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LUNEDÌ 26 AGOSTO 2024

- Due facce della stessa medaglia, due giocatori che, ognuno per il proprio ruolo, saranno i punti di riferimento del gruppo biancorosso nel campionato che sta per iniziare. Jarrod Uthoff sotto i tabelloni e Markel Brown tra gli esterni sono pronti a mettere la loro esperienza al servizio della squadra.

Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: la scelta di Michael Arcieri, su di loro, è stata mirata. L'obiettivo portare a casa due giocatori che, aldilà del valore espresso sul parquet, potranno essere preziosi punti di riferimento per coach Jamion Christian.

Jarrod Uthoff è un giocatore sul quale il giemme biancorosso aveva messo gli occhi da tempo. Nel corso di questa estate, non appena saputo che l'ala dell'Iowa aveva intenzione di lasciare il Giappone per trasferirsi in Europa, ha puntato forte su di lui ed è riuscito ad accaparrarselo.

«Tornare in Europa è stata una sorta di scommessa con me stesso- racconta Uthoff- volevo mettermi alla prova e capire quali fossero i miei limiti confrontandomi con un campionato più competitivo dopo i tre anni disputati in Giappone. Non vedo l'ora di iniziare e scoprire cosa potremo fare con un gruppo che, per quanto ho potuto vedere in questi primi giorni di allenamento, mi pare molto buono. L'obiettivo - continua - è naturalmente cercare di essere competitivi e vincere il maggior numero di partite possibili. Non parlo di traguardi da raggiungere, almeno non ancora, ma certo l'impressione che ho avuto qui a Trieste è che tutti assieme si possa fare un buon lavoro. Siamo un bel gruppo con cui mi sono trovato a mio agio sin dal primo giorno».

Concetti ripresi da Markel Brown, atleta che Cesare Pancotto ha avuto con lui a Napoli nella passata stagione e che ha indicato come il classico giocatore che negli States viene indicato come un "team maker".

«Mi sento un collante- conferma Brown - uno che mette assieme i pezzi della squadra e fa quello che serve al gruppo. Porterò la mia esperienza al tiro, in difesa e nel tenere la squadra unita. Fondamentale sarà la chimica che riusciremo a creare non solo sul campo ma anche fuori. In questo senso i presupposti mi sembrano buoni. Credo che Mike Arcieri ha fatto un ottimo lavoro assemblando un grande gruppo- continua la guardia statunitense-. Qui a Trieste ho trovato molte facce familiari: con Ross e Reyes ho condiviso l'esperienza di due anni fa a Varese ma anche con Jayce Johnson ho avuto modo di giocare assieme in Summer League. Sabato scorso abbiamo disputato il primo allenamento al completo, ho visto un gruppo unito e pronto a competere e sono curioso di vedere cosa potremo fare in futuro". Squadra che, allo stesso modo dell'ultima stagione, proverà a sviluppare il suo gioco in velocità contando anche sulla duttilità dei suoi elementi.

«La priorità del coach è il gioco veloce- conclude Brown - credo che le caratteristiche di questo gruppo siano perfette per quel tipo di pallacanestro. In queste settimane di preparazione la cosa più importante sarà chiarire cosa dovremo fare sul campo sia in attacco che in difesa. Abbiamo tanti giocatori forti e tanti ottimi tiratori che, ne sono assolutamente certo, ci aiuteranno a vincere le partite nel corso della prossima stagione».

- Prima partita di campionato al Rocco e prima vittoria. Come scrive Ciro Esposito oggi, questa è già una notizia da queste parti dove lo stadio di casa non ha mai portato bene. Ma l'aspetto più significativo è che l'Unione ha dato una dimostrazione di forza. La premessa è che non si sa ancora, vista la stagione, quale sia la forza o meglio lo spessore della Triestina, così come quella dell'Arzignano. Si sa soltanto che il budget stagionale dei vicentini sarà forse un quarto di quello degli alabardati. Ma la storia della C dimostra che questo non basta, specie in una singola partita, a fare la differenza. E infatti la differenza sabato sera l'ha fatta l'atteggiamento di un'Unione sorprendente in positivo. Non è stata una vittoria schiacciante come si potrebbe dedurre dal punteggio ma l'epilogo finale è stato il risultato di un approccio intelligente. La superiorità tecnica della Triestina rispetto all'Arzignano è evidente ma la squadra di Santoni non è scesa in campo con la presunzione e nemmeno con la foga di chi vuole schiacciare l'avversario. È vero infatti che nel primo tempo si è visto poco nella fase offensiva ma la Triestina ha badato anche a coprirsi evitando o quasi le ripartenze avversarie. Al pubblico il primo tempo è piaciuto poco ma il tecnico in questa circostanza ha avuto il merito di riuscire a correggere quella vulnerabilità emersa nelle amichevoli e in Coppa Italia. Una volta sigillata la pericolosità avversaria nella seconda fase, alzando il ritmo e anche la posizione dei terzini, sono arrivate le reti che hanno schiantato i veneti. È uno schema che si ripresenterà nel campionato di C, specie in casa, ed è bene imparare quanto prima ad interpretarlo.

Non era per nulla scontato che l'Unione facesse vedere già a fine agosto sprazzi di maturità. La squadra è piuttosto rinnovata nei singoli e nelle idee del nuovo tecnico, l'assemblaggio è ancora in corso perché mancano, a detta dello stesso Menta, almeno 2-3 elementi: un difensore, un esterno d'attacco (si intensificano le trattative per Zoma dell'Albinoleffe) e un attaccante.

E poi sabato mancavano elementi già inseriti da tempo nella struttura più collaudata come Bijleveld e Voca (oltre al nuovo arrivato Frare ancora alle prese con un infortunio).

Insomma Santoni ha dovuto affrontare non pochi ostacoli nella preparazione del match d'esordio. Lo ha fatto con razionalità e senza voler strafare dimostrando duttilità. Il gioco dominante è un principio ma non un dogma. Il tecnico ha storto il naso per il finale un po' arruffone.

Sul 3-0 ci poteva stare e in più il portiere Roos ha fatto vedere a tutti di che pasta sia fatto.

Gli aspetti positivi vanno rimarcati ma non devono indurre a un entusiasmo sfrenato. Per un cammino ambizioso serve la continuità in ogni singola gara e in sequenza. Ci vuole tempo per l'amalgama e bisogna avere capacità nell'affrontare i momenti difficili e avversarie più attrezzate di quella, pur buona, vista al Rocco. Già la prossima partita sabato contro l'Union Clodiense di Andreucci, neopromossa entusiasta, sarà un banco di prova interessante per crescere. Il mese che Santoni ha davanti è il più delicato dovendo da una parte trovare la quadratura con i giocatori a disposizione e dall'altra perdere meno punti possibile dalle squadre magari più rodate.

Intanto un mattoncino, per la classifica e soprattutto per la fiducia, è stato messo. Se poi il dg Menta ne metterà un altro paio entro venerdì sera, tanto meglio.

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