SandroWeb Posted March 20, 2023 Report Share Posted March 20, 2023 LUNEDÌ 20 MARZO 2023 - Quasi cento metri di corsa per esultare sotto la Furlan. A qualcuno sarà venuto in mente uno scatto analogo di Costantino nell'anno del centenario, altri avranno cercato nei cassetti della memoria l'ultima volta che un gol al Rocco ha provocato un boato così forte. Jerry Mbakogu finalmente ha vissuto l'emozione del gol con la maglia della Triestina. Come scrive Guido Roberti su "Il Piccolo", un gol prezioso, meritato, fermamente voluto, commenta l'autore del gol. «Ho provato una sensazione liberatoria, un attaccante vuole sempre segnare in una partita così importante e farlo da punteggio di svantaggio mi ha dato una carica incredibile. Da quando sono arrivato inoltre ho subito sentito il feeling con i tifosi quindi la corsa mi è venuta naturale». Il nigeriano si è mosso bene lungo il fronte offensivo, l'abilità nel creare gli spazi era già nota. A Meda aveva aperto l'azione del gol di Pezzella, ieri gia' nel primo tempo ha servito un ottimo assist a Tavernelli, ma il gol è un'altra cosa. «L'attaccante vuole sempre segnare ma la cosa più importante per noi in questo momento è vincere, se segno e vinciamo è normale che sono ancora più felice». Lei è arrivato sul finire del mercato, quindi non ha vissuto la prima parte disastrosa. Che Triestina ha trovato?«Io ho accettato di venire qui quando ho visto la rosa che c'era, una rosa con giocatori forti ed ero convinto che avremmo potuto fare questa parte di campionato molto bene e ci stiamo conoscendo molto meglio. I risultati dimostrano che siamo una bella squadra ma ora dobbiamo concentrarci sulle partite che restano e fare molto di più». In questa consapevolezza conquistata negli ultimi tempi da voi come gruppo, sia emotiva che tattica, quanto ha inciso positivamente il fatto che il tecnico vi ha proposto un modulo preciso e da quello non si è mai sostanzialmente discostato? «Il mister crede nel modulo e noi crediamo nel mister, riesce a trasmetterci convinzione nel suo modo di fare calcio e noi lo seguiamo. Siamo un gruppo di giocatori forti ed esperti, crediamo nelle nostre potenzialità». Avete ritrovato anche un maggior afflusso di pubblico. È una conquista. «Siamo veramente contenti di aver trovato il pubblico. Ricevere gli applausi alla fine di una partita in casa dimostra il fatto che vedono che stiamo dando tutto per la maglia ed è quello che faremo da qui fino alla fine». - Poteva essere l'occasione per celebrare mezza salvezza, è diventato invece nuova fonte di stress. Lo scrive Roberto Degrassi oggi sul quotidiano locale odierno: la Pallacanestro Trieste perdendo in casa contro Reggio Emilia ha rimesso in discussione qualsiasi tabella di marcia verso la salvezza ma anche qualche propria certezza. Se l'altra sera all'Allianz Dome doveva andare in scena una prova di rabbia e orgoglio dopo l'imbarazzante tracollo a Brescia non è successo. Niente di tutto questo. Nessuna rabbia. Nessun furore agonistico. Ma, soprattutto, nessuna identità. Al primo momento di difficoltà Trieste ha opposto solo l'incontenibile vena di Bartley, provvidenzialmente recuperato.L'identità difensiva non sta nel concedere tiri aperti o in paio di occasioni a spalancare le porte agli avversari in entrata. L'equilibro di squadra non sta nel vedere i due lunghi titolari prendersi complessivamente otto tiri dal campo, di cui peraltro due dai 6,75. Emanuel Terry, innesto (oneroso) di riparazione dopo il taglio di Pacher, non sta facendo in alcun modo la differenza. Un esordio con i fuochi d'artificio contro Milano e poi un rendimento in costante calo fino al meno 1 di valutazione contro Reggio Emilia. L'impressione è che non riesca a dare nè quello che potrebbe effettivamente fornire nè quello che si vorrebbe desse. In sostanza, non si nota l'upgrade difensivo grazie a rapidità di gambe e atletismo e non si intravvedono nemmeno i primi segnali dell'adeguamento ad ala forte. Nè lungo che intimidisce nè lungo che segna.Un problema che va risolto in fretta. L'adattamento a "4" è un esperimento in corso ma ci sono il tempo e le condizioni per aspettare il risultato della trasformazione? Con sana praticità, dato che l'unico lungo che la mette da tre è Lever, Terry è meglio sfruttarlo per i mezzi che ha di sicuro, gestendo la coabitazione in area con Spencer. La priorità è conquistare in fretta quei punti che permettano di tirare il fiato senza rimandare verdetti in volata o al match con Verona. E in casi come questi il pragmatismo paga.Lo stesso pragmatismo che servirà con Jalen Hudson. Nel dopogara Legovich, commentando gli otto minuti del nuovo arrivato, ha sottolineato che «deve fare un passo avanti verso la squadra» alludendo alla necessità di una prestazione con maggior energia e applicazione. Hudson, che nei video di presentazione di prammatica si è detto certo di portare «energia e leadership», a Scafati avrà la prima occasione per dimostrarlo. Trieste ha bisogno di un'alternativa in attacco a Bartley, in grado di prendersi tiri pesanti. Gli otto minuti visti contro Reggio Emilia hanno raccontato poco: cinque giorni di allenamento, un campionato completamente nuovo, metro arbitrale da collaudare, avversari sconosciuti. Due rimbalzi e una stoppata dicono che Hudson ha reattività atletica, le due palle perse e una difesa abbastanza blanda sul 3 reggiano suggeriscono un richiamo a stare sul pezzo.Anche in questo caso non c'è il tempo per fare esperimenti. Questa settimana servirà a inquadrare Hudson nei giochi biancorossi e lo staff potrà valutare come sfruttarlo. Una settimana che sarà bene sfruttare anche per esercitarsi a lungo dalla lunetta. Contro l'Unahotels Trieste ha chiuso con il 67%. Nei finali punto a punto sono i dettagli a fare la differenza. Anche un tiro libero alla fine può pesare. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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