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I suntini sandrini di venerdì 23 aprile 2021


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VENERDÌ 23 APRILE 2021

- Regolarmente in campo domenica a Masnago contro Varese, l'Allianz si appresta a riprogrammare il suo finale di stagione. Il "caso Brindisi" , dieci giocatori positivi al Covid e una situazione che ha obbligato l'azienda sanitaria pugliese a mettere in isolamento l'intero gruppo squadra per dieci giorni, ha obbligato la Legabasket a rivedere le date dell'ultima giornata. L'epilogo della stagione slitta da domenica 2 a lunedì 10 maggio, un lungo periodo di stop che servirà alla formazione pugliese per recuperare le tre gare contro Sassari, Trento e Varese e dare una volto definitivo alla classifica stilando così la griglia play-off. Per Trieste, ma in generale per tutte le squadre della serie A, una situazione da gestire come racconta il tecnico biancorosso Franco Ciani. «Il rinvio dell'ultima giornata di campionato è evidentemente un fattore che comporta un cambiamento nella programmazione- sottolinea il coach friulano-. Si giocherà dopo quindici giorni dal turno di domenica prossima, di lunedì, a stretto contatto poi con i playoff per chi vi parteciperà. Si avranno uno o due giorni per poter imbastire tatticamente la partita o la serie e andare a giocare la prima gara. E' ovvio che bisogna rimodellare e rivalutare tutto. C'è il tema della gestione delle energie e la pianificazione di un lavoro anche fisico e di mantenimento, di consolidamento della condizione, ma soprattutto sarà molto importante il lavoro a livello mentale di concentrazione e di attenzione». Un'analisi che richiede un'attenta gestione del finale di stagione. «A quaranta minuti da quelli che saranno i verdetti definitivi della stagione regolare e dal raggiungimento o meno degli obiettivi che ogni squadra si era prefissata- continua Ciani- sarà importante non perdere la concentrazione in vista dello stop della cadenza settimanale delle partite. Riuscire a dare un po' di riposo gestendo l'aspetto fisico, ma soprattutto mantenendo alta l'attenzione sull'ultima gara non sarà semplice, se poi si aggiunge il fatto che poi si debba riassumere tatticamente in fretta un approccio ai playoff, la situazione diventa ancora più complessa». Dal generale al particolare, l'analisi tocca poi il momento dell'Allianz. «Per quanto ci riguarda- conclude Ciani- credo che una squadra che è in crescita o è in un buon momento e viene da prestazioni progressivamente migliori avrebbe tutto l'interesse a continuare a giocare, con un ritmo anche incalzante al limite, ma che possa cavalcare la crescita, la positività delle ultime gare. Fermare una squadra che è abbastanza in ritmo è sicuramente peggio che dare un attimo di respiro a chi invece attraversa un momento di difficoltà. Poi vedremo il responso del campo. L' esempio più lampante è forse il nostro ritorno dal Covid: giocare ogni 3 giorni ci ha permesso di fare ogni volta un passettino in avanti, con stanchezza e difficoltà certo, ma che veniva controbilanciata dalla crescente positività di gara in gara»

- Da quando è entrato in campo Santiago nella partita della vita di Guido Gomez e della compagna Erika, le giornate si son fatte piacevolmente più corte. Obblighi di un felice papà da alcuni mesi, professionista apprezzato in campo e miglior marcatore nella stagione alabardata. Una sfida l'italo-argentino l'ha già vinta, battere se stesso nel numero di reti stagionali. Con 13 gol in campionato, il precedente record con il Renate è stato infranto. Il sole sul Rocco e il verde brillante del manto erboso accompagnano i pensieri del numero 25 in questa parte conclusiva di annata. «Ad inizio stagione sapevo di far parte di una squadra forte, ero tranquillo potessero occasioni e reti. Sono felicissimo dei 13 gol ma consapevole di dover fare di più, tutti noi possiamo farlo. Speriamo già nel finale di quest'anno». Protagonista a turno con Litteri, tra gol decisivi e lavoro sporco. «Con Gianluca mi trovo molto bene, e così anche con Davis mentre ho giocato un po' di meno con Pablo quest'anno. I risultati arrivano sempre quando con il tempo si lavora bene assieme». Cosa c'è dietro a questa Unione grande con le grandi? «E' dettato dal fatto che lasciano giocare di più e dunque escono le nostre qualità di gioco. Non deve essere una scusa però nell'affrontare squadre più chiuse». Un'allerta rosso lungo la via che porta domenica a Fano? «Loro si devono salvare e avranno il coltello tra i denti, sta a noi cercare di vincere per arrivare più in alto possibile. Contro squadre piccole dobbiamo essere più scaltri a sfruttare le palle inattive, oltre ad avere maggior cattiveria». Al netto dell'infortunio invernale, sempre in campo. Ha mai sentito la fatica? «E' stato un anno molto particolare tra Covid ed infortuni, all'inizio mi ero adattato a fare l'esterno, ma per me giocare è tutto, vivo per il calcio. Anche io sono stato fermo un mese e mezzo, chissà, forse proprio perché ho giocato molte partite ravvicinate, ma è un motivo di orgoglio. Per il bene della Triestina, se ci fossero stati tutti quanti, talvolta sarebbe stato un bene anche rifiatare».Quanto carisma esce dalla porta di questo spogliatoio? «Ci sono grandi calciatori e persone, da Pablo a Brivio, Lopez, Lepore, Lambru e tutti gli altri. Per noi giovani sono importanti, ti fanno capire quanto vale il lavoro della settimana, per il resto basta guardare loro come esempi». Arrivato con Pavanel quale alternativa a Granoche-Costantino, lanciato da Gautieri, punto fisso anche con Pillon. «Non smetto di ringraziare mister Gautieri perché mi ha dato grandissima fiducia. Con Pillon uguale, mi dà tantissima fiducia e cerco di ripagarla guadagnandomi il posto». Maggio sarà tempo di play-off. E' più una Triestina da gara secca o da doppio confronto? «Pensiamo a Fano prima di tutto, al Mantova e poi il pensiero andrà ai play-off. Quello che farà la differenza sarà la voglia di vincere, senza il pubblico e il fattore campo non fanno tanto la differenza i 90 minuti o i 180, ma il fuoco che hai dentro e la voglia di portare a casa il risultato. Noi siamo in una società che se sali di categoria, hai tutto. Inoltre siamo consapevoli di essere forti». 

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