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VENERDì 26 GIUGNO 2020

- I tifosi alabardati sono consapevoli che quella che attende la Triestina nei play-off è una vera e propria impresa, ma tra i supporter c'è comunque tanta fiducia in questa Unione. Lo scrive Antonello Rodio su "Il Piccolo" odierno: sperando che la squadra confermi i progressi visti dopo gli innesti di gennaio, sotto sotto si cova anche il gran colpaccio. Anche perché la delusione dello scorso anno con il Pisa è ancora bruciante e ritorna spesso a galla nei discorsi, per cui la speranza è di ribaltare stavolta le previsioni e sorprendere tutti.C'è pertanto ottimismo, a partire da Roberto Latin del Triestina Club Opicina Alabardata-Bar alla Tramvia: «Io penso in positivo, anche in base al rafforzamento della squadra fatta in gennaio. Per me dopo il lockdown è tutto azzerato, non ci sono favorite e in pratica riparte da zero un nuovo minitorneo. La Triestina ha buone possibilità di farcela per vari motivi: la mentalità indotta da Gautieri, la presenza di giocatori che hanno fatto la serie A come Lodi e Brivio, l'esperienza di altri elementi. Io credo che l'Unione possa essere davvero la mina vagante dei play-off. Nel caso poi non si arrivasse in fondo, credo che questa possa comunque essere la base solida su cui costruire, da consolidare solo con l'innesto di alcuni elementi mirati. E spero che dal prossimo anno al Rocco ci giochi solo la Triestina: per me se non hai lo stadio adatto, la regola dovrebbe essere che se vinci ti prendi una pacca sulle spalle e magari anche un premio in denaro, ma ritorni a fare la categoria che puoi fare con la tua struttura. Infine un ulteriore grazie a Biasin per i soldi che mette e a Milanese per il grande lavoro che fa».Fiducioso per questo finale di stagione anche Walter Ulcigrai del Triestina Club Bar Alabarda: «Io penso che le speranze ci siano, certo sarà dura vincerle tutte e quella che devono fare gli alabardati rimane un'impresa, ma io ho fiducia nella squadra e a mio parere i mezzi ci sono. Grazie agli innesti di gennaio, avevamo visto che nel girone di ritorno c'era stato anche un cambio di gioco, quindi spero che alla fine si possa anche farcela. Sperando anche che stavolta i play-off ci portino fortuna: l'anno scorso abbiamo perso col Pisa, chissà che non possa andarci bene stavolta».Anche Franco Perentin, grande tifoso alabardato ed ex presidente di un Triestina club, nutre fiducia nella squadra di Gautieri: «Questi play-off sono una scommessa, ma la si può provare a vincere. Non è facile, questo è chiaro, ma a mio parere la Triestina è una bella squadra e potrebbe anche farcela: per me in queste partite conteranno soprattutto forma e cuore, non sempre vincerà la squadra più forte. E con un po' di cuore si può fare tutto. È una situazione anomala, tutti sono rimasti fermi alcuni mesi, ci saranno tante incognite e bisogna giocarsela col cuore. Spero anche che veniamo ripagati dalla delusione dello scorso anno, quando quella partita col Pisa un po' ce la fregarono. E in ogni caso spero che poi si pensi seriamente a una riforma e magari a una serie B a 40 squadre. La serie C come è adesso non può andare avanti, le entrate sono troppo poche. L'altra speranza è di poter tornare presto allo stadio, perché ci manca veramente».

- Tommaso Laquintana, intervistato da Lorenzo Gatto, ha fortemente voluto Trieste: nei giorni in cui l'Allianz ha flirtato con Michele Ruzzier ha aspettato con pazienza un segnale ignorando le possibili alternative che arrivavano dal mercato. Pesaro ci ha provato, ha tentato di scalfire le convinzioni del play pugliese che però non si è arreso e alla fine ha avuto ragione. Firma un biennale, due anni di contratto (gli stessi di Fernandez) che blindano la regia biancorossa nelle prossime stagioni. «Sono felice di iniziare questa nuova avventura - le prime parole del giocatore - giocare in una città che vive di pallacanestro per me è una grande sfida. È vero, dopo l'uscita dal contratto con Brescia la società che assieme a Trieste si era maggiormente interessata a me era stata Pesaro. Ho atteso con pazienza e quando la società biancorossa si è fatta viva ho immediatamente accettato». Scelta consapevole quella di Laquintana, affascinato dalla qualità di un progetto biennale che lo ha convinto immediatamente. «Alla proposta dell'Allianz ho detto subito sì - conferma Tommaso - perchè mi piace molto il progetto che si sta creando». Squadra giovane, dinamica, in grado di esprimere la pallacanestro che è sempre stata nelle corde di un allenatore che sulla intensità difensiva e sulla capacità di esprimere basket in transizione ha raccolto i risultati migliori in biancorosso. «Con Dalmasson ho parlato - confida Laquintana - ci conosciamo da diversi anni, da quando proprio a Trieste ero venuto a fare un raduno con l'Under 20. In quell'occasione avevamo avuto l'occasione di scambiare due chiacchiere, in questi giorni ci siamo risentiti per parlare della squadra che il coach ha in mente nella prossima stagione». Fernandez e Laquintana in cabina di regia, due play complementari con caratteristiche di gioco che possono permettere loro di giocare anche assieme. Una ipotesi che lo staff tecnico biancorosso non esclude e che potrebbe dare all'Allianz quella pericolosità sul perimetro da sempre punto di forza di Trieste. «Sono e sarò a disposizione del coach e dei miei compagni - sottolinea con grande disponibilità il play nativo di Monopoli - faccio fatica a parlare di me e di quelle che sono le mie caratteristiche. Posso solo dire è che come in tutte le squadre in cui ho giocato cercherò di non mollare mai e di dare tutto per la maglia. So che sarà così anche a Trieste». Otto anni fa, con l'Acegas promossa in serie A2, Eugenio Dalmasson aveva puntato i riflettori su un ragazzo appena diciassettenne conosciuto in nazionale giovanile. L'idea era di portarlo a Trieste per affiancarlo a Marco Carra e creare una coppia di play che fosse un sapiente mix di esperienza e gioventù. Quel ragazzo, ovviamente era proprio Laquintana. Che scelse il Cus Bari prima di trasferirsi a Capo d'Orlando dove ha lavorato per diversi anni sotto la sapiente guida del tecnico triestino David Sussi. «Mi raccomando - scherza Sussi - quando lo incontrate non chiamatelo Tommaso ma Tommy, lui preferisce così. Nel fine settimana tornerà qui a Capo d'Orlando, ne approfitterò per spiegargli un po' di cose di Trieste. Che caratteristiche ha? È un agonista, un giocatore che lotta e mette grande energia e intensità sul parquet. In difesa è sicuramente incisivo. Credo sia una buona scelta, Laquintana è un giocatore che anno dopo anno ha saputo migliorarsi, sarà così anche a Trieste»

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