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MARTEDÌ 10 GIUGNO 2025 - In casa alabardata continua l'attesa per i responsi della Covisoc, che ieri ha iniziato il suo lavoro di controllo sulle domande di iscrizione presentate lo scorso venerdì. Come scrive Antonello Rodio su "Il Piccolo", anche se la Commissione di vigilanza deve esprimersi entro il 13 giugno, qualche spiffero inizia a trapelare: pare che per la Triestina uno dei requisiti principali per l'iscrizione, anzi spesso quello più critico e foriero di possibili inciampi, ovvero la fideiussione, sia ok. Insomma la fideiussione sarebbe pienamente conforme ai requisiti, mentre sono ancora in corso di verifica pagamenti, accordi col fisco e criteri infrastrutturali. In ogni caso, confidando sul fatto che la domanda della Triestina sia a posto, appena sarà ufficiale la partecipazione alla serie C la società alabardata dovrà iniziare a muoversi per impostare subito un progetto sportivo. Certo, l'attenzione sarà comunque puntata sulle prossime scadenze del 1° luglio (emolumenti di maggio) e del 1° agosto (stipendi di giugno), ma al campo bisogna pensare subito, perché si tratta di costruire una squadra con un budget sensibilmente inferiore a quello degli anni passati, ma capace comunque di puntare alla salvezza pur dovendo recuperare 9 punti di penalizzazione. Proprio per questo vanno il prima possibile date le chiavi del mercato a Daniele Delli Carri, che ha più volte espresso la sua disponibilità a rimanere alla Triestina. Naturalmente il direttore tecnico continuerà il suo rapporto solo se con la società si metteranno le cose in chiaro, se ci saranno garanzie sui pagamenti e se verrà definito un preciso budget col quale lavorare, considerando che una cura dimagrante è necessaria e che le folli spese dell'ultimo biennio sono insostenibili. Per questo è importante che Delli Carri inizi a essere operativo il prima possibile, perché non si tratta solo di tagliare sugli ingaggi, ma anche di portare nelle anemiche casse alabardate una boccata d'ossigeno. Cosa possibile se si riesce a vendere bene Correia e a ricavare qualcosa dalla partenza del portiere Roos. Già a gennaio Delli Carri ha dimostrato di saper fare operazioni interessanti dovendo risparmiare più che spendere, ma naturalmente gli vanno dati tempo, piena operatività e risorse precise. Un altro aspetto fondamentale è quello dell'allenatore. Tutta la città vorrebbe rivedere in panchina Tesser e lo stesso mister ha pubblicamente ammesso di essere disposto a ripartire dalla Triestina, anche con 9 punti di penalità sul groppone. Delli Carri inizierà quindi da Tesser la ricerca del nuovo allenatore, e il popolo alabardato vorrebbe che la ricerca finisse già lì. Naturalmente servono alcune condizioni, in primis la serietà e la sostenibilità del progetto. Inoltre Tesser può anche essere disposto a ridursi l'ingaggio per amore di Trieste, ma sotto certe soglie sarebbe problematico continuare il rapporto. Senza contare le offerte che al tecnico non mancheranno dopo l'ennesima impresa della sua carriera, quella di aver salvato la Triestina in condizione difficilissime. Ma ripartire dalla coppia Tesser-Delli Carri, sarebbe per la società il primo segnale che almeno nella parte sportiva si è imparata la lezione. - Un appello alla città che non è passato inosservato quello rivolto da Paul Matiasic al termine della stagione. Come scrive Lorenzo Gatto, a margine di una chiacchierata tra passato, presente e futuro, il presidente della Pallacanestro Trieste ha delineato il quadro di un impegno che non potrà prescindere da una risposta importante dell'imprenditoria locale. Matiasic ha portato a termine l'ultimo campionato dimostrando che una società organizzata e con le idee chiare può ottenere grandi risultati. Fatti concreti, non promesse. Indicata la strada da seguire, vuole capire se alla città questo percorso può interessare: il prossimo anno, in questo senso, sarà fondamentale. Ne abbiamo parlato con l'ex presidente Mario Ghiacci che, per oltre un decennio e tra mille difficoltà, ha retto le fila del sodalizio biancorosso e con Stefano Patuanelli, senatore della Repubblica, ex ministro dello sviluppo economico nel governo Conte e delle politiche agricole, alimentari e forestali nel governo Draghi ma soprattutto grande tifoso della Pallacanestro Trieste. MARIO GHIACCI «Non vi nascondo che l'intervista di Matiasic mi ha un po' preoccupato – le parole di Ghiacci – ha chiesto cose assolutamente condivisibili ma che, per quella che è la mia pluriennale esperienza, potrebbero non trovare sponda in città. Matiasic si aspetta un aiuto concreto, il problema adesso è quantificare questo aiuto. A Trieste c'è uno zoccolo duro che, tra imprenditori e tifosi, può arrivare a garantire una cifra annua che si aggira tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. Oltre, per quella che è stata la mia esperienza, è difficile andare». Cosa si può fare, dunque? «Potenziare l'area marketing e creare una struttura capace di trovare soluzioni anche fuori Trieste cosa che, nonostante gli ottimi risultati raggiunti, non è affatto facile. Un passaggio chiave, ma parlo per il movimento in generale non solo per Trieste, possono essere i diritti tv». Quasi 40 anni fa, l'allora presidente De Michelis mise a segno un colpo storico chiudendo un accordo con la Rai da 50 miliardi di lire per il quinquennio 1988-1993. «Altri tempi e cifre oggi improponibili – conclude Ghiacci – ma è vero che bisogna trovare il modo di rendere appetibile il prodotto basket». STEFANO PATUANELLI Trova aspetti positivi nelle parole di Paul Matiasic il senatore Stefano Patuanelli. «Credo che la prima parte del suo discorso sia rassicurante, perché evidenzia la volontà di continuare a investire nel basket per portare la Pallacanestro Trieste al vertice e provare a vincere. Sottolineare che non può prendersi interamente sulle spalle uno sforzo economico così importante è sacrosanto, adesso però c'è da fare il passo successivo. A Trieste si fa fatica a trovare realtà che, a livello industriale, possono permettersi sponsorizzazioni di un certo spessore – continua Patuanelli – diventa fondamentale battere la strada delle medie e piccole aziende che possono garantire cifre magari più contenute ma spalmate su un periodo più lungo. Da parte della società, adesso, sarebbe importante creare eventi per entrare in contatto con queste realtà e creare le condizioni affinché questi imprenditori possano avvicinarsi al mondo della pallacanestro»
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Brooks giocava da italiano in competizioni Fiba e giocava da Italiano tanto in Eurolega quanto in Eurocup
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https://www.pianetabasket.com/serie-a2/mercato-a2-cividale-francesco-ferrari-verso-la-permanenza-333316 Rispetto alla possibilità di andare negli States non so se è la scelta migliore, ma rispetto a fare panca in A decisamente sì, meglio ritagliarsi un ruolo da protagonista assoluto prima di spiccare il volo, come lo fu Tonut nel suo ultimo anno di A2. L'ho visto solo una volta, nella finale di Coppa Italia contro Cantù e mi era sembrato ancora piuttosto acerbo.
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Concordo anche se non mi piace il napalm per i ricordi degli anni 70. Covrciano: Atletico ha dato una dotta spiegazione Figc e' uguale a Uefa e Fifa cioe' posti colonizzati da qualcuno (a proposito hai visto il calendario dell'Inter... pare una barzelletta....ok si deve comunque giocare contro tutti....e poi il Milan non ha le coppe quindi inutile lamentarsi a priori da milanisti ma gli altri?) Lega: e' come Il Rotary i il Lions Club, servono per delle eccellenti cene in posti belli ma carissimi, nei quali pero' 1-2 volte all'anno sei obbligato a farti vedere... quindi allora...ma ripartiamo da zero? e con chi?
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Te l'ho già detto. Napalm. A partire da Coverciano. Poi in FIGC. Infine, in Lega. E allora, forse.....
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