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VENERDÌ 11 MARZO 2022

- Nel corso degli anni, fin dalla sua nascita, di maledizione del Rocco si è parlato spesso. Come scrive Antonello Rodio,  tutto è iniziato proprio dalla sua inaugurazione nel 1992 con la sconfitta con la Vis Pesaro, che andò a guastare la festa per il battesimo dello stadio. Ma poi sono stati tanti gli eventi cruciali della storia della Triestina finiti con cocenti delusioni, tra le più recenti soprattutto la finale play-off persa con il Pisa, ma anche altri di minor impatto, il più fresco l'eliminazione al primo turno dello scorso anno con la Virtus Verona.In realtà il Rocco ha ospitato anche importanti vittorie alabardate e salvezze raggiunte in extremis, ma si tende sempre a ricordare di più gli eventi negativi. In ogni caso, riguardo alle partite finite male, finora ci si riferiva soprattutto a singoli eventi.Quest'anno siamo invece di fronte a un'intera stagione nella quale, oltre a mancare sempre nelle gare chiave che dovrebbero segnare il definitivo salto di qualità, l'Unione finora ha trovato molte più soddisfazioni in trasferta che sul terreno del Rocco. Tanto che in questo campionato la squadra di Bucchi ha fatto molti più punti lontano da casa rispetto a quando gioca a Valmaura. I numeri lo evidenziano in maniera clamorosa. La Triestina di questa stagione, nella classifica delle partite giocate in casa a stento guadagna l'ultimo posto utile dei play-off: è infatti appena decima per rendimento nelle gare interne, e con 21 punti in 15 partite viaggia a una media di appena 1,4 punti a match. Di tutt'altro tenore il cammino in trasferta, dove l'Unione si è scoperta corsara e non solo occupa il quarto posto della classifica generale, ma è a una sola lunghezza dalle seconde in questa graduatoria, ovvero Padova e Albinoleffe. Ben 26 i punti guadagnati dagli alabardati fuori casa, per una media di 1,73 punti a gara. In pratica, Sudtirol a parte che viaggia forte sia in casa che fuori, la Triestina ha accumulato al Rocco tutto lo svantaggio che la separa da Padova, Renate e Feralpi, perché il cammino esterno è invece da big.Naturalmente i punti raccolti sono il risultati di vittorie, pareggi e sconfitte: e qui il dato diventa ancora più significativo. La squadra di Bucchi quest'anno è stata già capace di vincere per ben 8 volte in trasferta, un vero record, mentre i pareggi sono stati 2 e le sconfitte sono state 5. Sono state invece molte di meno le gioie davanti ai propri tifosi: solo 5 infatti le vittorie ottenute finora al Rocco, mentre vanno registrati 6 pareggi e ben 4 sconfitte. Guardando la classifica generale, sono pochissime le squadre che hanno il curioso dato di fare più punti in trasferta.C'è l'incredibile caso dell'Albinoleffe, che ha ottenuto solo 10 punti in casa (con un solo successo) e ne ha fatti ben 27 in trasferta, e poi quelli dei fanalini di coda Legnago e Seregno, che nella loro stagione negativa hanno fatto molti più punti fuori che fra le mura amiche. Situazioni anomale, che hanno coinvolto però anche gli alabardati. I motivi probabilmente stanno nelle caratteristiche tecniche della squadra, più adatta a giocare di rimessa che a fare la partita. Difficile invece parlare quest'anno di pressioni del pubblico al Rocco, visto quanto poco ce n'è. Anche il famoso discorso del teatro di prestigio che esalta gli avversari lascia il tempo che trova: la struttura dello stadio sarà anche imponente, ma gli spalti vuoti possono essere davvero un motivo di ispirazione agonistica?

- Cambiare atteggiamento. Aumentare l'aggressività. Lottare su ogni pallone come non ci fosse un domani. Impressione di averlo già sentito? Sì. Purtroppo sono i buoni propositi delle vigilie delle ultime partite dell'Allianz. Lo scrive Roberto Degrassi: dopo Brescia, dove pur perdendo Trieste ha combattuto, sono arrivate le sconfitte con Tortona in Coppa Italia e in casa in campionato con Venezia e Sassari. Avversari diversi, canovacci simili: al primo break scoramento e smarrimento, falle in difesa, incertezze in attacco. Buio.Ieri l'Allianz ha riposato dopo il recupero con il Banco di Sardegna. Uno stacco per tirare il fiato e poi cercare di ritrovarsi. La classifica rimane positiva: anche se adesso in nutrita compagnia, Trieste è sulla quarta piazza a 20 punti, la migliore tra i quintetti del Triveneto. Treviso, per dire, è quattro lunghezze dietro. Ma il piazzamento è figlio di un girone d'andata eccellente. Nel ritorno i biancorossi hanno perso 4 gare su 5. Ma hanno perso anche l'identità. Nel girone d'andata quella triestina era una delle migliori difese del campionato. Subiva 78,6 punti, segnandone 77. Adesso segna suppergiù gli stessi punti ma ne concede agli avversari 84. Dove prima i finali erano in volata e spesso vincenti adesso le partite nell'ultimo quarto hanno un esito già segnato. Per uscirne, due le strade: o l'Allianz aumenta il suo potenziale offensivo oppure torna a difendere sbucciandosi gomiti e ginocchia come nella prima parte della stagione.In attacco Trieste fa dannatamente fatica. Le difese avversarie curano con particolare riguardo Banks e, limitato il pistolero, non abbondano le alternative petrimetrali. Le triple di Mian se la giornata è quella buona, il cuore immenso di capitan Cavaliero. Davis segna una decina di punti di media, tirando con il 31,7% da tre ma soprattutto subendo appena 1,8 falli e esibendosi una volta a partita dalla lunetta. Non un gran indice di intraprendenza, insomma. Ty-Shon Alexander, al momento, resta un enorme punto interrogativo. Non è un play. Le referenze che lo accompagnavano parlavano di un buon tiratore dalla distanza e ottimo difensore. Non pervenuto finora su entrambi i fronti. Aggiungiamoci una personalità da debuttante, nonostante i 4 mesi trascorsi alla scuola delle Vu nere.Ciani nel dopogara ha precisato che Trieste non ha le porte girevoli sul mercato ma mezze frasi fanno capire che è insoddisfatto del rendimento dell'ex virtussino e non potrebbe essere diversamente. Finora nullo sul piano agonistico, la guardia Usa è costata alle casse biancorosse almeno 100mila euro, tra luxury tax per accedere al 6+6, mancato premio di valorizzazione italiani e ingaggio.Il coach dovrà trovare il sistema per sfruttare quello che possono dare i mezzi del giovanotto che finora ha fatto rimpiangere Sanders, Hickman, Elmore e...Bossi. Non è solo Alexander il problema, però. Dopo la gara persa con Venezia Cavaliero negli spogliatoi aveva denunciato un atteggiamento che non gli piaceva. «Non ho visto aiuti in campo nè incoraggiamenti dai compagni in panchina». Una scena che si ripete. Con due eccezioni. I triestini, appunto. Lui e Deangeli, non a caso impiegato per 22 minuti contro Sassari per cercare di aumentare lo spirito di reazione del gruppo.Senza Fernandez all'Allianz manca la leadership emotiva, la garra. Quella capacità visionaria di provare a rovesciare aqnche le sfide impossibili. Qualcosa che le statistiche non raccontano.

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