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MARTEDÌ 17 DICEMBRE 2024

- Forse a Natale i miracoli accadono davvero. Chi se l'immaginava appena tre settimane che la Triestina potesse mettere in cascina 7 punti fra Padova, Vicenza e Novara? E chi se l'aspettava di vedere società e Centro coordinamento Triestina Club d'amore e d'accordo dopo lo strappo estivo sulla campagna abbonamenti e quattro mesi di rapporti difficili?

Lo scrivono Antonello Rodio e Guido Roberti su "Il Piccolo": dopo i risultati sul campo, è successo anche questo: la scorsa settimana l'incontro dell'ad Stella e del club manager Domestici con Sergio Marassi e Claudia Policreste ha tracciato la strada della riconciliazione, una ricucitura che ha avuto il primo segno nella festa per gli auguri natalizi e di fine anno che il Centro coordinamento ha organizzato ieri sera. A far visita ai tifosi dei Triestina Club, si sono visti così mister Tesser, il direttore tecnico Delli Carri, lo stesso Domestici e poi in rappresentanza della squadra Correia, Vallocchia, Krollis, Vertainen e Diakite. Un autentico boato con tanti applausi ha accolto l'arrivo di Tesser, ma festeggiatissimi anche i giocatori e l'uomo che ha riportato di fatto il tecnico di Montebelluna sulla panchina alabardata, ovvero Daniele Delli Carri. Il presidente del Cctc Marassi ha sottolineato come il cambio di panchina sia stata la chiave della svolta: «Ci ha fatto grande piacere il ritorno di Tesser, una persona importante a cui vogliamo molto bene, che con la sua professionalità è riuscito a far compiere una metamorfosi alla squadra. C'è stata subito una spinta verso la salvezza che sembrava molto difficile, ora tutti insieme dobbiamo lottare per l'obiettivo e poi pensare i prossimi anni a obiettivi più importanti».

Tesser da parte sua ha ribadito come il raggiungimento della salvezza deve essere al centro della testa di tutti: «Ringrazio i tifosi che ci hanno fatto sempre sentire il loro affetto. Quest'anno è diverso, ci sono obiettivi differenti, ma quello che conta è l'impegno sul campo e la consapevolezza che si indossa una maglia storica per la quale combattere e sentirsi orgogliosi. Siamo coscienti che raggiungere la salvezza non sarà facile, ma qui tutti assieme ce la stiamo mettendo tutta. E farlo anche con il sostegno dei tifosi sarà più semplice». Dopo gli auguri del tecnico, sono poi arrivati anche quelli di Delli Carri, Domestici e dei giocatori, con simpatici siparietti per alcuni di poche parole in italiano ma molto sentite. Domestici in particolare ha sottolineato la ritrovata cordialità con il Cctc: «Siamo felici che ci sia stato un incontro cordiale per iniziare un corso nuovo, sappiamo come questo ambiente porti un entusiasmo che contribuisce ai risultati della squadra». Ma ieri è stata la volta della festa per gli auguri natalizi anche dell'altro fulcro del tifo alabardato, quello del Triestina Fan Club Bar Capriccio: anche nel club presieduto da Michele Bertocchi è rinato l'entusiasmo. Cori, abbracci, sorrisi hanno unito i tifosi accorsi in via Bramante con Tesser, Delli Carri, Cortiula, i rappresentanti della società ed i giocatori presenti al brindisi: Pavlev, Jonsson, D'Urso, Kiyine, Voca, A ttys. Un saluto da parte di tutti, il ringraziamento ai tifosi per essere stati vicini alla squadra anche nel momento più buio, quando perdere la pazienza per la piazza sarebbe stato scontato. E poi il concetto di "sentirsi a casa" espresso da Tesser, accolto anche qui da un'autentica ovazione, e l'ottimismo di Delli Carri dettato dalle prime risposte della squadra. La serata è stata inoltre l'occasione per organizzare una raccolta benefica a favore di Federico Franceschin, tra gli ospiti illustri la presenza di Alberto Tonut, tra i promotori del Comitato creato per sostenere la raccolta fondi per le cure e l'assistenza allo sfortunato amico ex cestista, colpito dalla SLA circa un anno fa. In chiusura un affollatissimo brindisi benaugurante in vista della partita di Arzignano e del 2025.

- Quasi 24 anni dopo l'ultimo successo in casa Virtus, la Trieste del basket si risveglia con il dolce sapore dell'impresa. Nel segno di Colbey Ross, match winner nel finale di una partita che ha esaltato la forza del collettivo, la formazione di Jamion Christian ha firmato un vero e proprio capolavoro. Risultato che, come scrive Lorenzo Gatto, riscrive la storia biancorossa: era il 4 marzo del 2001 quando la Telit di Cesare Pancotto, Dante Calabria e Milan Gurovic, passando 76-67 sul parquet della Unipol Arena, chiuse a 33 la serie di vittorie consecutive della Kinder Bologna di Ettore Messina.

Tornando al successo conquistato domenica sera, i due punti colti da Ross e compagni alla Segafredo Arena potrebbero risultare determinanti nella rincorsa di Trieste alle final eight di Coppa Italia. Un passo falso avrebbe fatto scivolare i biancorossi al nono posto, dopo l'undicesima giornata invece la formazione di Jamion Christian si ritrova sesta, potendo contare sul vantaggio negli scontri diretti con Tortona, Treviso e Milano.

LEZIONI DAL CAMPO

Senza Brown né Reyes, con Ross ancora alla ricerca di una condizione accettabile, c'era la consapevolezza che senza l'apporto di Valentine difficilmente la squadra avrebbe potuto essere competitiva. E invece, proprio dopo l'espulsione di Denzel, si è vista la miglior Trieste.

Partendo da una difesa impeccabile che, tenendo la Virtus a 70 punti, ha di fatto spianato la strada al successo biancorosso, la regia di Ruzzier, la grande efficacia di Brooks e Uthoff, la solidità di Johnson, il contributo della pattuglia italiana e il talento di Ross hanno confezionato l'impresa.

Come ha sottolineato il gm Mike Arcieri nel dopo partita «Valentine gioca con passione e competitività, deve però imparare a gestire questi sentimenti perché ci sono 40' di pallacanestro da affrontare e c'è una linea che non si può attraversare. Ha capito che la squadra può vincere anche senza di lui, sono convinto che Denzel imparerà da questa esperienza».

Un'analisi corretta e assolutamente condivisibile: se Valentine entra nell'ordine di idee che mettersi al servizio del gruppo può diventare un valore aggiunto devastante per le avversarie, il potenziale di questa Trieste è destinato a crescere.

PICCOLE, GRANDI RIVINCITE

Non siamo nella testa di Ruzzier, ma non ci vuole un fine psicologo per immaginare quello che, al termine della partita, può aver provato Michele. Che nel mondo Virtus, nei sedici mesi nei quali ha vestito quella maglia, non è praticamente mai stato messo nelle condizioni di incidere.

Domenica sera, contro alcuni dei compagni di squadra con i quali aveva condiviso lo spogliatoio, ha giocato una partita di altissimo livello, dispensando assist e guidando i compagni a una meritata vittoria. Non aveva sassolini da togliersi dalla scarpa e non aveva rivincite da prendersi. Ma lo scalpo delle Vu nere, sulla sua cintura, sarà per lui motivo d'orgoglio.

LA GIOIA DI ROSS

La squadra ha cominciato il lavoro, Colbey lo ha finito. Tre bombe consecutive che hanno steso la Virtus, colpi del ko su un'avversaria già vacillante. Nel finale di partita del play biancorosso c'era tutta la voglia di riscatto di un giocatore che dopo lo stop di Sassari aveva voglia di tornare protagonista.

Gioia irrefrenabile sfogata nel dopo partita sotto la curva biancorossa.

Uscendo dal campo, dopo le interviste di rito, Colbey Ross si è fermato a salutare i tifosi festeggiando assieme a loro.

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