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I suntini sandrini di lunedì 5 settembre 2022


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LUNEDÌ 5 SETTEMBRE 2022

- Finalmente al completo. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", la Pallacanestro Trieste ha accolto anche Corey Davis, uscito dalla rigida marcatura a uomo della burocrazia, e il play trascorsa la prima notte triestina ieri pomeriggio si è già presentato all'Allianz Dome per un allenamento insieme ad Alessandro Lever, ristabilitosi dopo la febbre che lo aveva costretto a saltare il torneo di Udine. Oggi Davis e Lever si uniranno al gruppo per gli allenamenti in vista delle due amichevoli del weekend davanti al pubblico di casa. Avversari venerdì un team sloveno e il giorno dopo uno croato, oggi dettagli e orari.Intanto per Marco Legovich, coach biancorosso, è tempo di trarre un bilancio della partecipazione al Memorial Pajetta al Carnera. Un largo successo nel derby contro Udine dopo aver sofferto nel primo tempo, una sconfitta in finale contro Venezia. Difficile ovviamente mettere a confronto i due match vista la differente caratura degli avversari (Udine è una squadra di alto profilo di A2 mentre la Reyer è la terza forza della serie A dierro le inavvicinabili Milano e Virtus Bologna). C'è qualche elemento comune tra i due confronti? "Mi è piaciuto aver visto protagonisti diversi in momenti diversi delle partite. Questa deve essere una nostra caratteristica. Tutti devono sentirsi coinvolti e in grado di poter incidere. Complessivamente c'è stato un passo avanti rispetto all'amichevole di Lasko anche se rimane tanto lavoro da fare". Cosa porta l'arrivo di Davis? "Si è presentato in buone condizioni di forma, non è appesantito e adesso cercheremo di portare tutti i giocatori sullo stesso livello. C'è chi ha iniziato la preparazione subito, chi come Gaines e Fayne si è aggiunto più tardi. Ora mireremo ad avere tutti allo stesso standard". Ha parlato di protagonisti diversi nei due match udinesi. Contro Udine in evidenza i due più ruspanti della brigata, Bossi e Bartley, contro Venezia hanno convinto di più gli elementi qualitativamente più definiti come Gaines e Pacher. "Bossi e Bartley contro la Reyer, aldilà del livello tecnico, hanno anche risentito della stanchezza. A causa dell'assenza di Davis nella prima partita sono stati forzati a restare in campo per 30 minuti. Non è l'ideale in questa fase del precampionato. Ci sta che siano parsi meno brillanti nel secondo match anche se Bartley, ad esempio, mi è piaciuto per l'atteggiamento difensivo e per la gestione della palla. Quando può correre è sempre un pericolo per gli avversari: un quintale lanciato a canestro". Il centro Fayne è al momento il più indecifrabile tra i nuovi arrivi. "Contro Venezia sia in attacco che in difesa ha dato di più rispetto al derby. Deve trovare la condizione fisica che gli permetta di esprimere il suo basket, nell'atletismo e nelle letture tattiche. Ha un buon atteggiamento, è disponibile, attento, dovremo sempre più coinvolgerlo. Segnalo intanto che contro la Reyer è stato il migliore per valutazione e mi ha fatto particolarmente piacere, scorrendo lo scout alla fine del primo tempo, notare che abbiamo concesso un solo rimbalzo offensivo". Pacher si nota poco però inizia a farsi sentire. "Può essere l'elemento di raccordo tra esterni e lunghi, mi aspetto che diventi ancora più protagonista e gli 8 tiri liberi guadagnati nel primo tempo contro Venezia sono un buon segnale. Finora lo si è visto poco vicino a canestro ma può farlo, così come colpire da tre. Giocatore di grande positività". Anche al Pajetta abbiamo visto in campo l'aggregato Marcius.In questa fase della preparazione ci aiuta a non sovraccaricare i lunghi, ci ha permesso ad esempio di rimediare all'assenza di Lever a Udine. Starà con noi ancora un po', comprese le gare del weekend, in attesa di trovare una sistemazione. Quando dovremo stringere i tempi per trovare l'assetto da campionato ci limiteremo a ruotare i dieci del roster".

-  Cominciare un campionato con una sconfitta fa sempre male. Specie quando una società e una squadra nuove di zecca risvegliano l'entusiasmo dei tifosi come è successo nei giorni della vigilia. Lo scrive oggi Ciro Esposito: il risveglio del campo è tanto brusco sul piano emotivo quanto utile per la crescita di un gruppo ancora in cantiere. Il Pordenone, davanti a un Rocco quasi incredulo, è stato superiore di almeno una spanna alla Triestina. Eppure sulle prestazioni dei singoli giocatori di Bonatti c'è poco da dire. Nessuno ha brillato ma nemmeno sfigurato in un contesto indubbiamente delicato viste le aspettative. Il club ha deciso di cambiare tutto e di farlo partendo con almeno un mese di ritardo rispetto alle rivali o quantomeno alle big. Quando a fine giugno si era appena messa in sicurezza l'iscrizione della squadra, il Pordenone (ma anche Vicenza, Feralpi, Padova) aveva già progettato la stagione con tanto di allenatore e staff tecnico. Nonostante le tappe forzate del mercato condotto da Romairone tanti giocatori di peso nell'organico alabardato sono arrivati da nemmeno una decina di giorni. Bonatti dimostra tutta la sua serietà quando non vuole aggrapparsi alla necessità di avere tempo. Giusto che per club e squadra non sia un alibi ma più che una scusa si tratta di un dato di fatto. Perché non si può mica cancellare il fatto che Ciofani a destra era al suo debutto, che la coppia Di Gennaro-Sottini ha giocato assieme mezza amichevole (con il Latina), che la il tandem Gori e Sabbione era inedito per la stagione così come davanti Minesso e Ganz. Insomma se il Pordenone, complesso che comunque è destinato a stare nella parte alta, sabato sera si è espresso a un 60%, l'Unione forse non è nemmeno al 30%. I margini di miglioramento e le potenzialità dell'Unione quindi non sono scalfite da questa prima prestazione. Poi si possono discutere le scelte tecniche di pertinenza dello staff: dall'utilizzo di Sabbione in mediana, alla rinuncia in avvio ai giovani, all'insistenza sulla costruzione dal basso con un portiere giovanissimo bravo che deve però raffinare i rilanci con i piedi. Sono tutti dettagli importanti che passano in secondo piano rispetto a un amalgama di gruppo e di condizione generale dei singoli che necessita ancora di tanto lavoro. Ma soprattutto serve giocare tanto per trovare gli undici giocatori che garantiscano il maggior equilibrio e quelli che da subentranti riescono a tenere alti i ritmi o meglio ancora a dare una sterzata quando l'andamento del match lo richieda. È evidente che la Triestina deve pedalare ma la fretta non deve trasformarsi in frenesia o ansia. Piuttosto, visto che tanti degli attori rossoalabardati hanno un bagaglio d'esperienza consolidato nel tempo, da qui in avanti ci si aspetta di vedere in campo il loro mestiere. Gioco e identità si possono attendere per un mese e più ma i punti possono e devono anche arrivare con cattiveria, astuzia e determinazione agonistica. L'urlo di gioia del Rocco, con una vernice d'eccezione, sabato sera è rimasto strozzato. Dispiace per tutti ma non è niente di grave a patto che la crescita si veda nelle prossime partite e arrivino anche dei risultati positivi dalle due trasferte di Arzignano e Novara.

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