SandroWeb Posted November 6, 2020 Report Share Posted November 6, 2020 VENERDì 6 NOVEMBRE 2020 - È un'Allianz a tre velocità quella che sta affrontando la sosta di un campionato che l'ha vista rinviare, in sequenza, le sfide in programma contro Cantù e Reggio Emilia. Ieri infatti è stata ufficialmente rinviata a data da destinarsi la gara contro Reggio Emilia prevista per questa domenica all'Allianz Dome.Intanto l'Allianz è al lavoro e cerca di trovare una strada comune ma arriva da percorsi molto diversi: il gruppo che si allena dall'inizio della stagione, gli infortunati che si stanno riaffacciando sul parquet e hanno ripreso a lavorare dopo un periodo di riposo forzato e chi, è il caso del pivot Delia, è arrivato in corsa e deve mettersi alla pari con i compagni di squadra. Per chi cura la preparazione atletica, un bel rompicapo. «Proprio così - sottolinea il preparatore biancorosso, il professor Paolo Paoli - il segreto di questo lavoro è trovare la giusta sintesi cercando le contromisure per dare a ognuno dei ragazzi le giuste indicazioni. L'obiettivo rimane riuscire a lavorare proponendo le cose più utili per portare i ragazzi nelle migliori condizioni».Nello specifico, in queste settimane, il lavoro svolto sul parquet del Dome è stato naturalmente diversificato. «Quindici giocatori da gestire richiedono programmi personalizzati - continua il preparatore atletico dell'Allianz - abbiamo suddiviso la squadra in tre gruppi lavorando su peculiarità e obiettivi diversi. Il primo gruppo è quello degli sprinter, i piccoli che devono guidare la squadra e mantenere lucidità e brillantezza nel corso dei quranta minuti. Quindi Fernandez, Laquintana, Cavaliero, Mussini e abbiamo inserito anche Alviti che, essendo ancora giovane, ha bisogno di diversificare le proposte e i contenuti del lavoro. Poi il gruppo dei lunghi, con i quali cerchiamo di sviluppare le doti di stabilità e verticalità, doti specifiche che possono servire dentro l'area, terzo gruppo quello delle ali che sono una sorta di via di mezzo. Lavoro specifico per supportare il lavoro dei piccoli ma poter dare una mano anche al pacchetto dei lunghi». In questi primi mesi della stagione, Trieste è rimasta ai margini del Covid. Società come Cantù, Reggio Emilia e Cremona sono state fortemente penalizzate con tutte le conseguenze che i focolai ancora attivi stanno creando. «Ho sentito come faccio spesso il mio collega di Cantù, è preoccupato per gli strascichi che l'infezione può lasciare nei giocatori. Il Covid passa, ma i problemi negli organi interni possono essere pesanti. A maggior ragione per chi fa sport a questo livello. Concordo con lui, rigenerare un giocatore e riportalo in condizione e un compito pesante non soltanto a livello fisico. C'è da curare la psicologia dell'atleta perchè non tutti vivono questa situazione con la necessaria serenità».Per questo, in casa Allianz, si sta vivendo questa seconda ondata con grande prudenza e attenzione. Conclude Paoli: «Faccio un plauso alla società e ai ragazzi perchè tutti stanno dimostrande grande senso di responsabilità.Il club ricorda quotidianamente le minime precauzioni per evitare il contagio, domanda se ci sono problemi, si informa e verifica puntualmente ogni dettaglio. I ragazzi si stanno dimostrando grandi professionisti adeguando il loro stile di vita alle attuali necessità. C'è grande attenzione, per loro stessi ma anche per i compagni e tutto lo staff. Proprio in una situazione difficile come quella che viviamo ho potuto apprezzare la qualità delle persone con cui lavoro» - La tempesta Covid in casa alabardata si è tramutata in un ciclone, tanto che Gubbio-Triestina in programma domani è stata rinviata su richiesta della società alabardata. Dopo la positività al coronavirus di Litteri, ieri sono state confermate anche quelle di Ligi, Granoche e Boultam, casi che risultavano già sospetti mercoledì sera dopo il giro di tamponi eseguito in fretta da tutto il gruppo. Senza dimenticare Tartaglia e Sarno ancora in isolamento e la positiva del preparatore dei portieri Del Piccolo. Al momento solo quest'ultimo e Granoche sono sintomatici.Insomma ce n'era abbastanza perché la Triestina si muovesse per chiedere in tempo utile il rinvio della partita prevista domani a Gubbio. L'attuale norma, infatti, consente a una squadra con quattro o più calciatori risultati positivi nell'arco di 5 giorni consecutivi, di chiedere il rinvio della partita entro 48 ore dal match. Ieri l'Unione aveva tempo fino alle 15 per inoltrare la richiesta alla Lega Pro, cosa che ha fatto già all'ora di pranzo. E già nel pomeriggio la Lega Pro ha preso atto dell'istanza rinviando Gubbio-Triestina a data da destinarsi.Attenzione comunque perché la possibilità di chiedere il rinvio è un jolly che si può giocare solo una volta (a meno che non si rientri nel caso di avere meno di 13 giocatori disponibili). Per intenderci, mercoledì c'è già Triestina-Imolese al Rocco (inizio ore 15) e la squadra alabardata dovrà affrontarla con queste assenze, e così Feralpi-Triestina di domenica 15 novembre. Infatti i positivi dovranno restare in isolamento per 10 giorni e poi sottoporsi di nuovo a tamponi. Sperando che intanto non emergano altre brutte sorprese.Il timore arriva proprio da quanto è avvenuto nella squadra che probabilmente ha scatenato questo caos in casa alabardata, ovvero l'Arezzo. Prima della gara con la Triestina solo un paio di giocatori amaranto erano positivi, ma dopo ne sono risultati ben 14, per cui è evidente che quella partita sia stato un focolaio. E c'è la possibilità che la Lega Pro fissi il recupero di Gubbio-Triestina alla prima data utile, ovvero mercoledì 18 novembre, cosa che allungherebbe il filotto di partite in emergenza.Ma allora perché la Triestina ha deciso di giocarsi subito il jolly con davanti a sé tante gare in emergenza? Si è valutato che si andava incontro a una trasferta molto lontana con tutti i pericoli del caso, inoltre si è deciso di guadagnare qualche giorno per verificare la situazione degli altri e recuperare qualche acciaccato, Capela su tutti. Oggi altro giro di tamponi al gruppo squadra, con la possibilità di allargare il test a qualche giovane della Berretti, da aggregare in caso di ulteriore emergenza. C'è la speranza che almeno Tartaglia e Sarno escano presto dal tunnel, anche se poi per il rientro c'è una procedura da seguire con visita medica. E comunque, almeno per l'Imolese, sarebbe un rientro in extremis dopo oltre 20 giorni di inattività. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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