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I suntini sandrini di lunedì 5 ottobre 2020


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LUNEDì 5 OTTOBRE 2020

- Ha sorpreso con alcune mosse in avvio di gara, la rinuncia a Lodi per Giorico e l'impiego a destra di Tartaglia nonostante la disponibilità di giocatori quali Rapisarda, Struna e Natalucci. Il campo ha dato ragione a Gautieri che, come scrive Guido Roberti oggi su "Il Piccolo", vince sul campo del Cesena. Nel secondo tempo, in superiorità numerica, una gestione oculata e sperimentale dei cambi, con quel che aveva. In assenza di esterni, il ricorso a Granoche punta con il sacrificio di Gomez a sinistra e l'impiego di Natalucci esterno alto. Gautieri sulla vittoria al "Manuzzi", la terza nella storia dell'Unione dopo i colpi nel 2002 e 2006.«Abbiamo fatto una partita accorta, attenti e cattivi inserendoci le nostre qualità. Abbiamo sofferto nei primi minuti il loro fraseggio».Nel secondo tempo un solo rischio (auto-prodotto), poi controllo pieno. «A mio avviso abbiamo fatto la partita giusta, in parità numerica e in superiorità. Al netto di quel loro giro palla iniziale, va detto che anche 11 contro 10 non sempre è facile dal punto di vista mentale, invece c'è stata attenzione. Dobbiamo essere più aggressivi davanti, nei raddoppi e su ogni palla, ma la squadra oggi lo ha fatto».Un secondo tempo utile agli esperimenti. Nel complesso soddisfatto di tutti?«Sono ragazzi che si allenano sempre a mille all'ora, danno il massimo e la squadra nel complesso si aiuta. Petrella ha fatto una partita importante».Una vittoria che dà serenità dopo il k.o. all'esordio.«Questo gruppo dà sempre il massimo. Domenica scorsa tutti erano scontenti, logico, ma io sono abituato a cercare l'equilibrio indipendentemente dal risultato. Bisogna essere bravi a gestire i momenti, lucidi a non deprimersi per una sconfitta. Ribadisco la nostra fortuna di giocare in una società importante e in una città con grande cultura e rispetto. La squadra per la città è come un figlio, quando è in difficoltà il genitore ti aiuta».Non c'è tempo per rifiatare, mercoledì il Modena.«I calendari sono serrati, è un problema che hanno tutti, è importante star bene mentalmente e fisicamente. E spesso gli episodi fanno la differenza».

- Euforia nello spogliatoio biancorosso al termine di una sfida che conferma la tradizione positiva di Trieste sull'isola.L'Allianz sbanca il palaSerradimigni al termine di una sfida combattuta e si mantiene capolista del campionato in compagnia di Milano, Virtus Bologna, Venezia e Varese. «Partita equilibrata - sottolinea coach Eugenio Dalmasson - con due squadre che nel corso dei quaranta minuti non si sono risparmiate. Siamo partiti decisamente male, sbagliando troppo e Sassari era stata bravissima ad approfittarne piazzando un break iniziale che avrebbe potuto tagliarci le gambe. Da parte nostra mi è piaciuta la reazione: abbiamo giocato con raziocinio ogni singolo pallone, abbiamo recuperato punto su punto e questo ci ha permesso di colmare il gap già alla fine della prima frazione. Nel secondo tempo siamo stati capaci di ribattere colpo su colpo ai tentativi di allungo della Dinamo e nel finale abbiamo trovato lo spunto per vincere la partita».Chiave della sfida è stata la capacità di Trieste di contenere il reparto lunghi di un Banco di Sardegna che può contare su elementi di grande fisicità.«Abbiamo messo grande attenzione a rimbalzo - conferma Eugenio Dalmasson - e siamo riusciti a limitare i giocatori che alla vigilia temevamo di più. Abbiamo preso fiducia minuto dopo minuto e questo ci ha consentito di giocare una partita di livello. Non fosse stato così, sarebbe stato impossibile vincere qui a Sassari».Nessun accenno alla assenza pesante di Myke Henry, rimasto a casa dopo il pestone ricevuto da Coronica in allenamento e il trauma contusivo rimediato alla vigilia del match. Segno che il coach triestino preferisce elogiare i giocatori che hanno compiuto l'impresa.«La cosa che mi è piaciuta di più - conclude il tecnico mestrino - è stata la capacità da parte di tutti di portare un contributo di energia e positività. Forse l'aspetto più importante per un allenatore. Siamo stati bravi a entrare nei loro meccanismi di gioco e metterli in difficoltà proprio sui loro punti di forza».Il rovescio della medaglia nel volto di Gianmarco Pozzecco.Se la sentiva, il Poz, che alla vigilia del match aveva ammonito la sua squadra sui pericoli che la gara contro l'Allianz poteva comportare. «Non abbiamo espresso la pallacanestro che volevamo e comunque non abbiamo giocato la partita come l'avevamo preparata. Dovevamo dare maggiormente la palla sotto e invece ci siamo accontentati di tirare da tre facendo, in un certo modo, il gioco di Trieste». 

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