SandroWeb Posted December 10, 2019 Report Posted December 10, 2019 MARTEDI' 10 DICEMBRE 2019 Sicuramente la brutta prestazione contro la Virtus non è passata inosservata in casa Pallacanestro Trieste: come scrive oggi Roberto Degrassi sul Piccolo, c'è stata ieri una lunga riunione con vertici e staff tecnico. E altre ne seguiranno, perchè l'Allianz scarica, demotivata, arrendevole vista al PalaEur non può pretendere di andare così incontro a una serena salvezza.Il presidente Mario Ghiacci è critico ma non prospetta stravolgimenti a breve. «Abbiamo giocato male, e non solamente a Roma. Inutile negarlo. Però siamo vivi: siamo a pari punti con Pistoia e a due da Cantù, con Pesaro sei punti dietro. Sento parlare di due o tre giocatori da tagliare immediatamente...Calma. L'arrivo dello sponsor non significa che da domani prendiamo tre big e cambia tutto. Lo sapevamo fin dall'inizio che sarebbe stata una stagione difficilissima e con la salvezza come unico obiettivo possibile. E per quel traguardo siamo ancora in corsa».La sconfitta di Roma, tuttavia, ha riaperto una lunga serie di interrogativi su una squadra che dopo un terzo di campionato continua a non avere un'identità né un punto di riferimento.È una formazione con attitudini difensive? No, come hanno confermato i 27 punti del primo quarto al PalaEur, con una remissività disarmante.È una formazione brillante in attacco? No. Lenta, prevedibile, stucchevole, quando non sa come attaccare la difesa avversaria prova a sparacchiare da tre punti con risultati mediocri. Un anno fa Trieste era la squadra migliore da tre punti e in contropiede sapeva pungere. Adesso è un pianto dai 6,75 metri e non corre più. A Roma 30 punti in contropiede per la Virtus, solamente 4 per l'Allianz.È una formazione da battaglia? No. L'atteggiamento del corpo e il volto raccontano tanto. Poca voglia di sbucciarsi gomiti e ginocchia sul parquet, con la generosità e il cuore demandati solo ai triestini e a chi ha più lunghe frequentazioni con i colori biancorossi.È un gruppo granitico? L'impressione è negativa anche in questo caso, con gli Usa che rispetto ad altre versioni della Pallacanestro Trieste sembrano slegati dal contesto. Ma per scoprirlo bisognerebbe assistere agli allenamenti, peccato siano ancora off limit...È un gruppo "dalmassoniano"? No. Mai come quest'anno il coach è sembrato in difficoltà e in scarsa sintonia con alcuni elementi. I due sfoghi dopo altrettante sconfitte, certi sguardi, le panchine punitive sono segni di insofferenza mai visti prima nei confronti di giocatori poco propensi a sposare la causa. Ma, pur con un budget ridotto, le scelte sono state sue e uno come Akil Mitchell, ad esempio, era sul taccuino già da due anni.È una squadra caratterialmente solida? Non si sa. Nella stessa formazione convivono il commovente attaccamento, l'umiltà e lo slancio di Cavaliero e Coronica con l'ego di chi si autodefinisce una delle migliori guardie del campionato e sul campo produce 18 minuti di nulla, scrivendo virgola. E non sarebbe male se qualcuno traducesse agli stranieri il significato di quel «Noi vogliamo gente che lotta» che i tifosi biancorossi al seguito hanno intonato al PalaEur.Ghiacci fa bene a ricordare che la classifica è ancora corta. Ma è anche inevitabile preoccuparsi per un'Allianz indecifrabile che a distanza di poche settimane può costringere la Virtus Bologna all'overtime e perdere male a Pistoia o a Roma. Tra meno di 15 giorni all'Allianz Dome arriverà Cantù e una eventuale sconfitta sarebbe devastante per il prosieguo della stagione. Per giocarsi bene gli scontri diretti però Trieste deve mettere sul campo testa, cuore e personalità. I meriti passati, fossero Ncaa o Eurocup, non contano più nulla.Nel frattempo, smentite o no, il play dovrebbe arrivare. L'offerta per Mike Green è partita. Adesso si tratta di capire se il veterano riuscirà a liberarsi dal suo club. O si ripiegherà su un altro, purchè risponda all'identikit "esperto, con capacità di leader e punti nelle mani". Riporterà un po' di ordine, restituendo Cavaliero al ruolo di guardia senza sfiancarlo a portar palla. Non sarà un giocatore, per quanto bravo, a trasformare radicalmente l'Allianz insopportabilmente soft del PalaEur in un manipolo di bad boys dalle mani fatate ma sarà una provvidenziale assicurazione per inseguire la salvezza. E per quest'anno accontentiamoci così. Quote
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