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I suntini sandrini di venerdì 1° dicembre 2023


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VENERDÌ 1° DICEMBRE 2023

- La storia del New Deal alabardato nasce nel pomeriggio del 13 maggio nel vetusto stadio Ferruccio di Seregno. Come scrive oggi Ciro Esposito, il gol geniale di Camillo Tavernelli in pieno recupero consente alla Triestina di restare tra i professionisti e di rinsaldare un legame con il suo pubblico quasi compromesso da un'annata indecente. La scintilla di quel giorno non scaccerà l'incubo di sparire dal calcio.

L'incubo avvolge la piazza fino a quando, dopo le voci via-via più insistenti della vendita del pacchetto azionario della società, non si concretizza il passaggio dall'Atlas consulting di Simone Giacomini e soci al fondo americano LBK Capital.

Poi a luglio ecco la luce con l'arrivo in città di Ben Rosenzweig, l'uomo di Atlanta forgiato nelle migliori scuole e Università dell'economia e finanza mondiale ma con un sorriso e quei modi determinati ma gentili sconosciuti da tempo da queste parti.

Ben Rosenzweig non solo è il business-man che ha salvato la Triestina ma è anche un imprenditore con una visione periferica e proiettata al futuro del suo club e di un'intera comunità, quella triestina, da sempre schiacciata tra una dimensione internazionale e un provincialismo talvolta soffocante.

A cinque mesi dal suo insediamento non ci sono solo le belle parole spese dal presidente nei giorni di luna di miele in Municipio ma anche e soprattutto a parlare sono i fatti. La sua squadra è stata organizzata con criteri professionali in campo, così come nella sede di piazzale Azzurri d'Italia affidando il timone a professionisti con esperienze di livello maturate nel calcio italiano.

Perché la disponibilità di denaro è fondamentale ma quella non basta. Per investire bene il denaro servono idee, uomini, principi e capacità organizzative. Anche nel calcio. Anzi, soprattutto nel calcio.

Presidente Rosenzweig, perché un gruppo americano punta sul calcio italiano?

"Credo certamente che le società di calcio in Italia siano nel complesso sottovalutate, ma non sono qui per scommettere sul calcio italiano. La mia è una scommessa sulla Triestina. Credo che la Triestina presenti un'opportunità unica di creare valore attraverso la "professionalizzazione" dell'operazione: la giusta combinazione di risorse finanziarie, acume manageriale e governance adeguata può aiutare il club a realizzare il suo pieno potenziale come una delle piazze più importanti in Italia".

Trieste è geograficamente baricentrica rispetto all'Est Europa e ai Balcani . È stato anche questo uno dei motivi che vi ha spinto a puntare su questa città?

"È sicuramente uno degli elementi che ha contribuito alla nostra decisione di investimento. Trieste ha il vantaggio di essere un crocevia storico tra culture differenti, e la sua posizione di vicinanza con i Paesi balcanici offre un ampio bacino di utenza nel recruiting dei talenti più giovani. Questi talenti, a loro volta, aspirano a venire a giocare in Italia, perché c'è la convinzione che qui i campionati sono più competitivi, gli allenatori migliori, così come lo sviluppo dei giocatori più veloce. Ma soprattutto, i triestini hanno dimostrato di avere una mentalità incredibilmente aperta e accogliente, provando che si può avere successo mescolando giocatori e dirigenti provenienti da contesti diversi".

Certamente Trieste ha una tradizione, un pubblico e uno stadio già pronto per la serie A che non è poco in un panorama italiano nel quale si conoscono le difficoltà di costruire nuove infrastrutture. Quanto ha inciso questo aspetto sulla la scelta di investire su questa città?

"Molto. La Triestina ha uno dei migliori stadi del Paese, il Nereo Rocco, che può ospitare oltre 24.000 tifosi. Ma la cosa più importante è ciò che lo stadio rappresenta. Lo stadio è infatti un bene fondamentale per la comunità, e può sicuramente migliorare l'esperienza vissuta dai sostenitori durante la partita".

Eppure, adesso, la squadra non può giocare al Rocco. Quanto incide questa perdita sul vostro business-plan e per quanto tempo sarà sostenibile?

"Non c'è dubbio che l'attuale situazione incida negativamente sulla nostra capacità di generare entrate attraverso una fonte di ricavi chiave: la vendita dei biglietti. L'impatto è ancora maggiore ora che il club sta ottenendo buoni risultati sul campo, invogliando più spettatori a venire allo stadio per sostenere la squadra e divertirsi. Tuttavia, siamo stati molto chiari sul fatto che si tratta di un progetto a lungo termine. E non rinunceremo al nostro business plan di fronte a un ostacolo temporaneo. Siamo consapevoli che i tifosi sono i soggetti più impattati da questa situazione, e faremo tutto il possibile per limitare il loro disagio".

Torniamo al Rocco. Sulla questione del manto erboso vi siete misurati con la politica e la burocrazia di questo paese. Finalmente tra qualche mese si tornerà a giocare nello stadio della città su un prato idoneo. Poi però a fine maggio-inizio giugno il Comune ha consesso lo stadio per due concerti. Dalla vostra c'è un contratto (la convenzione con il Comune) che garantisce il vostro diritto a giocare allo stadio tutte le partite anche quelle eventuali di play-off. Come vi muoverete?

"Non voglio fare troppi commenti su questa situazione, anche perché ci sono delle discussioni in corso. Stiamo lavorando insieme alle istituzioni per raggiungere il risultato migliore per la comunità di Trieste. Detto ciò, se raggiungiamo i play-off, non c'è dubbio che ci aspettiamo di giocarli al Rocco, davanti ai nostri fedeli e appassionati tifosi".

La sostenibilità economica di una società di calcio è garantita anche dagli investimenti sui giovani giocatori. Voi, anche grazie al lavoro del GM Alex Menta, state lavorando in questa direzione. C'è l'esigenza del club di costruire un centro sportivo. Sappiamo che vi siete già mossi in questo senso e quali sono le prospettive?

"Alex Menta e il suo team stanno facendo un grande lavoro sull'attività di scouting e recruiting di giovani talenti. È ancora presto, ma stiamo lavorando affinché il club possa contare su ragazzi della Primavera pronti a essere inseriti in pianta stabile in prima squadra. Per quanto riguarda il centro sportivo, anche in questo caso è ancora presto. Tutti sanno che vorremmo costruire strutture all'avanguardia in cui i nostri giocatori possono crescere velocemente".

Il popolo alabardato ma non solo, l'intera città ha compreso la serietà del vostro progetto. Quale messaggio volete mandare ai tifosi e ai triestini?

"Fin da subito sono stato travolto dalle reazioni positive e dal sostegno della comunità. Ci hanno accolto tutti calorosamente e per questo ne saremo sempre grati. Per far sì che la Triestina diventi il club che auspichiamo, è necessario che tutti facciano la loro parte. In fin dei conti, lo sport è divertimento, e il nostro compito è quello di regalare ai tifosi lo spettacolo che meritano. Lo sappiamo, e prendiamo sul serio questa responsabilità. Ringraziamo i nostri fedeli sostenitori che danno l'anima a questo club, e chiediamo ai tifosi "più occasionali" di darci una possibilità. Tutti sanno come lo sport possa unire una comunità, e noi speriamo di contribuire a trasmettere questo sentimento positivo all'intera comunità di Trieste".

- Focalizzato sull'obiettivo, concentrato solamente sulla prossima sfida di campionato. Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: per Michele Ruzzier, punta di diamante della Pallacanestro Trieste che battendo Forlì si è ripresa il secondo posto del girone verde accorciando le distanze dalla capolista Fortitudo Bologna, il futuro è legato solo alla sfida cotro Orzinuovi.

Match che dopodomani aprirà il girone di ritorno di un campionato che sta pian piano delineando i suoi valori confermando premesse e aspettative della vigilia. Grande equilibrio, competitività su ogni campo e gare che, lo ha dimostrato Cantù perdendo nettamente sul campo di Vigevano, nascondono in ogni giornata delle insidie.

IL BILANCIO DEL GIRONE D'ANDATA «Lo abbiamo chiuso in maniera molto positiva - l'analisi di Ruzzier - con questa striscia di cinque vittorie consecutive che ha sistemato la classifica consentendoci di recuperare il terreno perso all'inizio. Guardandoci indietro l'unica sconfitta che potevamo e dovevamo evitare, anche per il modo in cui è arrivata, è quella di Cento, le altre fanno parte di un normale percorso di crescita. L'obiettivo in vista del girone di ritorno è cercare di fare meglio acquisendo ancora maggiore consapevolezza nei nostri mezzi e mantenendo la continuità di rendimento che abbiamo trovato».

LA CRESCITA Dopo le sconfitte contro Fortitudo e Verona, Trieste ha saputo svoltare. Dal match di Piacenza a quello contro Forlì, anche grazie al rientro di un elemento fondamentale per apporto ed esperienza come Filloy, la formazione di Jamion Christian sembra aver trovato la chiave per interpretare e vincere le partite. A volte con un pizzico di buonasorte (vedi tabellata di Brooks nel derby) ma sempre con una comune matrice difensiva. «L'aspetto nel quale siamo maggiormente cresciuti - sottolinea Michele - è la conoscenza reciproca tra giocatori e staff tecnico. C'è voluto un po' di tempo per assimilare una nuova metodologia di allenamenti e un tipo di gioco diverso da quello a cui tutti noi eravamo abituati. La mia sensazione è che siamo arrivati a un buon punto nel processo di apprendimento poi è chiaro che per proporre questo tipo di basket ad alta intensità dovremo essere bravi ad aumentare ancora di più il ritmo sul parquet. Ma sono sicuro che ci arriveremo».

LE AVVERSARIE Focalizzata su sè stessa ma con un occhio al cammino di quelle che saranno le dirette contendenti al salto di categoria. Trieste lotta spalla a spalla con Fortitudo, Udine, Forlì e Verona, nell'altro girone valuta il cammino di quelle che saranno le possibili avversarie nei play-off. «Anche se è davvero troppo presto per preoccuparci di questo - conclude Michele - direi che i play-off sono talmente lontani che è meglio pensare solamente al presente. Analizzando questa prima parte di stagione regolare direi che nel nostro girone la sorpresa, per altro relativa, è senza dubbio la Fortitudo. Bologna è partita benissimo con una striscia importante di vittorie anche se gli ultimi passi falsi contro Udine e Verona l'hanno un po' ridimensionata. Dall'altra parte sta facendo corsa a sè Trapani. Sono primi dopo essersi messi in tasca la Supercoppa: in questo momento sono senza dubbio la squadra da battere di questo campionato»

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