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MERCOLEDÌ 3 NOVEMBRE 2021

- «Mi avessero detto, prima di cominciare, che dopo sei giornate saremmo stati alla pari con i campioni d'Italia della Virtus Bologna avrei fatto i salti di gioia. Certo, il calendario ci ha dato una mano proponendoci quattro sfide all'Allianz Dome, ma siamo stati bravi a sfruttarle. Vincere, in un campionato così equilibrato, non è mai scontato». Mario Ghiacci, presidente biancorosso intervistato da Lorenzo Gatto, traccia un bilancio parziale di questo primo scorcio di stagione regolare. Allianz alle spalle dell'Armani capolista e all'inseguimento di Brindisi, assestata sul podio del campionato assieme a Segafredo Bologna e Treviso.QUALITÀ «Siamo contenti di quello che abbiamo fatto fino a oggi - sottolinea Ghiacci - Otto punti in classifica non erano affatto scontati, siamo riusciti a farli e questo ci regala un attimo di tranquillità per affrontare le prossime sfide. Aldilà della classifica, quello che mi piace sottolineare è la sensazione di compattezza che siamo riusciti a dare in queste prime giornate. Una squadra che lotta, non molla mai ed è capace di buttare il cuore oltre l'ostacolo. In questo senso la vittoria contro Napoli è un po' il manifesto di queste qualità».POTENZIALE Eppure, nonostante il miglior inizio di stagione da quando la squadra si è riaffacciata sul palcoscenico della serie A nel 2018, l'impressione è che quest'Allianz non stia ancora esprimendo tutto il suo potenziale ed abbia margini di crescita. «Lo penso anch'io - continua Ghiacci - vedo una squadra che deve ancora trovare continuità di rendimento nell'arco dei 40 minuti. Questo è un gruppo che ha senso se messo in campo nel modo in cui l'abbiamo immaginato in fase di costruzione. Una squadra composta da 10 giocatori ognuno con un suo ruolo specifico. L'assenza di Campogrande si è fatta sentire, stravolgendo un po gli equilibri e costringendoci a giocare in alcuni momenti con i tre piccoli in campo. Ma vale anche per i lunghi. Senza Konate, a Pesaro, siamo andati in difficoltà. Avevamo appena ritrovato la rosa al completo, ora speriamo che la distorsione alla caviglia che ha rimediato Campogrande non sia grave».IL LEADER Sublimare il concetto di squadra non significa rinunciare alla presenza di un leader. In questo senso la scelta di Banks sta pagando. E non solo per quanto il giocatore sta facendo sul parquet. Domenica, alla fine del primo tempo contro Napoli, assieme a coach Ciani le corde giuste per suonare la carica e propiziare la rimonta le ha toccate lui. «Lo abbiamo preso per questo, per il carisma che esprime. La cosa importante era che la squadra lo accettasse e per quello che vedo i suoi compagni di squadra lo apprezzano e lo ascoltano. In generale, vedo un clima molto buono. In questo senso le vittorie aiutano perchè creano amalgama e rispetto reciproco ma, domenica scorsa contro Napoli, mi ha fatto piacere vedere Sanders correre incontro a Cavaliero dopo le bombe segnate o Konate congratularsi con Delia per i liberi che ci hanno dato la vittoria».LA SORPRESA «Konate, senza dubbio. Sapevamo che aveva qualità importanti ma sta disputando un ottimo inizio di stagione. Ricordiamoci che ha 24 anni, è ancora acerbo ma può crescere ancora tanto. Se trova il giusto equilibrio e la necessaria disciplina in campo può essere uno dei top player del campionato. Aspettiamo lui così come Sanders, un ragazzo nel quale crediamo e che, siamo convinti, non abbia ancora espresso tutte le sue qualità».PUBBLICO In crescita, giornata dopo giornata, anche se il muro delle duemila presenze (contro Napoli 1888) non si riesce ad abbattere. «Sono fiducioso - conclude Ghiacci - credo che se la squadra continuerà a raccogliere i risultati che sta ottenendo potremo pian piano riportare al palazzo i tifosi. Che sono, lo ripeto sempre, la risorsa più grande di questa società. Non tanto quest'anno, visto che la presenza di Allianz ci garantisce una stagione con i conti in equilibrio, quanto per i campionati a venire. Per un club come il nostro, il botteghino resta fondamentale per sopravvivere».

- Circa 450 spettatori in più rispetto alla media delle partite precedenti, ma soprattutto un tifo vivace e pressoché costante per l'Unione invece del silenzio (o quasi) delle sfide precedenti al Rocco. Questo il primo risultato dell'apertura della Curva Furlan, avvenuta domenica nel match contro la Feralpisalò.Per la partita contro i gardesani, i presenti allo stadio sono stati in totale 1243. Nelle partite precedenti, fra il minimo dei 655 con il Mantova (ma era di mercoledì alle ore 18) e il massimo dei 928 con l'Albinoleffe, la media spettatori era stata di circa 800. L'apertura della curva, invocata da moltissimi tifosi nelle prime settimane di campionato, ha avuto quindi un buon risultato, visto che i presenti sono aumentati di oltre il 50 per cento.Certo i numeri non sono ancora eclatanti, ma almeno hanno consentito di fronteggiare un po' i costi per l'apertura del settore. Alla fine i paganti in curva sono stati 536 e questo offre alcune indicazioni su quali sono stati i flussi dei tifosi: è chiaro che non tutti i presenti in curva erano infatti alla loro prima esperienza stagionale allo stadio. Infatti i numeri della Colaussi parlano chiaro e indicano che dalla gradinata se ne sono andati circa 170 spettatori rispetto alle precedenti partite, quasi tutti in direzione curva, ma qualcuno anche in Tribuna Pasinati, anch'essa riaperta al pubblico. In pratica ci sono stati circa 150 tifosi che hanno preferito traslocare dalla gradinata in curva, nonostante il prezzo del biglietto fosse identico. E questo a ribadire quanto sostenevano alcuni tifosi nelle scorse settimane, ovvero la preferenza di molti per la curva dove si vive la partita in maniera molto più passionale, e dove in fondo erano abituati ad andare da anni.In ogni caso non ci si poteva aspettare che alla prima riapertura arrivassero subito numeri massicci per vari motivi: ormai le abitudini consolidate in quasi due anni di chiusure sono dure a morire, se a questo ci aggiungiamo il green pass, è ovvio che bisognerà insistere e lavorarci sopra. Tra l'altro per un afflusso più numeroso conta molto l'attrattiva della squadra, che finora non era certo stata eccezionale, anche se la partita con la Feralpi sotto questo aspetto è stata un buon spot vista la prestazione della Triestina, anche se purtroppo c'è stata l'amarezza finale della mancata vittoria. Ma gli applausi finali dei presenti la dicono lunga su quanto i tifosi abbiano apprezzato lo spettacolo, per cui un loro ritorno è quasi scontato.E poi c'è un altro dato che i freddi numeri non possono dare, perché si può misurare solamente in decibel. Ed è quello del tifo. Ebbene nonostante l'annunciata assenza dei gruppo dei ragazzi della Curva Furlan, gli ultras per intenderci, gli altri curvaioli si sono fatti sentire eccome. Dall'entrata in campo delle squadre fino alla fine, pur con qualche comprensibile piccola pausa, il tifo dalla Furlan è stato incessante ed energico, e ha sciorinato tutto il repertorio di cori che erano la routine fino a due anni fa. Sarà stato anche questo ad aiutare la squadra a fare una bella prestazione? Probabile, come è vero che proprio la squadra ora deve darsi da fare per attirare ulteriori nuovi spettatori. Un circolo di sostegno reciproco che va alimentato con tifo, prestazioni e risultati.

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