SandroWeb Posted November 8, 2022 Report Share Posted November 8, 2022 MARTEDÌ 8 NOVEMBRE 2022 - La partita persa sul campo "amico" (solo per i tifosi) di Busto Arsizio mette una pietra tombale sui pochissimi alibi rimasti con i quali giustificare il pessimo rendimento di questa Triestina. Adesso è più chiaro che società, giocatori e staff devono pensare a salvare la categoria. Come scrive Ciro Esposito, al di là del risultato (un pari immeritato avrebbe cambiato poco la situazione) quello che conta è la prestazione.IL PRECEDENTE E purtroppo la prova assomiglia molto a quella vista un mese fa a Sesto San Giovanni a tempi invertiti. In quel caso la squadra era stata svogliata, statica e poi senza testa nella ripresa, domenica invece soprattutto nella prima parte della gara. Quella gara aveva segnato il divorzio da Bonatti, oggi Pavanel è in sella anche se al termine della gara dello Speroni è apparso visibilmente sfiduciato. Ne ha tutte le ragioni perché ci tiene tantissimo a vincere questa sfida accettata sul piano professionale ma anche con profonde implicazioni affettive.Anche in quel caso la squadra veniva da una vittoria e tutto l'ambiente si aspettava che l'Unione potesse cominciare a marciare. IL CAMBIO Il cambio di panchina non ha sortito effetti nonostante qualche passetto avanti. Perché le distrazioni, la superficialità, l'assenza di carica agonistica sono rimaste nella testa e nelle gambe di giocatori che non hanno capito che giocano in C e che la C devono salvare. La scelta di non aver confermato alcuni giocatori che quella categoria la conoscevano (basta vedere cosa succede in campo senza l'infortunato Crimi) e l'arruolamento di tanti che quella categoria non la frequentavano da tempo arrivando dalla B, è una responsabilità che fa capo al direttore generale Romairone. IL MERCATO Adesso però non serve a nulla rivangare quel che è stato anche se è chiaro che, dall'esperienza maturata a Trieste in questi anni, per emergere in terza serie è meglio affidarsi ai migliori della categoria anche se i tifosi non si entusiasmano. Il Sudtirol dell'anno scorso è solo l'esempio più fulgido di questa strategia.Ora serve che tutti agiscano per dare una sveglia alla squadra. Perché questo è il momento di pensare a dare tutto sul campo e non di rinviare le soluzioni al mercato di riparazione che pure potranno essere utili. E poi non si possono mica cambiare una decina di pedine nel bel mezzo della stagione quando quasi tutti cercano di tenersi i migliori.I GIOCATORI Se c'è un deficit atletico ci deve pensare Pavanel così come è lui che deve trovare le soluzioni tattiche per mettere in campo sempre gli uomini migliori a disposizione infischiandosene di gerarchie, anzianità di servizio e quant'altro. I più esperti dimostrino di essere tali, i più giovani (Pezzella, Petrelli, Adorante solo per fare degli esempi) facciano esercizio di umiltà senza gigioneggiare con colpi di tacco o alleggerimenti eleganti ma spesso sanguinosi quando si hanno di fronte avversari che mordono le caviglie.IL CLUB Si deve far sentire anche la società perché giocare in questo campionato e in particolare in questo girone non è un videogame. Sono stati investiti milioni di euro e sono state illuse migliaia di persone che si sono abbonate o seguono l'Unione anche negli angoli più remoti del Nord Italia. Bisogna agire adesso perché nelle prossime sette giornate che portano al giro di boa, la Triestina non si può più permettere di perdere altro terreno da quei cinque punti che attualmente la separano dalla zona salvezza senza la lotteria dei play-out.SCONTRI DIRETTI Bisognerà lottare e portare via qualcosa anche nelle gare con Renate, Vicenza, Feralpi ma è evidente che l'Unione non potrà sbagliare gli scontri diretti con Piacenza, Pergolettese e San Giuliano. C'è poco da fare, a questa Triestina che sta collezionando in serie record negativi, in questo momento fanno paura anche le squadre molto meno ricche e sulla carta meno tecniche. Una paura che va trasformata in coraggio ed energia da mettere in campo.Nonostante la stagione sia ancora abbastanza lunga passi falsi con le avversarie più dirette ingarbuglierebbero in modo determinante una situazione già molto difficile da gestire. E attenzione perché la storia dimostra che raccogliere punti nel girone di ritorno, quando i risultati pesano il doppio o anche il triplo, è affare complesso. La Triestina ha la forza tecnica e la struttura economica per risalire almeno un po'. Ma deve farlo subito e soprattutto con un margine di errore prossimo allo zero. - Allenamenti più tirati, video per rivedere e correggere gli errori (e ce ne sono stati, nelle prime giornate, oh se ce ne sono stati) e confronti. Soprattutto confronti. Colloqui individuali, di squadra, con il coach, con la società. Spesso nella storia recente della Pallacanestro Trieste le correzioni di rotta sono iniziate così. Con una sorta di esame di autocoscienza collettivo. E, spesso, come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", sono finiti così: con un gruppo che prende atto degli errori che stanno portando la nave allo sbando e riparte più convinto e coeso.D'accordo, probabilmente l'abbiamo romanzata troppo ma la sostanza è questa. Il dopogara con Tortona, con il terzo pesante ko consecutivo interno, concluso tra i fischi, è stato un punto chiave dell'avvio di stagione biancorosso. Non filtrando niente dallo spogliatoio triestino bisogna rifarsi alle parole di coach Legovich. «Abbiamo rivisto gli sbagli, abbiamo parlato con tutti, abbiamo lavorato sempre più duro». E sono arrivati due successi di fila che significano schiodarsi da quell'ultimo posto solitario e raggiungere un'affollata quota quattro.I CAMBIAMENTI Qualche cambiamento c'è stato. La zona match-up che aveva permesso di sbancare Napoli è il segno di uno staff che vuole esplorare tutte le armi e di un gruppo che lo asseconda. I momenti di intensità difensiva, in precedenza limitati a una dozzina di minuti, sono aumentati. Trieste contro Sassari ha perso di un niente nel conto dei rimbalzi e il saldo recuperi-perse è abbondantemente negativo eppure è stato in contropiede che ha indirizzato il match. Ha ottimizzato le chance di colpire in transizione, facendo le scelte giuste. Contro Sassari è stato più equilibrato l'attacco, coinvolgendo meglio e più spesso i lunghi, senza dipendere esclusivamente dalla vena dei tiratori.È cambiato qualcosa nella rotazione dei giocatori. Diverso lo starting five, con Davis, Gaines e Bartley subito insieme in campo, lasciando Campogrande - ala piccola titolare nelle prime uscite - in panchina. I cinque partiti contro Sassari si sono spartiti 163 dei 200 minuti a disposizione. L'impressione è che la PallTrieste, almeno nei componenti princiali, stia cominciando a divertirsi, meno contratta. E sicuramente coach Legovich la riconosce più sua, simile a quella che aveva progettato in estate.METAMORFOSI SPENCER Tra i singoli almeno tre giocatori hanno mostrato progressi. Il più eclatante è Skylar Spencer, inconsistente nelle prime gare e, di conseguenza, a rischio taglio se solo ce ne fosse stata la possibilità. Il centro non sembra più un corpo estraneo, gli alley-oop che lo chiamano causa non sono più avventure scoordinate e fuori tempo, mostra più personalità. Dopo l'exploit dell'altra sera è il miglior rimbalzista offensivo del campionato, il secondo nelle carambole totali, il secondo stoppatore. In 30 minuti ha tirato tanti liberi (sei) quanti nei cinque turni precedenti. E ne ha messi dentro la metà, che per lui è già un bell'andare.Più sostanzioso l'apporto anche di AJ Pacher. Premessa: non ha senso paragonarlo al predecessore Grazulis che ha caratteristiche diverse. L'attuale ala forte di Trento durante l'esperienza biancorossa si era consolidato come un solido, eccellente collante. Pacher non ha lo stesso tonnellaggio ed è ancora in fase di adeguamento alla Serie A dopo anni di A2. Rispetto alle prime uscite si prende più tiri, si fa sentire a rimbalzo e in difesa, ha un approccio meno soft.La terza metamorfosi riguarda Frank Bartley. L'esterno è fin qui il Mvp biancorosso, confermandosi la bella scoperta che tutti alla vigilia speravano si rivelasse. Rispetto alle prime partite però si è elevata la qualità del suo apporto: meno individualista e disordinato tatticamente, partecipa alla costruzione del gioco, legge i momenti in cui è giusto cercare quell'uno contro uno che ha provocato più di qualche giramento di testa tra gli avversari sardi, aiuta a rimbalzo, si sbatte in difesa. Rimane alta la quantità, si è affinata la qualità Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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