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MARTEDI' 5 NOVEMBRE 2019

- Un 3-0 subìto che forse ammette poche repliche: come scrive Guido Roberti, la Triestina rimbalza brutalmente all'indietro dopo il trittico di vittorie, e lo fa nel peggiore dei modi, evidenziando lacune che sembravano solo ricordi negativi. In particolare seconda e terza rete fanno riflettere parecchio. Commenta Gautieri a fine gara. «Mi fa arrabbiare che nel momento migliore nostro abbiamo preso il secondo gol, perso le distanze e l'equilibrio e questo non deve assolutamente succedere. Peccato perche' la partita l'abbiamo giocata, le palle gol le abbiamo avute anche noi ma non le abbiamo sfruttate come lorol». Il lavoro dunque sara' tornare con gli allenamenti a correggere errori che sembravano far parte del passato? «Bisogna lavorare tanto, lo avevo detto anche lunedi' scorso dopo tre vittorie consecutive, bisogna lavorare anche quando si vince. Questa e' una squadra che lavora molto, ma siamo consapevoli delle difficolta' che abbiamo, su quelle dobbiamo lavorare». La squadra sfilacciata dopo il secondo gol. Preoccupa? «Quando prendi il secondo gol devi sempre restare in partita, restare compatti e invece abbiamo preso il terzo gol, cosa che non deve assolutamente succedere. Puoi sempre recuperare sotto di due gol, e invece perdendo le distanze rischi di prendere altri. Non e' nella nostra mentalita' e nella nostra cultura». Ora il Vicenza, una big per reagire immediatamente? «Partite facili in questo girone non ce ne sono, avevo detto della Feralpi che e' una delle candidate ad arrivare davanti, e' stata costruita per vincere il campionato. Noi dobbiamo invece fare la corsa su noi stessi, lavorare su noi stessi. E' l'unico obiettivo che abbiamo, crescere limitando gli errori».

- Roberto Degrassi analizza il post-Pistoia della Pallacanestro Trieste e le sei partite disputate dalla squadra di Eugenio Dalmasson propongono un elemento: le prestazioni più deludenti sul piano caratteriale sono venute proprio contro quelle che sulla carta sembravano le avversarie più deboli tecnicamente. Varese e Pistoia. Contro quintetti di caratura superiore come Venezia, Milano, Sassari e Brescia i biancorossi hanno disputato la loro partita, con meno ansia addosso. Perché le squadre più forti giocano e vincono con la tecnica. Paradossalmente Trieste - che è partita con l'obiettivo dichiarato di salvarsi - in questo scorcio di campionato è sembrata in difficoltà proprio contro chi va meno di fioretto e più di agonismo. Quel genere di confronti, per intenderci, che determinano la stagione di chi deve salvarsi. Nel dopopartita Dalmasson ha puntato l'indice sulla . Appunto. La OriOra, sentitasi inghiottita dalle sabbie mobili sotto di 10 punti e con uno 0-6 stagionale sul groppone, ha cominciato a giocare come se dagli ultimi 15 minuti contro la Pallacanestro Trieste dipendesse la stagione (e magari era pure vero...). Trieste, invece, non ha capito che era il momento di usare le stesse armi. Quello chiesto alla vigilia non si è visto. Brava Pistoia, che peraltro ha gestito benissimo la rotazione delle pedine per evitare il guaio delle precedenti uscite: ritrovarsi spompata nell'ultimo quarto. Resta l'impressione che la Pallacanestro Trieste abbia maggiore talento ,ma in questo caso le impressioni non fanno classifica.Al PalaCarrara si sono rivisti a livelli discreti Elmore e Justice. Non più corpi estranei ma coinvolti, con l'atteggiamento giusto. La speranza è che si tratti di una nuova partenza e che trovi continuità. Elmore serve perché Fernandez non può tirare la carretta sempre e quando accusa la stanchezza il calo di lucidità si fa sentire nel gioco della squadra. Justice ha sorpreso in veste di assistman e se è il segnale di una maggiore intesa con i compagni ben venga. Ma nelle battute finali in campo c'erano Lobito e i due esterni erano Jones e Strautins. Il rendimento incostante del primo scorcio di campionato dei due Usa ha spinto il coach a preferire l'usato sicuro. La crescita della Pallacanestro Trieste passerà anche da questo: da quanta affidabilità verrà costantemente garantita da certe pedine.Pistoia ha anche raccontato che Cooke si sta effettivamente ritagliando un proprio spazio, lotta, difende, è reattivo. Mitchell, stuzzicato dai tifosi locali, si è fatto irretire reagendo in modo infantile e avviando una propria partita. Peccato che, dopo Peric, sia con Peric lo straniero più navigato tra quelli a disposizione del tecnico.

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