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Progetto centrale termoelettrica


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Da "Il Piccolo":

Centrale termoelettrica, parte il progetto

Nell’area ex Esso 30mila metri quadri in parte ricavati da una cassa di colmata a mare

DOMANI AL MINISTERO LA RIUNIONE PER L’AVVIO DELL’ITER AUTORIZZATIVO

di GIUSEPPE PALLADINI

Il progetto della centrale termoelettrica da 400MW che il gruppo Lucchini intende realizzare nell’area ex Esso, a poca distanza dal termovalorizzatore di AcegasAps, entra nella fase autorizzativa. Dopo l’apertura della conferenza dei servizi, agli inizi dello scorso luglio, domani al ministero dell’Ambiente è fissata la riunione per l’avvio della procedura di autorizzazione ambientale, incontro al quale parteciperanno i manager del gruppo Lucchini.

La pronuncia sulla compatibilità ambientale è prevista entro l’anno, al più tardi sette mesi dopo l’avvio della procedura per l’autorizzazione, che risale al 3 giugno scorso. Data dalla quale è scattato il periodo di 150 giorni, più altri eventuali 60, previsto per legge; in totale appunto sette mesi.

L’AREA L’area individuata per realizzare la centrale – che complessivamente occuperà 30mila metri quadri – è inserita in quella denominata ex Esso, nel porto industriale, accanto al termovalorizzatore. Parte della zona interessata al progetto è attualmente assegnata in concessione al Comune dall’Autorità portuale. L’area restante sarà strappata al mare, attraverso la realizzazione di una cassa di colmata.

SITO INQUINATO La zona prevista per l’intervento rientra nel Sito inquinato di interesse nazionale. Di conseguenza, prima di iniziare qualsiasi opera edilizia, l’area dovrà essere sottoposta alle lunghe e costose procedure per il risanamento ambientale: caratterizzazione del terreno, per conoscere numero e quanità degli inquinanti, messa in sicurezza, e bonifica. Il tutto, secondo procedure che devono essere approvate via via dal ministero dell’Ambiente.

FUNZIONAMENTO Anche se il rigassificatore progettato da Gas Natural, e previsto a fianco della centrale elettrica (lato Ovest), è considerata un’infrastruttura complementare alla centrale stessa, il futuro impianto termoelettrico funzionerà autonomamente dal rigassificatore stesso. «Qualora la società che realizzerà e gestirà il rigassificatore – spiega Francesco Rosato, amministratore unico di Lucchini Energia – non dovesse offrire materia prima a prezzi competitivi, avremmo comunque la possibilità di approvvigionarci sul mercato internazionale del gas. In ogni caso la centrale sarà allacciata direttamente alla rete gas della Snam, indipendentemente dal fornitore di gas prescelto».

RIGASSIFICATORE La posizione scelta per la centrale, accanto come detto al rigassificatore, ha fatto sì che, già nella fase progettuale, sia stato prevsito uno schema di funzionamento tale da interagire con l’impianto di Gas Natural. Nella fattispecie, la grande quantità di acqua fredda prodotta giornalmente dal rigassificatore (e destinata a finire nel Vallone di Muggia) potrebbe essere utilizzata quasi interamente per il raffreddamento della centrale elettrica, riducendo in maniera rilevante l’impatto dell’acqua fredda sull’ambiente marino.

«Nel progetto e nelle opere connesse – precisa ancora Rosato – abbiamo scelto la configurazione ottimale, che prevede la presenza del rigassificatore e l’estensione della rete nazionale di trasporto per il metano. Il rigassificatore, in tal senso, viene considerato un’opportunità strategica per la centrale e per tutto il territorio, sia per ragioni ambientali e di rendimento degli impianti, sia per quelle legate all’approvvigionamento energetico, ovvero al costo della matera prima».

INCARICHI Il direttore della Ferriera, Francesco Rosato, ha assunto un nuovo ruolo nel gruppo Lucchini. Pur mantenendo l’incarico triestino, Rosato è stato nominato responsabile per tutte le attività del gruppo in Italia, che oltre allo stabilimento di Servola comprendono quello siderurgico di Piombino e i laminatoi di Lecco e Bari.

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Investimento da 300 milioni, due anni per costruirla

Non quantificabile la spesa per la bonifica ambientale. Previsti 50 posti di lavoro, più l’indotto

La centrale termoelettrica è una delle iniziative previste dal gruppo Lucchini nel programma di riconversione della Ferriera di Servola, iniziative che riguardano attività nei settori della meccanica, della logistica e della movimentazione delle merci, e delle infrastrutture energetiche.

Il gruppo – si legge nel sito internet www.lucchinienergia.it – considera obiettivo prioritario la minimizzazione degli impatti socio-economici e ambientali legati a una diversificazione delle attività, che deve prevedere una ricollocazione certa del personale impiegato nel ciclo siderurgico e nei processi collegati.

OCCUPAZIONE Nei 25 mesi stimati per la costruzione della centrale, è previsto l’impiego di 300 persone, che in certi periodi potrà anche raddoppiare. Nella fase di esercizio (che dovrebbe iniziare non prima del 2013) per il funzionamento dell’impianto il personale impiegato direttamente sarà di 30-50 unità, cui si aggiungeranno 80-100 persone nell’indotto. Un altro centinaio di persone sarà impiegato nelle manutenzioni periodiche della centrale.

INVESTIMENTO Per la costruzione della centrale è previsto un investimento di 300 milioni, cui andrà aggiunto il costo delle attività per la bonifica ambientale, al momento non quantificabile. Questi secondi interventi, propedeutici alla costruzione, riguarderanno la caratterizzazione, la messa in sicurezza e la bonifica sia del terreno sia della falda acquifera.

RETE ELETTRICA La centrale sarà collegata alla rete nazionale per la trasmissione dell’energia elettrica, gestita da Terna. Il collegamento è previsto in corrispondenza della stazione elettrica di Padriciano, attraverso un elettrodotto di circa 11 chilometri, realizzato interrando un cavo da 220 kV. Il tracciato si sviluppa dall’area della centrale per circa un chilometro in direzione nord-ovest, e poi per circa dieci chilometri in direzione nord-est, correndo in parallelo al ”cavidotto” esistente da 132 kV che collega la centrale termoelettrica di Servola alla stazione elettrica di Padriciano.

CICLO COMBINATO La centrale sarà del tipo a ciclo combinato. Al suo interno sono previsti infatti due sistemi per la produzione di energia: un ciclo a gas e un ciclo a vapore. La centrale sarà composta da tre elementi principali: una turbina, un alternatore e un generatore di vapore. Data l’importanza del vapore nel ciclo produttivo, l’impianto utilizzerà acqua, dolce o salata.

OPERATIVITÀ Caratteristica della tecnologia a ciclo combinato è di coprire una parte del fabbisogno, e in particolare gli incrementi della domanda di energia. Altre forme di produzione o fornitura (idroelettrica, importazione) coprono la domanda di base. Non è quindi ipotizzabile un funzionamento 24 su 24 della centrale, ma un funzionamento variabile a seconda della domanda. (gi. pa.)

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  • 2 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

De sta qua sì, podemo gaver bisogno.

Concordo sul termovalizator, quel me preoccupa sai de più, e come che causa sua el riciclo a Trieste praticamente no esisti!

E per el rigasificator, speto ancora de sentir opinioni fondade a riguardo.

Per el momento, i unici sgai (anche se magari interessadi, ma xe indiferente) me par el governo de Lubiana che, nel dubbio, xe contrario.

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Già che ci siamo facciamo un deposito scorie nucleari in carso...

Saria de discuter su che futuro volemo per Trieste

Se indirizzo turistico

o

indirizzo scovazzera-industriale

Me par che le due robe non possi camminar assieme

Se volessimo turismo allora parco del mare, casinò podessi esser la strada per trovar turisti

Se volemo centrale elettrica, rigassificator, ferriera, etc allora convien ciorse mascherine :down:

Forse se dimentichemo che semo in Italia, una grande penisola. Non xe necessità de costruir tutto qua, quasi centro città. In sta provincia minuscola.

Le robe se le pol far anche in zone meno abitate dell'Italia.

Ma me par che i vostri politici (quello schifo non xe mio :incazzado: ) gabbi za scelto la strada dove se pol magnar più soldi magari anche a discapito della salute nostra e de Trieste

ciau

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Saria de discuter su che futuro volemo per Trieste

Se indirizzo turistico

o

indirizzo scovazzera-industriale

Me par che le due robe non possi camminar assieme

Bingo. Ma i ns. aministratori fa finta de no inacorzerse.

E nel fratempo far poco sia in una che nel altra direzion..

Forse se dimentichemo che semo in Italia, una grande penisola. Non xe necessità de costruir tutto qua, quasi centro città. In sta provincia minuscola.

Le robe se le pol far anche in zone meno abitate dell'Italia.

Poco ma sicuro, specialmente per el rigassificator!

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Se i fa un rigassificator a Koper, come za disevo, i ghe fa un favor enorme a Trieste.

Se xe vero che co' passa una gasiera se bloca el porto, noi fazesimo affari migliori coi trasporti che porta soldi: container e sfusi.

Per quanto me riguarda, che i fazi pur!

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Se i fa un rigassificator a Koper, come za disevo, i ghe fa un favor enorme a Trieste.

Allora secondo ti lori xe tanto altruisti da volerlo costruir per farne un favor a noi? :D

Concordo su una roba però, e cioè che finchè no leggerò un commento de qualche esperto non de parte no sarò in grado de esprimer un'opinion. Fermo restando che i dovesi come minimo abbatter de molto el costo del gas per i triestini, per el disagio e i rischi de aver una roba del genere.

E comunque le lamentele slovene me fa rider. Dopo che no i ga nessuna intenzion de serar un rottame pericoloso come Krsko - anzi, i vol ancora ampliarlo! - i vien a farne el predicozzo a noi per la pericolosità de un rigassificator?? Ma ghe vol coraggi...

Modificato da Stefano79
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Me ricordo che de picio, co zogavo a Simcity, convigniva meter le centrali a carbon sempre al confin dela cita', cusi' i vicini se ciuciava meta' inquinamento.

...secondo el stesso principio se vol adesso costruir tra Mofalcon e Trieste centrali nucleari, a gas e rigassificatori...

Ma quando se rendera' conto i triestini che l'Italia, con la complicita' dele "13 casade", ovvero dei politicanti triestini che pensa solo che ala carega, no considera Trieste altro che un scovazon?

Propongo provocatoriamente de cavarghe i nomi alle varie vie Filzi, Battisti, Piazza Oberdan e cosi' via... l'irredentismo xe stada la tragedia piu' grande de tutti i tempi per la citta' de Trieste. Tergeste Urbs Fidelissima :bye:

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