SandroWeb Posted October 18, 2022 Report Share Posted October 18, 2022 MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2022 - Inizio di stagione in salita per la Pallacanestro Trieste, rimasta assieme alla neopromossa Scafati in fondo alla classifica del massimo campionato. Lo scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo": tre sconfitte caratterizzate da prestazioni insufficienti, con la prova di Bologna unico lampo di luce di un avvio che ha mostrato davvero troppe ombre. Un po' quello che era successo nella stagione 2019/2020, anno del Covid, nella quale dopo una promettente partenza al Taliercio (immeritata sconfitta di misura contro la Reyer), l'allora formazione di Dalmasson rimediò un trentello casalingo contro l'Openjobmetis Varese per poi arrendersi al Mediolanum Forum di fronte all'Armani Milano. Quella serie negativa si interruppe la settimana successiva a Sassari contro l'imbattuto Banco di Sardegna di Gianmarco Pozzecco: parallelo che speriamo possa essere di buon auspicio in vista dell'anticipo che sabato metterà Trieste di fronte alla capolista Bertram Tortona. Testa-coda che alla vigilia, visto il momento diametralmente opposto che stanno vivendo le due squadre, appare ampiamente chiuso nel pronostico. Che Trieste sarebbe stata costretta a vivere una stagione con il coltello tra i denti era chiaro sin dal termine del mercato. Ne ha parlato spesso e (mal) volentieri coach Legovich, consapevole che una squadra rinnovata, che ha vissuto un precampionato complicato da tanti imprevisti e costruita con un budget tagliato rispetto agli ultimi anni avrebbe dovuto pagare dazio in una serie A che ha elevato la sua qualità media. In questo, il calendario non ha di certo agevolato il cammino biancorosso: Pesaro, Virtus Bologna e Reyer Venezia erano il peggio che una squadra ancora alla ricerca di una precisa identità potesse aspettarsi, il poker d'assi si completerà sabato con l'arrivo all'Allianz Dome della Bertram di coach Ramondino. In mezzo al mare agitato di un malcontento diffuso, esplicitatosi sabato scorso sugli spalti con il desolante panorama che ha fatto da cornice al derby contro la Reyer, la Pallacanestro Trieste sta cercando di isolarsi e trovare all'interno del gruppo l'energia necessaria per reagire alle difficoltà. Ribadito che il budget è già oltre i limiti consentiti e che, di conseguenza, almeno nel breve periodo parlare di rinforzi è fuorviante, la squadra dovrà cercare l'equilibrio necessario per tentare di uscire dalla crisi. La ricetta, un accenno in questo senso è arrivato da coach Legovich nel dopo partita contro Venezia, può essere quello di affidarsi in questo momento ai giocatori che danno maggiori garanzie. Possibile, quindi, che sabato contro Tortona il quintetto iniziale e le rotazioni a partita in corso possano essere diverse. Molto dipenderà dalla settimana di avvicinamento alla sfida, dalle caratteristiche della prossima avversaria e dalle sensazioni che lo staff tecnico ricaverà dopo aver analizzato il lavoro in palestra. - La sconcertante sconfitta casalinga con l'Albinoleffe è solo il punto più basso toccato dall'Unione in tre mesi di un lavoro che in campo non si vede. Lo scrive oggi Ciro Esposito sul quotidiano locale: i risultati sono la cartina di tornasole di una squadra senza identità tecnica e che ora ha smarrito anche quella caratteriale. Se la Triestina dopo otto giornate ha sempre subito gol, ha segnato poco e tirato pochissimo in porta, ha collezionato sette punti ed è quartultima la responsabilità è di tutti tranne che di Pavanel. Certo nella gara con l'Albinoleffe il tecnico ha costruito nel primo tempo una diga puntando sulle ripartenze del tridente offensivo. Cosa altro avrebbe potuto fare dopo due giorni di contatto con un gruppo che ha dimostrato di essere tutt'altro che solido? Pavanel sa il fatto suo, ha maturato esperienza e al momento è l'unico in grado di compattare un gruppo in crisi. La società e in particolare il dg Romairone, come responsabile dell'area sportiva, pur nel confronto, devono lasciare ampia autonomia al tecnico. Pava è l'unico vergine da una partenza-flop e gode del rispetto della piazza. Ha fatto bene a difendere la squadra al Rocco davanti alla contestazione dimostrando grande maturità. Pavanel tuttavia non deve diventare un parafulmine ma un autentico punto di riferimento. Non sarà facile ma ce la può fare. L'unica via d'uscita è che i giocatori, scelti da Romairone e dal suo predecessore e osannati dal pubblico prima di vederli in campo, si compattino attorno al loro allenatore e allo staff. La rosa non è da primi posti ma nemmeno da ultime piazze. Con la serietà e la serenità può risalire un bel po'. Ma soprattutto quello che conta è l'umiltà da parte di tutti di capire che se ci si invischia nei bassifondi è difficile uscirne. Specie per giocatori o molto giovani o tanto esperti da aver calcato per anni ben altri palcoscenici. Il rendimento di pochissimi tra loro è stato sufficiente in questa prima fase di torneo ma è illogico che gente nemmeno troppo vecchia capace di giocare bene nelle ultime stagioni (Ciofani, Gori, Minesso, Ganz, Di Gennaro) non siano in grado di fare meglio. La loro condizione atletica non sembra brillante ma si sa che è anche il fattore mentale a determinarla. E in questo senso non si vedono dei giocatori leader in campo. Inoltre questo è il momento di sgombrare il campo dalle alte aspettative di una piazza esaltata prima di tutto dall'essersi sbarazzata, non senza ingratitudine, dell'era Milanese-Biasin che pure mai aveva portato l'Unione così in basso. Gli attuali vertici della società, che sono dinamici e hanno salvato a giugno l'Unione dal baratro, sono dei novizi del calcio. È un mondo che ha delle regole scritte e non, vanno imparate e rispettate. Solo così si riesce a capire la cultura dell'impresa calcistica nella quale vivono da anni direttori, allenatori, giocatori, magazzinieri e anche tifosi. Non bastano gli investimenti finanziari finora garantiti, nè la riorganizzazione aziendale che è una base fondamentale per crescere. Perché il core-business è il campo con tutte le sue variabili belle e brutte. Il momento negativo porta con sè gli errori da evitare per instaurare un circuito positivo. Questa Triestina ha i mezzi per tirarsi fuori dalla melma. Basta che il club sappia individuare gli sbagli, correggerli e guardare avanti. Senza isolarsi ma aprendosi al dialogo. Magari già domani con il Padova, un derby nel quale c'è sulla carta poco da perdere, si vedrà qualcosa di diverso. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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