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I suntini sandrini di venerdì 28 ottobre 2022


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VENERDÌ 28 OTTOBRE 2022

- Massimo Pavanel, che lo conosce bene, sa che Davis Mensah sarà una delle armi più pericolose del Mantova che domenica arriva al Rocco, e non a caso in settimana ha già confessato di temerlo parecchio. Come scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo", la velocità dell'attaccante, nell'anno della serie B sfiorata proprio con Pavanel in panchina, fu un fattore importante per la pericolosità di quella Unione. Ora Mensah torna a Trieste da avversario, deciso a farsi valere in una stagione che ha iniziato alla grande con tre reti segnate in dieci partite. Ma quattro anni in alabardato non si scordano e per lui non sarà una partita come le altre. Mensah, cosa si prova a tornare a Trieste, anche se da avversario? «Una sensazione bella, molto bella. Io non vedo di ricalcare il terreno del Rocco ed entrare in quello stadio così spettacolare, anche perché per me sono stati quattro anni fantastici. Peccato solamente per aver mancato di un soffio la promozione in serie B». Di fronte ci sarà anche l'allenatore con cui ha sfiorato quel traguardo... «Sì, ritrovo proprio mister Pavanel con cui mi sono trovato benissimo e col quale arrivammo davvero a un passo dalla serie B. So che anche negli anni seguenti mi ha cercato per portarmi nelle sue squadre, ma non c'è stata la possibilità di andare con lui. Mi dispiace per lui che abbia iniziato la sua nuova avventura a Trieste con tre sconfitte. Ovviamente io gioco per il Mantova e spero che arrivi anche la quarta, ma spero anche che dalla prossima partita poi cominci a risalire e a vincere». Proprio Pavanel ha detto che la teme molto: ma visto che la conosce bene, sta studiando qualche contromossa? «In effetti il mister sa quali sono le mie caratteristiche: poi però l'avversario puoi studiarlo quanto vuoi, ma alla fine parla sempre il campo. Anche noi comunque stiamo preparandoci per trovare il modo di far male alla Triestina». A Mantova siete partiti male ma ora vi siete ripresi: cosa è cambiato nelle ultime giornate? «Va detto che alla fine siamo in tanti nuovi qui, e siamo una squadra molto giovane: pur avendo solo 31 anni, io e Rodriguez siamo i più vecchi, una cosa che non mi era mai capitata prima. Abbiamo fatto fatica all'inizio, ma ci stiamo conoscendo piano piano e speriamo di continuare cosi perché il bello arriva ora. Tra l'altro, va detto che sono a Mantova grazie a Procaccio». In che senso? «Quando c'è stata la possibilità di venire a Mantova, l'ho sentito e lui ha messo una buona parola per me. Lo ringrazio e gli voglio bene, poi con lui mi sono sempre trovato davvero bene, con le qualità tecniche superiori che ha mi può mandare in porta tante volte». Cosa non ha funzionato invece lo scorso anno a Pordenone?«Non sono uno che sta troppo a pensare al passato: diciamo che tra un infortunio, un po' di sfortuna o forse la categoria che non era per me, non so dirlo di preciso, però alla fine i fatti dicono che ho fatto fatica. Ma non ho rimpianti, qui ho tanta voglia di rifarmi». Che partita sarà domenica al Rocco? «Per noi molto difficile, giochiamo fuori casa, la Triestina sarà molto arrabbiata dopo le sconfitte e vorrà fare bene davanti ai propri tifosi. Tra l'altro, guardando le partite non meritava affatto di perdere, anzi ha giocato bene sia col Padova che con la Juve. Naturalmente cercherà di far punti e per noi ci sarà da soffrire. Dovremo essere bravi noi a ripartire e a farci valere sul piano della velocità. Se dovessi fare gol? No, non esulterò».

- Nella Ge.Vi che ha cominciato con il piede giusto la sua stagione, due vittorie consecutive contro Reggio Emilia e Pesaro che hanno bilanciato gli iniziali passi falsi contro Virtus Bologna e Brindisi, Nicolò Dellosto sta lavorando per guadagnare il suo spazio sul parquet.In questo primo scorcio di campionato, l'ala triestina ha giocato in tutto 14 minuti ma sta accumulando esperienza con la determinazione e l'entusiasmo di chi sa di giocarsi una grande chance per la sua carriera. Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: alla Ge.Vi, Dellosto ha trovato l'ambiente ideale per ritrovarsi e rilanciarsi dopo due stagioni non semplici in A2 prima a Ferrara e quindi a Cento.«È molto piacevole ed emozionante far parte di una squadra di serie A1 in una piazza come Napoli che ha avuto, nella sua storia, squadre importanti- racconta - Mi sto trovando benissimo, con la squadra in questo inizio di stagione si è già creata la necessaria amalgama sul campo e la giusta chimica nello spogliatoio. E poi, aldilà del discorso basket, c'è una città fantastica, sempre in movimento, in cui è piacevole vivere perchè trovi sempre qualcosa da fare. Abito a Fuorigrotta, una zona che offre davvero tanto. Sono a due passi dal palazzetto e molto vicino alla stadio Maradona, quando gioca il Napoli sento il ruggito dei tifosi ed è fantastico».Un ambiente capace di dare la carica a una squadra che sotto la guida di Maurizio Buscaglia e di un assistant coach di esperienza come Cesare Pancotto, sta crescendo di settimana in settimana mettendo in mostra qualità importanti. «La nostra forza - spiega Dellosto - è un gruppo nel quale tutti possono essere protagonisti e dare un contributo per la vittoria. Chiunque va in campo sa ciò che deve fare ed è messo nella condizione di esprimersi al meglio. Abbiamo tanto talento, negli americani in primis ma anche i nostri italiani, parlo naturalmente dei più esperti, non recitano da comprimari. In allenamento, ogni giorno, vedo quanto è importante la coesione che si sta creando grazie all'apporto che ognuno di noi è in grado di dare».Il successo a Pesaro ha creato entusiasmo, la sfida di domenica rappresenta l'occasione per dare continuità al momento positivo vissuto dalla compagine partenopea. «Stiamo lavorando per questo, consapevoli della grande serietà e attenzione che servirà in un match nel quale non dovremo farci trovare impreparati di fronte alla voglia di riscatto dei nostri avversari. Trieste verrà qui a cercare la prima vittoria del suo campionato, il grande errore che non dobbiamo commettere è sottovalutare una partita che presenta insidie».Sul parquet Dellosto ritroverà Deangeli, per le ali triestine entrambi classe 2002 una sfida particolare. «Con Lodovico, qualche anno fa, ho condiviso un raduno con la nazionale sperimentale di Boscia Tanjevic e un'amichevole giocata a Codroipo. Sarà un piacere ritrovarlo»

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