ciapanò era iniziato ben prima, con l'agghiacciante 1 su 4 di Grazulis ad esempio.
Se spezza il cuore vedere la frustrazione di Juan Fernandez, sfinito, quando vede la partita scivolare via va anche detto che l'intensità non è patrimonio di tutti. C'era più partecipazione e intensità in panchina con Coronica e Cavaliero, non entrati, che in qualche anima vagante sul parquet. Se il tour de force non agevola la condizione atletica per battagliare alla grande a rimbalzo va anche detto che l'anedottica del basket è piena di esempi di gente che non saltava nemmeno una copia de Il Piccolo ma sputava l'anima e sotto i tabelloni piantava le mine. In sostanza, la condizione precaria sta sicuramente falsando il campionato dell'Allianz dando una dimensione inferiore al potenziale del roster ma si può comunque fare molto meglio. Coach Dalmasson ha replicato stizzito, quasi infastidito, alle domande sulla debacle a rimbalzo. Premesso che ogni opinione è legittima e che un meno 20 è oggettivamente clamoroso, la reazione è una buona notizia perchè va più lontano una squadra orgogliosa e incazzata di una fatalisticamente scarica. Il calendario ipercompresso non deve diventare la coperta di Linus degli alibi. Questa Trieste ha bisogno di ritrovare fiducia e cattiveria, non di specchiarsi smarrita nelle incertezze.Nell'Allianz balbettante del postCovid ci sono giocatori che stanno deludendo più degli altri.
LAQUINTANA Dov'è finito il Tommy bello della Supercoppa? Quello che difendeva accanitamente, che volava sul parquet su ogni palla vagante, che metteva triple ignoranti con sfrontatezza e subiva falli dai piccoli avversari? Da troppe partite va in campo un giocatore spersonalizzato, confuso, timido, contratto. Il meno 5 di valutazione a Pesaro racconta tutto. E Tommy è stato tra i pochi a non essere stato contagiato. L'Allianz ha bisogno di ritrovare l'altro Laquintana soprattutto perché il buon Lobito ha una muscolatura che regge a fatica troppi impegni tirati ravvicinati e c'è disperatamente bisogno di chi gli possa permettere di tirare il fiato. A Pesaro in certi frangenti avrebbe probabilmente pagato di più l'opzione Cavaliero.
UDANOH Inutile cercare giri di parole. Per il rapporto qualità-prezzo è la delusione della stagione. Non potremo arrivare al girone di ritorno accontentandoci solo di ricordare la prova monstre contro Cantù e la buona difesa a Sassari. Nessun rimbalzo a Pesaro, un tiro dal campo in 19 minuti. Da 5 subisce Cain, per spostare da 4 dovrebbe metterla. Apparentemente nessuna reazione mentre Cain e Zanotti lo sbranano. Dovrebbe essere il califfo biancorosso ma troppe volte ricorda Mitchell. Nel settore lunghi gli U2 (Udanoh e lo sfiduciato Upson) ormai suonano il liscio. L'unico oltre la sufficienza è Delia, cui al termine del tour de force scadrà il mensile. Ma di questi tempi è impensabile lottare sotto senza di lui. 

- Contro le grandi del campionato, la Triestina ha sempre fatto la voce grossa: molto spesso ha vinto, in ogni caso ha disputato buone prestazioni e ha dimostrato di poter ambire legittimamente al titolo di grande regina del ballo. E allora perché l'Unione naviga ancora al sesto posto, a cinque punti dalla vetta? Ne parla oggi Antonello Rodio sul quotidiano locale: tutto è dovuto al fatto di aver perso troppi punti per strada con le cosiddette piccole, a non aver avuto in un paio di partite il killer instinct necessario per poter portare a casa vittorie che sembravano acquisite. Non è un discorso che al momento si può ricollegare al cambio di panchina, ma riguarda più in generale le caratteristiche della squadra, anche se ovviamente solo il passare del tempo potrà dire come si comporteranno gli alabardati nell'era Pillon. Fatto sta che è vero che al momento con il nuovo tecnico la Triestina ha sconfitto Perugia e Südtirol e ha pareggiato a Padova una partita che meritava di vincere, ma va anche ricordato che con Gautieri la squadra aveva battuto il Modena (ovvero l'attuale capolista insieme a Padova e Südtirol), aveva sconfitto il Cesena, ora quarta in classifica e rivelazione del campionato, e aveva perso a Salò una partita che francamente non meritava di perdere. Insomma, questa tendenza a ben figurare con le squadre più quotate, la Triestina l'ha dimostrata fin da inizio stagione: una questione di motivazioni? O forse di maggiore facilità ad affrontare squadre meno chiuse che giocano solo per non prenderle? Difficile dirlo. Su questo fronte, il Padova è quasi il contrario: spesso cinica con le piccole, la squadra di Mandorlini ha perso invece con Perugia, Modena e Feralpi, e meritava di farlo anche con l'Unione. Di certo, se ora l'Unione è in ritardo sulla tabella di marcia, è per la mancanza di continuità contro le squadre di bassa classifica. Perché sono arrivate le vittorie contro Fermana, Vis Pesaro, Ravenna e Imolese, ma è anche vero che la squadra alabardata ha perso addirittura con due matricole, ovvero Matelica e Legnago, oltre che con il Gubbio. Ma a destare il maggior rammarico, a dire la verità, sono i tre pareggi contro Virtus Verona, Arezzo e Carpi: tre partite che la Triestina aveva in mano perché era già in vantaggio, vittorie svanite nei finali di gara, quando è stata raggiunta dai rispettivi avversari. Sono 6 punti persi in finali di gara gestiti non perfettamente: per capire la loro importanza, basti pensare che avesse avuto anche quei punti in saccoccia, l'Unione sarebbe stata ora sola al comando. È proprio in queste occasioni, che in fondo è mancato un po' Gautieri. Ora Bepi Pillon, che ha già dimostrato di saper proporre una squadra solida e competitiva contro le squadre più quotate del lotto, dovrà dimostrare che la Triestina è capace di domare anche le piccole, tradizionalmente rognose per il loro modo di giocare e di chiudere gli spazi. E il nuovo tecnico alla ripresa del campionato avrà subito due banchi di prova perfetti a proposito, visto che nella prima partita del 2021 la Triestina ospiterà il Fano, penultimo in classifica, e che poi farà visita a Mantova e Matelica. Non perdere punti contro queste squadre, potrebbe essere il trampolino di lancio per un grande girone di ritorno.

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