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MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2024

- La Digos indaga sugli scontri tra tifosi di domenica pomeriggio all'esterno del PalaTrieste. Come scrive oggi Gianpaolo Sarti su "Il Piccolo", gli agenti hanno già individuato praticamente tutti i protagonisti. Soprattutto i supporter della Openjobmetis Varese, vale a dire gli autori del clamoroso agguato organizzato per aggredire i tifosi triestini mentre defluivano dal palazzetto a partita terminata. Erano in ventuno. Tra loro, secondo testimonianze, anche ultras friulani in virtù di un gemellaggio con i lombardi e della rivalità antitriestina. Un ambiente frequentato anche da frange politicamente estremiste. Ma la presenza effettiva degli udinesi ai successivi pestaggi, stando a fonti di Polizia, deve ancora essere accertata fino in fondo. Il questore Pietro Ostuni intende affrontare il caso con severità e preannuncia un «rafforzamento» dei controlli in occasione delle prossime partite di basket.

L'attacco premeditato

La dinamica appare ormai chiara. E tutto fa pensare a qualcosa di premeditato. La scena è questa: la manciata di tifosi arrivati da Varese e Udine chiede di andarsene dal palazzetto prima della fine del match. Sembra almeno cinque minuti in anticipo sulla conclusione dell'ultimo quarto. La Questura sostiene che il gruppo, i ventuno appunto, viene scortato dalle forze dell'ordine verso la zona in cui ha posteggiato le auto, in direzione dell'imbocco della grande viabilità a Valmaura.

Tutto pare tranquillo. Da ricostruzioni risulta che i tifosi imboccano effettivamente la superstrada ma, anziché andarsene via, escono all'uscita di via Caboto e ritornano indietro a Valmaura. Lasciano le auto e si dirigono armati di bastoni (le aste delle bandiere) avvicinandosi minacciosamente al palazzetto, intabarrati nei giubbotti neri. Cappucci e sciarpe nascondono i volti. Sono ormai all'altezza del Grezar. Urlano, fanno esplodere petardi, accendono fumogeni e sferrano bastonate a caso su chi passa in scooter e con la macchina. E pure sulle vetture posteggiate.

l'attacco

Alcuni agenti in divisa e in borghese si accorgono del blitz. Non indossano i dispositivi anti sommossa e quindi tentano di fermare gli esagitati calmandoli, a parole, per evitare il peggio: cioè il contatto con gli ultras avversari e il pericolo che facciano del male anche alle altre persone – ci sono famiglie con bambini, ci sono anziani – mentre escono dal palazzetto.

Nel frattempo piombano gli ultras triestini. Lo scontro è feroce. E ce n'è più di uno a poca distanza. Volano sprangate, pugni e calci anche su chi è a terra. Succede in via Flavia, sulla carreggiata, a qualche decina di metri dall'ingresso del PalaTrieste. La gente è sconcertata.

I feriti

Volano oggetti. Uno colpisce in testa una poliziotta, fortunatamente senza gravi conseguenze. Ma sarà portata al Pronto soccorso. Stando a numerose testimonianze i rinforzi della Polizia arrivano almeno una decina di minuti dopo i tafferugli, quando i violenti si sono già dileguati. Sul posto anche le ambulanze del 118. Alla fine il bilancio è di quattro feriti non gravi, tra cui una persona con un trauma cranico.

Le indagini

Ci sono video e foto che hanno immortalato la scena. Le targhe delle auto dei lombardi e dei friulani sono state sicuramente riprese ai caselli autostradali. La Digos ha dunque materiale sufficiente per risalire ai facinorosi e a identificarli. Ci sono già i nomi e cognomi di una buona parte delle persone che hanno preso parte all'agguato.

Il ruolo della Polizia

La Questura poteva gestire l'ordine pubblico in modo diverso, così da impedire l'assalto? E perché ai tifosi lombardi e friulani è stato consentito di uscire prima della conclusione della partita? Il tema si pone. Chi se ne intende di dinamiche tra tifoserie sostiene che il match era foriero di rischi, così com'era prevedibile la presenza dei friulani: certamente lo sapevano gli ultras triestini, che già durante la partita avevano esposto striscioni al loro indirizzo.

«Stiamo lavorando a fondo sull'accaduto», spiega il questore Pietro Ostuni. «È successo che i tifosi ospiti erano stati accompagnati lontano dal palazzetto e poi sono tornati indietro lasciando la macchina a distanza. Ripeto, stiamo lavorando e ci saranno dei risultati. Non staremo a guardare. Domenica l'attenzione c'era, ma va detto che nel mondo del basket non si verificano fatti del genere – osserva il questore – è la prima volta che capita. Comunque nelle prossime partite prevederemo un rafforzamento delle forze dell'ordine, anche in base alle tipologie di tifoserie. L'attenzione salirà».

Le reazioni

Sia la Pallacanestro Trieste che la società di Varese hanno espresso messaggi di condanna rispetto alle violenze avvenute domenica. Sul caso sono intervenuti anche i sindacati di Polizia Sap e Siulp che hanno manifestato solidarietà nei confronti degli agenti coinvolti e della poliziotta ferita

- Un punto muove la classifica, è uno dei detti più in voga nel mondo del calcio. Ma quando i passettini sono troppo piccoli perché in precedenza si è rimasti troppo indietro come sta accadendo con la Triestina, è ovvio che anche un pareggio può lasciare l'amaro in bocca.

Soprattutto perché, come scrive Antonello Rodio su "Il Piccolo", anche nella sfida con la Pro Patria c'è stata a lungo la sensazione del deja vu, di un copione purtroppo già visto, di uno sterile predominio territoriale con tanto di pasticcio finale che poteva costar caro. Una beffa che non si è concretizzata solo per merito di un gigantesco Roos.

LA SOLITA STORIA

Siamo in buona sostanza alle solite: la Triestina delle ultime settimane è una squadra che sa stare bene in campo, che limita al massimo gli svarioni difensivi, che detiene a lungo il pallino della partita ma davanti non riesce a pungere. E se non segni, la partita non la puoi certo vincere. Poi, anche se ora c'è maggior compattezza, qualche svarione dietro può sempre capitare e, come successo tante volte, alla fine magari ti ritrovi con in mano un pugno di mosche. È evidente che serve qualcosa in più, una svolta che possa dare maggior concretezza offensiva alla squadra. A onor del vero, va detto che a Busto Arsizio c'era un Olivieri in meno nel motore alabardato, e si è visto le scorse settimane quanto l'apporto dell'attaccante ex Juve sia importante almeno in termini di fisicità e dinamismo. Krollis e Vertainen non sono certo adatti a giocare insieme, inoltre il primo continua a essere inconcludente mentre il finlandese ha i colpi di classe ma non certo il killer instict del bomber.

LA LUCE CHE MANCA

Un attacco così avrebbe bisogno di qualche invenzione particolare per essere innescato, di un lampo di luce che purtroppo D'Urso non può ancora dare: il trequartista non è assolutamente in condizione, come si era capito nella ripresa contro l'Albinoleffe.

Probabile che Clotet cerchi di farlo giocare appunto per farlo crescere fisicamente, ma sta di fatto che le sue giocate si limitano per ora a singole trovate estemporanee, ma manca del tutto la continuità e il ritmo.

Si è provato in quella zona anche Kiyine, che ha indubbiamente dei colpi di altra categoria, ma caratterialmente ha dei precisi limiti e anche lui non brilla sul piano fisico.

CENTROCAMPO E CALCI PIAZZATI

La novità positiva è che si è cercato di pungere di più con qualche centrocampista, soprattutto con Christopher Attys che ha agito in posizione più avanzata ed è stato più intraprendente rispetto al solito.

Ma questo non è ancora bastato per essere pericolosi con maggior incisività. Insomma è lì davanti, fra attaccanti, trequartisti e aiuti dei centrocampisti, che Clotet deve evidentemente trovare il prima possibile la quadra per arrivare ai gol.

Magari sfruttando meglio i calci piazzati, che nonostante l'apporto delle torri difensive finora hanno dato poco o niente.

TERZINO SINISTRO: COSÌ NON VA

Servirebbe anche maggiore propulsione dai terzini, ma se a Germano sinceramente non si può rimproverare nulla, va detto che forse bisognerebbe avere il coraggio di trovare qualche alternativa a Bijleveld come laterale sinistro, magari provando finalmente Tonetto, più che un Vallocchia che sarebbe fuori ruolo. Vallocchia che fra l'altro potrebbe essere molto utile a centrocampo nella sfida di venerdì sera al Rocco contro la Giana, visto che Braima sarà squalificato. Ma proprio in quella zona potrebbe esserci il rientro di Voca, un'altra delle tante delusioni di questa stagione chiamate ora a dare un segnale di riscatto. 

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