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I suntini sandrini di venerdì 21 ottobre 2022


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VENERDÌ 21 OTTOBRE 2022

- «Credo che in questo inizio di stagione a Trieste manchi poco per fare click. Le tre sconfitte e l'attuale classifica sono figlie di un calendario oggettivamente complicato ma, analizzando le partite giocate, l'impressione che abbiamo avuto è che sia una squadra a cui manca davvero poco per accendersi». Così Marco Ramondino, coach di Tortona intervistato da Lorenzo Gatto su "Il Piccolo" odierno, alla vigilia della sfida che domani sera alle 20.30, sul parquet dell'Allianz Dome, vedrà la sua Bertram sfidare la formazione di Marco Legovich. Un testa coda che, sulla carta, vede i piemontesi favoriti in un match che, secondo il tecnico avellinese, resta però tutto da giocare. «Lo dice questo campionato - continua Ramondino - un torneo estremamente competitivo nel quale ogni giornata regala risultati sulla carta non preventivabili. È il segno del grande equilibrio che regna in A e che ci porta a essere estremamente prudenti e rispettosi delle avversarie che incontriamo. In questo senso l'ottima partita giocata a Bologna conferma l'imprevedibilità di Trieste. Una partita che ha messo in evidenza il potenziale di una squadra che ha giocatori in grado di incidere e che, con le loro fiammate, possono metterti in grande difficoltà. Fermarsi alla classifica, dopo solo tre giornate, sarebbe fuorviante. Trieste ha affrontato Pesaro e poi due delle tre squadre più attrezzate per vincere». Occhi puntati, dunque, sul trio americano composto da Davis, Bartley e Gaines, motore di un gruppo che non può prescindere dal contributo dei suoi esterni. «Tenendo sempre la partita contro la Virtus come riferimento - sottolinea il tecnico di Tortona - sono stati in grado di accendersi a turno fornendo un contributo importante. Mi aspetto che sarà cosi anche contro di noi. Dovremo essere consapevoli di questo, pronti a leggere la partita e a capire chi nel corso dei 40 minuti sarà il giocatore più caldo adeguando la difesa». Una Bertram che ha cominciato la sua stagione nel modo migliore. Tre vittorie, contro Trento, a Reggio Emilia e ancora in casa contro la Carpegna Pesaro, che testimoniano la qualità del gruppo piemontese, una squadra che si è rinnovata ripartendo dalle certezze garantite da Macura, Daum e Cain. Sono cambiati play e guardia titolare, la partenza degli ex triestini Wright e Sanders è stato ammortizzato con l'arrivo di Christon e Harper. «Abbiamo avuto una preseason difficile - conclude Ramondino - caratterizzata da qualche infortunio che ha in parte rallentato la crescita di un gruppo rinnovato. Ma è un aspetto del nostro lavoro che dobbiamo accettare, la cosa importante è che i ragazzi sono stati bravi a farsi trovare pronti con l'inizio del campionato»

- La soddisfazione di aver visto una Triestina più intensa e combattiva, perfino più efficace nella produzione offensiva (anche se non nella finalizzazione). Ma anche la presa di coscienza di una situazione molto difficile e, anche alla luce degli infortuni, di dover iniziare mentalmente a concentrarsi sull'obiettivo salvezza. Questo il pensiero di Massimo Pavanel alla fine della sconfitta con il Padova. «È stata un'altra partita rispetto a quella con l'Albinoleffe - dice il tecnico alabardato - mi dispiace perché è un risultato che non meritavamo, ma è comunque una sconfitta. Dobbiamo leccarci le ferite e ripartire con fiducia. Stiamo pagando anche qualche infortunio di troppo e dobbiamo valutare questo aspetto. Il momento è molto delicato e dobbiamo trovare la quadra in fretta». Ma i motivi per essere fiduciosi a Pavanel non mancano: «Forse è stata la partita dove abbiamo tirato più volte rispetto a tutte le altre messe assieme. Il momento di disorientamento dopo l'infortunio a Crimi c'è stato, ma è durato poco. La squadra ha reagito, perché si può anche perdere, ma la delusione con l'Albinoleffe era nel modo in cui abbiamo ceduto le armi, che non fa parte di noi. Ho visto miglioramenti, la scorsa partita siamo durati un tempo, questa abbiamo retto tutta la gara, la strada è quella giusta. Sono convinto che se i ragazzi continuano a tenere alto il livello di prestazione, i risultati arriveranno. Abbiamo solo bisogno di risultati e di un episodio che giri a nostro favore». Del resto sulla buona prova della Triestina, risultato a parte, è concorde anche il presidente Giacomini, che ha voluto mandare un messaggio da Dubai, dove è ancora impegnato per motivi di lavoro: «Sono contento della prestazione della squadra, serve tempo a mister Pavanel, ma siamo tutti fiduciosi, dobbiamo rimanere tutti uniti e c'è massima fiducia allo staff». Ma certo l'allenatore alabardato deve fare i conti con il secondo ko in casa in pochi giorni e con nubi nere all'orizzonte: gli infortuni di giocatori di sostanza in mezzo al campo e una classifica deficitaria: «Dovremo fare a meno di Crimi e probabilmente anche di Gori - spiega Pavanel - come faremo? Faremo in un'altra maniera. Possiamo adattare al ruolo di centrocampista qualche esterno, mi piacerebbe avere Paganini che in mezzo ha già giocato, potrebbe farlo anche Furlan. Intanto abbiamo appena recuperato Minesso, sono giocatori di esperienza di cui abbiamo bisogno». Ma il tecnico avverte tutti che, vista la situazione, meglio cambiare il focus della stagione: «Dobbiamo essere bravi a non entrare in un tunnel che qui da calciatore ho già vissuto: perché parti per determinati obiettivi, poi ti trovi a lottare per altri e non sei pronto mentalmente. Meglio adesso pensare che dobbiamo salvarci». Peccato per gli infortuni, perché l'assetto raggiunto sembrava promettente. Nel gioco ci sono miglioramenti, anche se c'è ancora molto da lavorare: «Portiamo ancora troppo la palla nel mezzo - spiega Pavanel - ma l'ho già vista correre più velocemente, ho visto idee di giocare assieme e diverse cose che mi sono piaciute. La squadra è in difficoltà psicologica ma la richiesta di intensità alta c'è stata, siamo ripartiti molto bene nel secondo tempo, l'episodio negativo è stato accusato molto meno di domenica e tra l'altro il secondo gol mi sembrava in fuorigioco. In questo momento paghiamo veramente tutto, non dobbiamo mollare». 

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