SandroWeb Posted July 5, 2009 Report Posted July 5, 2009 Da "Il Piccolo" di domenica 5 luglio: C’è la nomina del Papa: Crepaldi il nuovo vescovoFino all’insediamento previsto dopo l’estate Ravignani resterà amministratore apostolico di PAOLA BOLIS In tutte le chiese della diocesi di Trieste i fedeli pregheranno oggi per «la persona e il ministero» di Giampaolo Crepaldi, con il quale «la nostra Chiesa proseguirà il suo cammino, guidata da mano sicura e, con slancio rinnovato, saprà dare testimonianza chiara e coraggiosa della fede che apre alla vera speranza». Così ha detto ieri il vescovo Eugenio Ravignani, annunciando la nomina del nuovo presule effettuata da Benedetto XVI a un anno e mezzo di distanza dalle dimissioni presentate per limiti di età, il 30 dicembre del 2007, da Ravignani stesso. Crepaldi farà il suo ingresso nella diocesi in una data che deve ancora essere decisa, ma con ogni probabilità l’insediamento non avverrà prima di settembre. Destinando Crepaldi alla guida della Chiesa triestina, Benedetto XVI gli ha conferito anche il titolo ad personam di arcivescovo: lo stesso che ad Antonio Santin fu dato nell’ultimo periodo del suo mandato. Fino all’arrivo di Crepaldi sarà Ravignani - sotto la responsabilità diretta del Vaticano - a guidare la diocesi: ieri stesso ha infatti assunto la carica di amministratore apostolico con gli stessi poteri detenuti sinora, confermando per questo periodo i quattro vicari che sin qui lo hanno affiancato. Insomma - ha scherzato Ravignani in una sala della Curia affollata per l’occasione di laici e religiosi e pregna di parole, abbracci e strette di mano - «ho cambiato nome». Una battuta, la sua, per stemperare la densità di una giornata per lui «importante», come l’ha definita celando dietro il sorriso di sempre un’emozione certo forte. Il vescovo ha espresso a papa Ratzinger - destinatario in mattinata di un telegramma inviato assieme a un messaggio rivolto a Crepaldi - la «gioia» e la «vivissima gratitudine per avere voluto affidare la Chiesa triestina a un vescovo di elevata cultura e di vasta e profonda esperienza maturata nel delicato servizio prestato alla Chiesa italiana». «All’arcivescovo Giampaolo» Ravignani ha detto il suo «fraterno affetto»: «Io ora mi ritirerò in silenzio, e in comunione con lui, nelle forme che egli riterrà opportune, servirò ancora questa Chiesa e questa città». Ravignani in realtà manterrà in futuro una serie di incarichi regionali e nazionali, a partire dalla responsabilità degli istituti teologici per la regione triveneta. Sin qui l’ufficialità della comunicazione, cui si è affiancato ieri in Curia l’omaggio a due collaboratori di vecchia data di Ravignani: l’autista personale Bruno Favrin, insignito del Cavalierato dell’Ordine di San Silvestro, e la segretaria Maria Marchi, decorata con la Croce Pro Ecclesia et Pontifice. Stamane intanto i fedeli nelle chiese troveranno un poster con la foto di Crepaldi sovrastata da un «Benvenuto». Un passo atteso a lungo anche perché da ultimo, sebbene il nome del successore di Ravignani fosse già stato individuato, restava da attendere - come ha confermato il presule - che il neo arcivescovo finisse di lavorare, in qualità di segretario del Pontificio consiglio della giustizia e della pace - all’enciclica papale in cui è stato impegnato fino a pochi giorni fa. Oggi, dunque, il primo virtuale saluto dei fedeli all’arcivescovo. In Curia, intanto, la galleria che raccoglie i ritratti dei presuli che si sono succeduti nei secoli andrà ad arricchirsi di quello che raffigurerà Eugenio Ravignani. e PARLA L’ARCIVESCOVO: «MA LA MIA PRIMA PREOCCUPAZIONE È PER CHI SOFFRE»«Aprirò la Curia al mondo del lavoro» Nato a Rovigo, una vita a Roma: «Sono emozionato, per me è un ritorno nel Triveneto» di PIETRO COMELLI «Ho imparato Roma, adesso mi attende la prima elementare per imparare Trieste». Arriva dal Vaticano e il curriculum è di quelli pesanti, ma davanti alla nomina di papa Ratzinger monsignor Giampaolo Crepaldi non nasconde la propria emozione. «Spero di essere all’altezza delle grandi tradizioni ecclesiali, sociali e culturali della città di Trieste», dice il segretario del pontificio consiglio della Giustizia e della Pace. Nato il 29 settembre ’47 a Pettorazza Grimani, in provincia di Rovigo, ordinato sacerdote nel ’71 nella parrocchia di Villadose. Origini venete - compreso il perfezionamento in Filosofia all’ateneo di Padova, dopo la laurea conseguita a Bologna - che non si dimenticano facilmente. Monsignor Crepaldi come ha accolto la nomina a vescovo di Trieste? Sono emozionato, per me questa nomina rappresenta un ritorno nel Triveneto. Confido molto nella preghiera della comunità cristiana di Trieste che saluto e nel dialogo che intendo instaurare con le autorità comunali, provinciali e regionali. Una collaborazione da allargare alle altre chiese e comunità ecclesiali, anche con i fratelli ebrei e tutti coloro che professano la fede in Dio. Condivide la definizione che Trieste anche dal punto religioso è una città laboratorio? È stata e sarà un laboratorio di incontro tra culture ed etnie diverse, tutte concordi a costruire quell’ordo amoris di cui parlava Sant’Agostino. Il fondamento di una convivenza civile e fruttuosa. A Trieste è presente la comunità slovena e il vescovo è chiamato a conoscere anche la lingua della minoranza. I triestini dovranno essere buoni con me, ho imparato Roma e adesso mi attende la prima elementare per imparare Trieste. Un saluto affettuoso va alla comunità slovena, per il momento quella cattolica. Il suo insediamento avverrà dopo l’estate, molto probabilmente a settembre? Questo ancora non lo so, colgo però l’occasione per dedicare il primo pensiero al mio predecessore Eugenio Ravignani e a tutto il clero triestino. Nello svolgimento del ministero saranno loro che mi daranno una mano. Cosa intende portare a Trieste? La mia disponibilità ad aprire la chiesa. Penso al mondo della cultura, con un occhio di riguardo alla prestigiosa Università di Trieste, ma anche al mondo delle professioni. Il lavoro degli imprenditori, degli operai, degli artigiani e dei commercianti è sempre stato collegato alla mia vita episcopale. Ma c’è un aspetto che mi preme trasmettere ai triestini... Prego. Coloro che soffrono e hanno perso il gusto della vita saranno tutti privilegiati e troveranno nel vescovo un interlocutore sempre pronto. La mia prima preoccupazione va a coloro che hanno la vita gravata da sofferenze morali, spirituali e materiali. Spero che con il mio servizio in nome del Vangelo di Gesù Cristo tutti assieme sapremo scrivere delle pagine belle, serene e feconde. e DAL 1994 ALLA SANTA SEDEEsperto in dottrina sociale della Chiesa Monsignor Giampaolo Crepaldi, della diocesi di Adria-Rovigo, ha svolto il suo ministero pastorale come vicario cooperatore nella parrocchia di Villanova del Ghebbo e Castelmassa. Dopo la laurea in filosofia, ha ottenuto il dottorato in teologia e la licenza in diritto canonico. Nel 1977 ha ricevuto l’incarico di delegato vescovile per la pastorale sociale e di direttore del Centro diocesano di formazione professionale. Chiamato nel 1986 a svolgere il suo ministero alla Cei, in qualità di direttore dell’Ufficio episcopale per i problemi sociali e il lavoro, dal 1994 è entrato a servizio della Santa Sede fino ad andare a ricoprire l’incarico di segretario del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. Eletto alla Chiesa titolare di Bisarcio nel 2001, è stato ordinato vescovo da Giovanni Paolo II. Fondatore dell’osservatorio internazionale ”Cardinale Van Thuan” sulla dottrina sociale della Chiesa, è docente di pastorale sociale. e infine intervista al vecchio vescovo: «Lasciare la diocesi, momento di sofferenza»«Amo tanto questa città È bello che io possa continuare a vivere qui» «Fate crescere questa nostra città, che io amo svisceratamente, nella concordia, nel rispetto delle identità diverse, delle diverse lingue e culture e tradizioni e religioni. Fate in modo che sia una città sempre più aperta al dialogo. Un dialogo che deve poi convergere verso un’unità di sforzi perché quello di Trieste sia un futuro senza ombre, un futuro molto bello». Così il vescovo Eugenio Ravignani risponde a chi gli chiede quale messaggio voglia inviare a Trieste in questa giornata per lui così importante. «Lasciare la diocesi, non lo nascondo, è un momento di sofferenza. Si prova un senso dentro... non voglio dire di vuoto, ma quel senso di pensare che non si sarà più vicini alla gente in questo modo... Per me cambia la vita. Certo, se avessi dovuto lasciare Trieste, cosa che peraltro non era nemmeno contemplata, mi sarei sentito peggio. Il poter continuare a vivere in questa città è una cosa bella». Ravignani, vescovo di Trieste dal 1997, si prepara dunque a una nuova fase della sua esistenza, in cui continuerà a «studiare, pregare, mettermi a disposizione per qualunque necessità ci fosse, in accordo con il vescovo che viene». Con Giampaolo Crepaldi c’è stato, naturalmente, un primo contatto, cui altri seguiranno a Roma («ci vedremo anche lì») dopo che martedì l’arcivescovo avrà presentato l’enciclica papale cui ha lavorato. In quali termini Ravignani parlerà al suo successore di Trieste? «Questa - dice il vescovo - è una città che ha bisogno di essere capita fino in fondo anche in quella sua storia che poi lascia strascichi di difficoltà, quando non di tensione se non ancora di divisione. Ha bisogno di essere capita in quelli che sono la sua cultura, il suo modo di pensare, il modo tipico di questa terra anche di essere religiosi, la sua laicità che io definisco sana perché questa non è una città bigotta né chiusa ai valori religiosi. Io credo che i vescovi - e mi riferisco anche alla mia esperienza - abbiano qui sempre avuto la possibilità di dialogare con tutti e di essere da tutti accolti. Ed è questa una delle cose più belle che il nuovo vescovo qui troverà». Un vescovo, Crepaldi, nominato dopo un’attesa di un anno e mezzo. «Per quanto posso dire e sapere - commenta Ravignani a chi gli chiede delle difficoltà che vi sarebbero state a individuare un nuovo vescovo - le difficoltà nascono anche dalla sede: Trieste è una città con alcuni problemi dai quali una località del Veneto, per dire, non viene neanche sfiorata...». E certo Trieste è una realtà complessa, una città di confini e di crocevia con una storia tormentata alle spalle. Ravignani conferma: «Le diverse identità, se si incontrano, finiscono per creare una ricchezza condivisa; se invece si chiudono l’una all’altra, vivono stentatamente. E anche le culture non entrano in dialogo se non ci si apre». (p.b.) Quote
Colaussi89 Posted July 5, 2009 Report Posted July 5, 2009 spero el sia meio de sto ultimo...che sceiglieva i preti a seconda della linea politica...non digo altro. Quote
Stefano79 Posted July 5, 2009 Report Posted July 5, 2009 Xe un evento che no me tocca che evento? [sgt. Hartman mode on] Brutto ateo comunista, adesso mi dici immediatamente che tu vuoi bene alla Vergine Maria, altrimenti ti strappo le budella [sgt. Hartman mode off] :rotfl: :rotfl: Quote
arska Posted July 6, 2009 Report Posted July 6, 2009 (edited) chiii? Edited July 6, 2009 by arlon Quote
Ghost Posted July 6, 2009 Report Posted July 6, 2009 (edited) Che dire... benvenuto e buon lavoro. Sperando che si comporti più da servo di Dio che da servo del vaticano. Edited July 6, 2009 by Ghost Quote
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