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I suntini sandrini di venerdì 3 maggio 2019


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VENERDI' 3 MAGGIO 2019

- Federica Pellegrini e non solo: tanti gli ospiti di prestigio nel week-end alla "Bianchi" che si apre oggi alle 18.30 con il Trofeo del Centenario. Porte aperte alle 18 con ingresso gratuito e spalti da popolare fino al riempimento. A tenere a battesimo il Trofeo del Centenario saranno due testimonial e una madrina. I testimonial sono Massimiliano Rosolino e Domenico Fioravanti, due tra i campioni più popolari della storia del nuoto azzurro. La madrina invece non poteva che essere l'atleta più medagliata della società festeggiata, Noemi Batki.Nel programma della presentazione-show ci sono esibizioni di tuffi e di nuoto sincronizzato, gli interventi istituzionali e la passerella dei superatleti in gara nel weekend: Federica Pellegrini, Gabriele Detti, Piero Codia, Laszlo Cseh, il plurimedagliato paralimpico Efrem Moralli e - unica non nuotatrice - Noemi Batki. Una nuova esibizione di tuffi e di nuoto sincronizzato concluderà la giornata introduttiva.Da domani, invece, spazio alla vasca per le gare che per la prima volta alla Bruno Bianchi vedranno impegnati nella stessa prova gli atleti olimpici e i protagonisti di due Federazioni di nuoto paralimpico, a sottolineare un impegno che vede la squadra paralimpica alabardata ai vertici in Italia.Federica Pellegrini sarà in gara domani alle 15.10 nei suoi prediletti 200 stile libero. Gabriele Detti, campione mondiale degli 800 stile libero, sosterrà ben tre prove: domani alle 19 i 1500 sl, domenica alle 8.45 aprirà il programma della giornata con i 400 sl e nel pomeriggio affronterà anche i 200. Al triestino (ma tesserato Aniene Roma) Piero Codia tocca quella che può venir considerata la gara tecnicamente più aperta e intrigante del Trofeo del Centenario: il campione europeo dei 100 farfalla dovrà infatti vedersela con il fuoriclasse ungherese Laszlo Cseh, uno che per rendere l'idea ha collezionato oltre una ventina di podi continentali in carriera. Una sfida tra due tra i migliori specialisti a livello internazionale: meglio tenere d'occhio il cronometro, non si sa mai. Appuntamento alle 11.10, domenica. Per lo staff coordinato dal team manager Nicola Cassio si tratta del coronamento di un lavoro organizzativo cominciato lo scorso settembre. Otto mesi per allestire un cast all'altezza di un anniversario tanto importante.

- Come scrive Antonello Rodio, con le reti di Granoche, Costantino e Petrella messe a segno domenica contro il Teramo, la Triestina è arrivata infatti a quota 60 gol realizzati in stagione, di gran lunga il miglior attacco del girone. E manca ancora una partita. Un vero record, anche se si considera la storia dell'Unione: bisogna andare a spulciare con il lanternino infatti per scovare il paio di occasioni in cui l'attacco alabardato ha fatto meglio. E chissà, proprio questi ulteriori traguardi potranno essere l'unica motivazione della trasferta di domenica a Fano (inizio ore 15), per il resto ininfluente per la Triestina. Il dato è comunque storico perché fra i professionisti, ci sono solamente due occasioni in cui la Triestina ha segnato di più. Una è lontanissima, risale al 1957/58, quando in serie B l'Unione realizzò 63 reti (trascinata dalla coppia Petris-Milani, 35 reti in due), vinse il campionato e fu promossa in serie A. La squadra alabardata ha superato quota 60 gol fatti anche nel 1999/2000, quando realizzò 61 reti in C2 ma fu sconfitta dalla Vis Pesaro nei play-off promozione. C'è un ultimo dato da ricordare, ma a dire la verità riguarda i Dilettanti: due anni fa, nella serie D 2016/17 (quando arrivò seconda dietro al Mestre e poi vinse i play-off), l'Unione realizzò 63 reti. Tutte le altre Triestine, anche quelle vincenti, dalla promozione del 1982/83 a quelle del doppio salto dalla C2 alla B, da quelle che hanno sfiorato la serie A fino a quella dell'Eccellenza, hanno tutte segnato meno di quella attuale. Per raggiungere quest'ambito traguardo, la squadra di Pavanel è riuscita anche a spalmare bene il suo bottino: oltre al bomber Granoche (17 gol), sono infatti andati a rete ben 12 giocatori, ovvero Petrella (8), Maracchi (7), Mensah (6), Costantino (4), Steffè (4), Procaccio (4), Malomo (2), Bracaletti (2), Beccaro (2), Pizzul, (1), Lambrughi (1) e Coletti (1). Ad arrotondare a quota 60 c'è un'autorete di Rocchi del Ravenna. Questo pirotecnico attacco ha permesso alla Triestina di raggiungere anche un numero cospicuo di vittorie, ben 19 (di cui 7 in trasferta). La prolificità realizzativa è stata particolarmente incisiva al Rocco,: sugli spalti di casa infatti i tifosi alabardati hanno potuto esultare per ben 36 volte. Pure il bottino esterno è di tutto riguardo, anche se i 24 gol in trasferta pongono la Triestina dietro a Pordenone e Feralpi in questa particolare classifica. E anche se il traguardo finale resta un altro, visto che l'appetito vien mangiando, chissà che da Fano la Triestina non torni con altri gol e un nuovo record.

- Duro, durissimo a fine partita il tecnico dell'Alabarda. Andrea Carpanese, intervistato da Lorenzo Gatto, punta il dito sulla squadra e sull'atteggiamento di un gruppo che dopo un discreto primo tempo non è riuscito a onorare l'ultimo impegno casalingo della stagione. «Purtroppo nel secondo tempo non siamo entrati in campo con la giusta determinazione. Mi prendo le colpe e mi assumo le mie responsabilità ma spero che, allo stesso modo, lo facciano anche i giocatori. Penso che ci siamo allenati bene nel corso della settimana: se poi durante la partita le cose non vengono fatte allo stesso modo in cui le proviamo è giusto che i giocatori si facciano un esame di coscienza». Non le manda a dire, Carpanese, che cerca di concentrarsi sul prossimo impegno in programma sul campo di Cingoli. Poteva essere un match decisivo per la salvezza dei laziali, la matematica retrocessione riduce la sfida di domani pomeriggio a una sorta di amichevole. «Dipende da noi, dall'atteggiamento con cui scenderemo in campo- sottolinea il tecnico biancorosso-. Voglio vedere una squadra che non si accontenta, che si rifiuta di scendere in campo con asciugamano, infradito e la testa già in vacanza. Io spero di riuscire a trasmetterlo, spero però che anche le orecchie dei giocatori si aprano e che questo messaggio venga recepito. Non si gioca più nel campionato under 16, non si gioca nel campionato rumeno: si gioca a Trieste, per una maglia e una città che meritano rispetto per la pallamano». Un ultimo messaggio va ai tifosi che sono sono sempre stati vicini ai colori biancorossi. «Li ringrazio - conclude Carpanese- per il supporto che ci hanno dato nel corso di tutta la stagione. Pensavo che, sul campo, si potesse raccogliere qualcosa di più, purtroppo non è andata come speravo». 

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