Starlite Posted February 17, 2008 Report Share Posted February 17, 2008 Se ne parla da un bel pò, ovviamente sai poco sulle TV e TG italiani (che strano). La Serbia e la Russia no xe d'accordo, USA e gran parte della UE si, alcuni paesi della UE no xe d'accordo (BBC) ma i ga cmq tacitamente approvado la missione EULEX (euobserver.com): circa 1800 tra polizioti, giudici e altri funzionari dei 27 che prenderà in man le redini del Kosovo a partir da questi giorni, sostituindo l'apparato NATO esistente e dando una man al governo kosovaro a formar, de fatto, uno Stato indipendente. Le truppe NATO resterà cmq operative e se ga za dito pronte a risponder per mantener l'ordine nel caso de scontri con parte della minoranza serba della region (concentrada al nord nella zona de Mitrovica e in alcune "sacche" più a sud). A Pristina la gente xe za in festa (BBC) in attesa della formale dichiarazione unilaterale de indipendenza da parte del parlamento kosovaro, che dovessi rivar nel pomeriggio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
arska Posted February 17, 2008 Report Share Posted February 17, 2008 segnalo http://bora.la/2008/02/16/il-punto-di-vist...roblema-kosovo/ Pino Arlacchi sul Kosovo: “uno Stato criminale vicino al centro dell’Europa” Sempre nell’ottica di un approfondimento della conoscenza sulla situazione kosovara, pubblico oggi la parte del libro di Pino Arlacchi (”La mafia imprenditrice”) ove si parla di questione kosovara. Pino Arlacchi insegna oggi Sociologia all’Università di Sassari, ed è stato dal 1997 al 2002 vice segretario dell’ONU, e capo della task force contro il crimine organizzato fondato dalla stessa istituzione. La crisi del Kosovo, vista dall’angolo dell’imprenditorialità criminale, appariva come un evento manipolato fino ai confini della truffa ideologica su vasta scala. Gli scontri ineluttabili di culture, etnie e civiltà che l’avevano plasmata nel profondo non esistevano, infatti, se non nelle interpretazioni posticce dei loro fautori. Le motivazioni ed i comportamenti effettivi dei protagonisti di questi scontri erano in realtà molto distanti da quelli attribuiti loro dalla politica, dalla diplomazia e dai media internazionali. Dopo un’iniziale infatuazione per la “grandologia” sui Balcani, promossa da alcuni intellettuali americani come Robert Kaplan, l’autore de Gli spettri dei Balcani, un volume dal quale Clinton ha dichiarato di essere stato influenzato, ero pervenuto ad un diverso modo di pensare. Il Kosovo non era una provincia di odi etnici secolari e di fanatismo religioso. E il resto dei Balcani non era diverso. Essi non erano una regione di “pura memoria”, ossessionata da fantasmi di guerre lontane. Non si stava (e non si sta) verificando in quel territorio alcuna reale conflittualità di tipo religioso, e neppure di tipo etnico. La cosiddetta “minaccia fondamentalista” era enormemente inflazionata, anche perché la religione islamica non è parte decisiva dell’identità e dei valori degli Albanesi del Kosovo. Era sufficiente una passeggiata serale sulla via principale di Pristina per rendersi conto di ciò: l’abbigliamento dei giovani, i comportamenti delle ragazze, la diffusione degli alcolici e dei luoghi di divertimento non erano molto differenti, nella capitale della enclave musulmana della ex Jugoslavia, da quelli di Belgrado, Roma o Vienna. La versione dell’Islam qui diffusa è molto blanda, incapace perciò di generare fanatismo religioso e estremismo politico. L’identità dei kosovari e degli albanesi mi sembra fondarsi molto di più sull’eredità di una società pastorale basata sul clan e sul diritto primordiale del Kanun, il codice civile e penale del popolo delle montagne. Codice che sopravvive ancora, con i suoi tragici risvolti, nel Kosovo e nell’Albania rurale dei nostri tempi. Le chiese e i monasteri ortodossi bruciati durante le ondate di disordini nel Kosovo non erano i simboli di un’irriducibile alterità religiosa, ma quelli del potere e della cultura degli ex oppressori serbi. E i disordini stessi non sono stati quasi mai una spontanea eruzione di malcontento popolare contro l’amministrazione ONU, il governo di Belgrado e i ritardi del processo di autodeterminazione. La preordinazione e la regia delle manifestazioni da parte di un centro di potere nascosto erano evidenti. Buona parte della crisi kosovara si spiegava con un fatto che la comunità internazionale e l’opinione pubblica, sia europea che americana, preferivano (e preferiscono) ignorare: la perdurante influenza dell’Uck, il Fronte di Liberazione del Kosovo, in quasi ogni aspetto della vita del Kosovo, come eredità di una guerra sbagliata. Lo scontro di civiltà, il fondamentalismo islamico e gli odi secolari qui non c’entrano nulla. L’Uck è stato fin dalle origini un coacervo di bande dalle origini più disparate e di discutibile valore militare, emerse in modo quasi improvviso sulla scena della crisi jugoslava. Sostenuti e armati dalle forze NATO come forza di ribellione alle atrocità dell’esercito e dai paramilitari serbi contro gli albanesi, i militanti dell’Uck si sono macchiati a loro volta di crimini efferati, molti dei quali contro cittadini albanesi sommariamente etichettati come traditori e collaborazionisti. Vari appartenenti all’Uck, inoltre, si sono trovati e sono attualmente nel mirino delle agenzie antidroga europee come protagonisti di primo piano della rotta balcanica dell’eroina. L’Uck è oggi parte di un gruppo di potere politico – economico – criminale composto da 3 megaclan divisi in 13 sottoclan minori che controllano le principali istituzioni, nonché l’economia e la società del Kosovo. Alcuni tra i capi più noti di questi clan sono stati messi formalmente sotto accusa dalla Corte Penale dell’Aia sui crimini commessi nella ex Jugoslavia. Sono personaggi che provengono dalle fila della criminalità, nella quale sono rimasti durante e dopo la guerra contro il regime di Belgrado. La quasi identificazione dell’Uck e dei suoi capi con la mafia kosovaro – albanese, che è la più aggressiva formazione criminale organizzata dell’Europa odierna, fa del problema del Kosovo una delle più serie minacce alla sicurezza del continente. E dell’Italia in modo particolare. I diplomatici e gli uomini politici del cosiddetto “Gruppo di contatto” - Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Russia – che discettavano assieme all’ONU intorno al futuro assetto dei rapporti tra il Kosovo e la comunità internazionale non sembravano tenere conto di queste dure evidenze. La questione del malgoverno e della criminalità organizzata dilaganti nel Kosovo, e delle propaggini di quest’ultima in molti paesi europei, non era presente nell’agenda dei negoziati. Era come se l’argomento non esistesse. Mi sono gradualmente convinto che i cittadini europei, e quelli italiani in prima fila, pagheranno amaramente questa omissione nei prossimi anni, quando un possibile Kosovo indipendente regalerà l’immunità diplomatica e molti delinquenti arrivati ai vertici della politica locale. Durante e dopo il mio mandato all’ONU mi sono sforzato di promuovere le linee di un corso di azione alternativo per la soluzione della crisi kosovara. Se non si spezza il cerchio di potere politico – mafioso che domina quella provincia, dalla sua indipendenza non potrà venire nulla di diverso che l’instaurazione di uno Stato criminale vicino al centro dell’Europa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Starlite Posted February 17, 2008 Author Report Share Posted February 17, 2008 Dal sito della UE go trovà questo documento word che spiega cosa xe la misisone EULEX. Xe in inglese. Riporto un toco: The objective of EULEX KOSOVO is to support the Kosovo authorities by monitoring, mentoring and advising on all areas related to the rule of law, in particular in the police, judiciary, customs and correctional services. This means that the mission will assist the Kosovo institutions, judicial authorities and law enforcement agencies in their progress towards sustainability and accountability and in further developing and strengthening an independent multi?ethnic justice system and multi?ethnic police and customs service. The key priorities of the mission are to address immediate concerns regarding protection of minority communities, corruption and the fight against organised crime. The mission is conceived as a joint effort with local authorities, in line with the local ownership principle, with a view to foster a self sustainable judicial and administrative system in Kosovo, based on the rule of law and European standards. However, EULEX KOSOVO will have some limited correctional powers in the broader field of rule of law, in particular to investigate and prosecute serious and sensitive crimes. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Starlite Posted February 17, 2008 Author Report Share Posted February 17, 2008 Intanto (BBC): Kosovo's Prime Minister Hashim Thaci has requested an emergency session of parliament to discuss a declaration of independence from Serbia. Mr Thaci said parliament was to meet at 1100 GMT to discuss the motion - as well as a new set of state symbols. Come dir che alle 15.00 ora italiana el parlamento se riunirà per approvar la dichiarazion de indipendenza e i simboli dello Stato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ghost Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 Oggio giorno uno stato per dichiarare l'indipendenza ha bisogno del permesso di tutto il mondo e di un esercito di avvocati. Pare che la volontà della popolazione che abita li sia un elemento del tutto secondario... Certo il fatto che la battalgia sia dipolmatico/legale/sociale e non militare è già un passo avanti però comuque sta situazione è un bello specchio di come sia diventata la politica mondiale. Un ingarbuglio di politica, diplomazia, avvocati, malavità, interessi economici... mha. Speremo ben e che tutto si risolva senza problemi. In sto momento non abbiamo soldi da sprecare bombradando la serbia quindi spero proprio che se ne stia buona. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Stefano79 Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 (edited) Oggio giorno uno stato per dichiarare l'indipendenza ha bisogno del permesso di tutto il mondo e di un esercito di avvocati. Pare che la volontà della popolazione che abita li sia un elemento del tutto secondario... D'altra parte cosa succederebbe se si ascoltassero solo gli interessi delle micro comunità? Immagina qui da noi, avremmo la città stato di Muggia, il TLT, lo stato della Bisiacheria e lo stato del Friuli. Se bastasse il volere di 4 persone per creare un'entità indipendente, allora torneremo alla miriade di divisioni feudali. Già così l'Europa ha troppi stati per la sua misera superficie. Nessuno va d'accordo col vicino e tutti vogliono l'indipendenza perchè si sentono diversi. L'unione europea ha ancora molta strada da fare come mentalità, per ora è un'unione solo sulla carta. Comunque è già buono se il Kosovo riesce ad ottenere qualcosa senza far guerra, è già una rarità Edited February 18, 2008 by Stefano79 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bonovox767 Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 Certo il fatto che la battaglia sia diplomatico/legale/sociale e non militare è già un passo avanti però comunque sta situazione è un bello specchio di come sia diventata la politica mondiale.Un ingarbuglio di politica, diplomazia, avvocati, malavità, interessi economici... mha. Speremo ben e che tutto si risolva senza problemi. In sto momento non abbiamo soldi da sprecare bombardando la serbia quindi spero proprio che se ne stia buona. Aspetta che siamo appena all'inizio, anche se come te spero che la Serbia questa volta sia prudente...Certo, il presidente neoeletto è Tadic, filo europeo moderato, invece di Nikolic, nazionalista convinto, ma la vittoria è stata risicata, e quindi i fuochi accesi ci sono...Già alle 15.11 di ieri alcune centinaia di veterani dell'esercito serbo, vestiti con le loro vecchie uniformi militari, sono stati bloccati alla frontiera tra Serbia e Kosovo poco prima dell'attesa dichiarazione d'indipendenza delle autorità di Pristina. Senza contare la sassaiola a Belgrado contro l'ambasciata USA e contro un McDonald... D'altra parte cosa succederebbe se si ascoltassero solo gli interessi delle micro comunità? Immagina qui da noi, avremmo la città stato di Muggia, il TLT, lo stato della Bisiacheria e lo stato del Friuli. Se bastasse il volere di 4 persone per creare un'entità indipendente, allora torneremo alla miriade di divisioni feudali. Già così l'Europa ha troppi stati per la sua misera superficie. Nessuno va d'accordo col vicino e tutti vogliono l'indipendenza perchè si sentono diversi. L'unione europea ha ancora molta strada da fare come mentalità, per ora è un'unione solo sulla carta. Comunque è già buono se il Kosovo riesce ad ottenere qualcosa senza far guerra, è già una rarità Come già dicevo sopra, Tadic, neopresidente "moderato" della Serbia, ha dichiarato che la Serbia non riconoscerà mai l'indipendenza kosovara e che reagirà in tutti i modi pacifici possibili, ma vista la vittoria risicata sul nazionalista Nikolic, non so quanto a lungo durerà la reazione moderata, visto che già nel pomeriggio centinaia di veterani dell'esercito serbo, vestiti con le loro vecchie uniformi militari, sono stati bloccati alla frontiera tra Serbia e Kosovo poco prima dell'attesa dichiarazione d'indipendenza delle autorità di Pristina. La Russia è schierata con la Serbia (amici dai tempi del comunismo), ed invoca un intervento della UE. Gli USA hanno reso noto il loro appoggio al Kosovo, e mezza Europa si è spaccata in due, con il voto contrario di molti dei paesi ex-comunisti. Il kosovo, che è al 90% albanese, insegue da tempo la sua indipendenza, e già da tempo Belgrado è tappezzata di manifesti che proclamano l'appartenenza del Kosovo alla Serbia... Si stanno preparando i tempi per delle nuove Srebrenica...e con queste premesse non vedo cosa possa autorizzare la Serbia ad entrare in EU. Composizione etnica del Kosovo nel 2005 Uno dei manifesti affissi a Belgrado. Il testo cita George Washington e dice: è arrivato il momento per vedere se siamo uomini liberi o degli schiavi. Kosovo è Serbia! L'esempio che fai poi su Muggia, "bisiacheria et similia, non ha attinenza con la complessa questione dell'ex Jugoslavija. Come ben saprai la Jugoslavija era composta da 6 "repubbliche ( così venivano chiamate): Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia e Serbia ..e da 2 regioni autonome: Vojvodina e Kosovo Nel 1991 Slovenia e Croazia dichiararono l'indipendenza dalla Jugoslavija, decretandone l'inizio del dissolvimento. Ne nacque una guerra che tutti ben ricordiamo. Successivamente si staccarono anche le altre "repubbliche" in modo unilaterale formando stati autonomi. Solo il Montenegro fece un referendum, riconosciuto dai serbi. La Vojvodina, che era un tempo a maggioranza ungherese e croata, venne ripulita dai serbi, tanto che ora è composta così: Serbi:65,05% Ungheresi: 14,28% Slovacchi: 2,79% Croati: 2,78% altri 15,1% Ovvio quindi che la Vojvodina non desideri staccarsi dal governo di Belgrado, essendo a maggioranza serba. Diverso il discorso del Kosovo, a maggioranza albanese anche oggi. Non si sta staccando una regione della Serbia dalla Serbia stessa, ma un altro pezzo della ex-Jugoslavija sta prendendo la sua strada. Se un domani l'Italia non esistesse più, sparirebbe al tempo stesso la sua costituzione di fatto. Se nella divisione si creerebbe, diciamo per praticità, Italia Nord ed Italia Sud, se la Sicilia poi decidesse di andare per i cavoli suoi, non è che dovrebbe in quel senso chiedere il permesso alla Calabria... Quindi il Molise che citi, non potrebbe separarsi da un'Italia che non esiste più... Evoluzione della composizione dell'ex-Jugoslavija Di fatti al Kosovo è stato tolto nel 1989 dalla Serbia, nella persona di Slobodan Miloševi?, "unilateralmente" lo stato di regione autonoma e lo status paritario goduto dalla lingua albanese, che era stata fino a quel giorno lingua co-ufficiale nel Kosovo accanto al serbo-croato Fu il primo atto del neoeletto presidente serbo Miloševi? , che puntava al progetto della Grande Serbia...progetto che i nazionalisti non hanno ancora abbandonato... Miloševi? ed il progetto della Grande Serbia ( tratto da Wikipedia) Dopo aver indetto referendum popolari il 25 giugno del 1991, Slovenia e Croazia proclamano l'indipendenza.L’esercito federale interviene in Slovenia. Miloševi? non ha alcun interesse nel paese, etnicamente compatto e sostenuto da Austria e Germania. La prima guerra europea della fine del secondo conflitto mondiale si conclude dopo dieci giorni, l’8 luglio (Accordi di Brioni). L’attenzione di Miloševi? si sposta tutta sulla Croazia, in particolare sulle regioni abitate da Serbi (le pianure della Slavonia e la regione montuosa della Krajina). Miloševi? non accetta che popolazioni serbe vivano al di fuori della nuova "piccola" Jugoslavia (cioè la Serbia e il Montenegro). Il suo progetto è quello di annettersi i territori serbi della Croazia e una buona metà della Bosnia-Erzegovina (nel 1991 ancora estranea alla guerra), creando così la "Grande Serbia". Nella seconda metà del 1991 Miloševi?, l’esercito federale jugoslavo e truppe paramilitari iniziano una violenta guerra contro la Croazia. Assediano e distruggono completamente la città multietnica di Vukovar (città in cui la convivenza fra serbi e croati era storica e pacifica, caduta l’8 novembre 1991). L’esercito jugoslavo penetra in profondità in territorio croato, arrivando a minacciare Zagabria. Dopo il referendum in Bosnia Erzegovina sull’indipendenza (1 marzo 1992), boicottato dai serbo-bosniaci, scoppia la guerra di Bosnia. Miloševi? sostiene militarmente e politicamente Radovan Karadži?, leader dei serbo-bosniaci che si macchierà di crimini di guerra. La guerra, fra continue tregue e riprese militari, si concluderà il 21 novembre 1995, con gli accordi di Dayton. A Dayton i due nemici Miloševi? e Tu?man, presidente della Croazia (che più volte si erano incontrati –secondo alcuni era presente un "telefono rosso" diretto fra i due politici-), responsabili politici di operazioni di pulizia etnica e di enormi massacri, saranno descritti come "gli uomini della pace", e lasciati al loro posto. Va da sè quindi che il Kosovo per la Serbia ha un'importanza non come risorsa economica, ma come punto strategico... Il cammino del Kosovo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bonovox767 Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 Quindi il Molise che citi, non potrebbe separarsi da un'Italia che non esiste più...Volevo dire "Muggia" Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Stefano79 Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 Ma ovvio che il mio era soltanto un esempio. Dico solo che così facendo l'Europa diventerà una scacchiera di staterelli di pochi chilometri quadrati. I Balcani sono una delle zone dalla storia più tormentata, e rileggiendola non mi sento di dare torto totale ai Serbi. Basta dare una letta a wikipedia per capire perchè ora il Kosovo è a maggioranza albanese... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
arska Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 Ma ovvio che il mio era soltanto un esempio. Dico solo che così facendo l'Europa diventerà una scacchiera di staterelli di pochi chilometri quadrati.. e cossa xe de sbaglià? La nazion novecentesca personalmente la vedo vetusta.. dopo sta ala gente eser sgaia e no veder una lingua, un uso, ecc come scusa per dividerse, là diventa feudalesimo, ma considerar anche de meterse insieme per contar de più. Ma IMHO ga de eser deciso dala autodeterminazion (anche se in sto caso xe BEN più casin de quel che par...) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kimy Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 (edited) Ma ovvio che il mio era soltanto un esempio. Dico solo che così facendo l'Europa diventerà una scacchiera di staterelli di pochi chilometri quadrati. Sono del fronte che fa bene avere tanti piccoli stati che si gestiscono bene e che sia l'Europa a fare il filo comune per il futuro di tutto il continente. La speranza è quella di non vedere una nuova guerra nei Balcani, già troppe vite sono state spese... Edited February 18, 2008 by Kimy Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Starlite Posted February 18, 2008 Author Report Share Posted February 18, 2008 Sono del fronte che fa bene avere tanti piccoli stati che si gestiscono bene e che sia l'Europa a fare il filo comune per il futuro di tutto il continente. Anche mi la vedo così. Gestion diretta de popolazioni e aree limitade, in un unico organismo guida che sia la UE, così de no gaver confini, gaver un mercato unico, una moneta unica e una notevole armonizzazion delle leggi. Dopo tutto le famose tre repubbliche Baltiche dopo la dominazion URSS no ga perso tempo a rimetter parte della loro "indipendenza" nelle mani della UE. Questa xe l'ottica giusta secondo mi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bonovox767 Posted February 18, 2008 Report Share Posted February 18, 2008 I Balcani sono una delle zone dalla storia più tormentata, e rileggiendola non mi sento di dare torto totale ai Serbi. Basta dare una letta a wikipedia per capire perchè ora il Kosovo è a maggioranza albanese...Ok..visto che basta wikipedia, se partiamo dal 1912 ( ..e la storia del Kosovo è molto più lunga, da quando era parte dell’impero ottomano) noterai che quando i serbi partirono alla riconquista del Kosovo, c’era il 60% della popolazione di etnia albanese, tanto che Tucovic, dirigente socialdemocratico contrario a quella operazione, disse che si era entrati in terra straniera, ed in quel frangente si calcola che furono circa 20.000 i kosovari albanesi massacrati.Dal canto suo, l'etnia albanese aveva manifestato chiedendo invano per il Kosovo lo status di repubblica nel 1968 (ottenendolo de facto ma non de jure nel 1974) e di nuovo nel marzo 1981, pochi mesi dopo la morte di Tito. La popolazione albanese triplicò, passando dal 75% a oltre il 90% del totale, mentre quella serba ristagnava, calando dal 15% all'8%. Il 24 settembre 1986 fu pubblicato a Belgrado l'anti-titino ed anti-albanese Memorandum dell'Accademia Serba delle Scienze (SANU) al Presidente e al Parlamento della Repubblica di Serbia. Nel 1987 Slobodan Miloševi?, allora leader della Lega dei Comunisti di Jugoslavia in Serbia, fu inviato in Kosovo a fini di pacificazione, ma prese le parti dei serbi dichiarando "mai più nessuno potrà toccare un serbo" e accreditandosi come leader nazionalista agli occhi dell'opinione pubblica. Nel marzo 1989 Miloševi? riuscì a far revocare gran parte dell'autonomia costituzionale del Kosovo e della Vojvodina: fu, tra l'altro, revocato lo status paritario goduto dalla lingua albanese (fino ad allora lingua co-ufficiale nel Kosovo accanto al serbo-croato). Il 28 giugno 1989, 600° anniversario della prima battaglia del Kosovo, a Kosovo Polje, sito della battaglia, Miloševi?, dall'8 maggio Presidente della Repubblica di Serbia, pronunciò un violento discorso contro l'etnia albanese, assimilandola ai turchi ottomani. Da un lato, il centralismo ed il panserbismo evidenti in questo discorso furono uno dei prodromi della dissoluzione della Jugoslavia, assieme al congresso della Lega dei Comunisti di Jugoslavia del 1990. Le altre repubbliche fecero uso del diritto di secessione dalla Jugoslavia fra il 25 giugno 1991 e l'aprile 1992. La Serbia, che vedeva molti serbi etnici perdere il legame con la madrepatria, si oppose con la forza a molte di queste secessioni, anche usando le forze federali da essa egemonizzate, ma non riuscì ad evitarle. Dall'altro, il discorso del 1989 segnò l'avvio di una politica di ri-serbizzazione forzata della provincia, con la chiusura delle scuole autonome di lingua albanese e la sostituzione di funzionari amministrativi e insegnanti con serbi o persone ritenute fedeli alla Serbia. Inizialmente l'etnia albanese reagì alla perdita dei suoi diritti costituzionali con la resistenza non violenta, guidata dalla Lega democratica del Kosovo (LDK) di Ibrahim Rugova. Gli albanesi boicottarono le istituzioni ed elezioni ufficiali e stabilirono istituzioni e scuole separate, dichiararono l'indipendenza della Repubblica del Kosovo (2 luglio 1990), riconosciuta solo dall'Albania (tornata da pochissimo democratica), adottarono una costituzione (settembre 1990) e tennero un referendum sull'indipendenza (1992), che registrò l'80% dei votanti con un 98% di sì (senza riconoscimento ma con osservatori internazionali). Tuttavia, dal 1995, dopo la fine della guerra di Bosnia-Erzegovina, molti albanesi scelsero la lotta armata indipendentista, guidata dalla Ushtria Çlirimtare e Kosovës (UCK), che si avvalse anche di veterani di quella guerra. Ed ho citato wikipedia... Quindi secondo voi, maggior frammentazione è simbolo di stabilità? O maggior rischio di guerre? Perchè tutte le guerre nate nei balcani sono proprio per l'opporsi alle scissioni per il progetto della Grande Serbia che viene portato avanti da 800 anni e checchè se ne dica, non è abbandonato... Sarà anche stato eletto Tadic, filoeuropeo, ma chi ha in mano il parlamento sono i nazionalisti ed iradicali, che hanno ben detto che pretendono una reazione forte dalla presidenza,ed infatti la Serbia ha già ritirato l'ambasciatore dagli USA e dichiarato che lo ritireranno da tutti gli stati che riconosceranno il kosovo. Russia e Cina sono con la Serbia...non so se sentite il vento... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
MONTAG Posted February 19, 2008 Report Share Posted February 19, 2008 Quindi secondo voi, maggior frammentazione è simbolo di stabilità? O maggior rischio di guerre? Perchè tutte le guerre nate nei balcani sono proprio per l'opporsi alle scissioni per il progetto della Grande Serbia che viene portato avanti da 800 anni e checchè se ne dica, non è abbandonato... Sarà anche stato eletto Tadic, filoeuropeo, ma chi ha in mano il parlamento sono i nazionalisti ed iradicali, che hanno ben detto che pretendono una reazione forte dalla presidenza,ed infatti la Serbia ha già ritirato l'ambasciatore dagli USA e dichiarato che lo ritireranno da tutti gli stati che riconosceranno il kosovo. Russia e Cina sono con la Serbia...non so se sentite il vento... Ritengo che tutte le argomentazioni che porti, così come la tua ricostruzione di questa pagina di storia, siano ineccepibili e corretti. Il vento soffia nella direzione che indichi e dal punto di vista geopolitico non c'è niente da aggiungere. In Serbia, purtroppo, c'è un fortissimo sentimento nazionalista che si alimenta pescando in un antico e mal interpretato vittimismo vissuto in modo collettivo dall'intero paese. In tutto il mondo esiste una visione distorta della storia che tende a sottolineare i torti subiti e a dimenticare quelli perpetrati. Ma quasi solo a Belgrado questo caratterizza la vita politica e quotidianamente diventa materia per nuove discussioni. Accanto a questo c'è una parte del paese giovane che cerca di smarcarsi da questo cortocirciuto che trasforma la memoria in attualità che non bisogna sottovalutare. Per ora il cambiamento riguarda solo la parte più istruita del paese, gli intellettuali e gli studenti e alcuni quadri dirigenti che magari sono consapevoli della contraddizione, ma non possono compiere uno strappo definitivo con il passato perchè una parte consistente dei loro elettori non capirebbero. Del resto il ricordo dei bombardamenti è ancora troppo recente. Il kossovo indipendente è una consequenza della storia, non è un atto di giustizia. I serbi nelle enclavi si troveranno a vivere in condizioni ancora più misere e marginali. C'è una certa dose d'ingiustizia in tutto questo inevitabile. Ma è troppop presto per dire se questo innescherà il celebre vittimismo o un processo di superamento dei vecchi schemi mentali. Io spero nei giovani e nella diplomazia...si vede che sono in una fase d'ottimismo sfrenato? Per rispondere alla tua domanda non lo so se la frantumazione etnica può portare ad una migliore amministrazione del territorio. La federazione yugoslavia era una falsa promessa di multietnicità e teneva al suoi interno dei leoni addormentati pronti a sbranarsi al loro risveglio. Era destinata a finire così. Non penso che faccia testo per il resto dell'europa, perchè considero la sua storia troppo peculiare per essere esportata come modello. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Stefano79 Posted February 19, 2008 Report Share Posted February 19, 2008 Perchè tutte le guerre nate nei balcani sono proprio per l'opporsi alle scissioni per il progetto della Grande Serbia che viene portato avanti da 800 anni e checchè se ne dica, non è abbandonato... A me risulta che almeno per 500 anni la Serbia sia stata invasa dagli Ottomani che a fasi alterne si sono spinti fino alle porte di Vienna. Hanno fatto da filtro per secoli, comandati a casa loro. Direi che è comprensibile il loro odio verso tutto ciò che è islamico. Nel Kosovo per secoli ci sono stati sia Serbi che Albanesi, ma i primi hanno lottato per difendere la loro religione, mentre la maggior parte dei secondi si è convertita all'islam, evitando così le rappresaglie ottomane che hanno fatto pulizia etnica dei Serbi del Kosovo. Poi ok, è passato un secolo dalla caduta dell'impero ottomano e i Serbi non dimostrano di volerci mettere una pietra sopra. Forse allo stato attuale delle cose, alla fine, l'indipendenza del Kosovo è la scelta più saggia, ma additare la Serbia come la causa di ogni male è un po' esagerato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ghost Posted February 19, 2008 Report Share Posted February 19, 2008 D'altra parte cosa succederebbe se si ascoltassero solo gli interessi delle micro comunità? Immagina qui da noi, avremmo la città stato di Muggia, il TLT, lo stato della Bisiacheria e lo stato del Friuli. Se bastasse il volere di 4 persone per creare un'entità indipendente, allora torneremo alla miriade di divisioni feudali. Già così l'Europa ha troppi stati per la sua misera superficie. Nessuno va d'accordo col vicino e tutti vogliono l'indipendenza perchè si sentono diversi. L'unione europea ha ancora molta strada da fare come mentalità, per ora è un'unione solo sulla carta. Comunque è già buono se il Kosovo riesce ad ottenere qualcosa senza far guerra, è già una rarità Bhe razza diversa, storia diversa, religione diversa, lingua dievrsa... il confronto con muggia e gorizia non centra assoluatemte nulla. Ci sono molte meno differenze tra Trieste e slovienia che non tra kossovo e serbia. E poi le diversità non si misurano in estensione territoriale. L'europa è composta da etnie e società estremamente variegate e ovvio che abbia tanti stati indipendenti. Come se la russia fosse un grande esempio di democrazia perchè "è uno stato grosso". IMHO è giusto che ogni paese abbia la sua indipendenza. E giusto che il Kossovo, albanese ed islamico si possa governare da solo e non venga governato da un popolo dievrso. Sinceramente a te piacerebbe se l'Italia fosse governata da un paese di religione diversa (mettiamo islamica), di etnia diversa (mettiamo rumeni per fare un esempio)... e con nel passato pure qualche precedente di pulizia etnica nei nostri confronti? Ed infine, identità nazinale, liberltà di auto-governo, non sono incompatibili con l'europa. L'europa sarà un lavoro di squadra. Diversi paesi che lavorano assieme per il bene comune. E per fare cio non è necessario rinunciare alla propria identità. Basta avere obbiettivi comuni. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
arska Posted February 19, 2008 Report Share Posted February 19, 2008 ma mi continuo a eser convinto che lingua e religion no posi continuar a eser le uniche basi per crear stati e regioni. Ripeto: xe un concetto che portado ai estremi torna ai nazionalismi novecenteschi, proprio perchè confini certi no xe miga facile farli, e ognidun dirà che quei km in più o in meno ghe apartien, ecc.. Sempre là se casca. A sto punto per mi xe meio el medioevo (e dopo), dove un stava con un o con l'altro per convenienza politica o economica, o militar, etc... che potenzialmente dassi meno spazi a conflitti etnici. (dopo che, in sto caso, la Serbia no fosi proprio el partner ideal per i kosovari xe ormai evidente) Ma ocio che qua se parla za de un stato "amico dele mafie" in posizion strategica. E apogiado da quasi tuta Europa..! (e volessi veder, dopo una guera dela nato..) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ghost Posted February 20, 2008 Report Share Posted February 20, 2008 (edited) ma mi continuo a eser convinto che lingua e religion no posi continuar a eser le uniche basi per crear stati e regioni. Ripeto: xe un concetto che portado ai estremi torna ai nazionalismi novecenteschi, proprio perchè confini certi no xe miga facile farli, e ognidun dirà che quei km in più o in meno ghe apartien, ecc.. Sempre là se casca. A sto punto per mi xe meio el medioevo (e dopo), dove un stava con un o con l'altro per convenienza politica o economica, o militar, etc... che potenzialmente dassi meno spazi a conflitti etnici. (dopo che, in sto caso, la Serbia no fosi proprio el partner ideal per i kosovari xe ormai evidente) Ma ocio che qua se parla za de un stato "amico dele mafie" in posizion strategica. E apogiado da quasi tuta Europa..! (e volessi veder, dopo una guera dela nato..) Concordo sul fatto che religione e razza non dovrebbero essere la basi per crear stati laici democratici con libertà di culto ed uguaglianza difronte la legge in una democrazia moderna multiculturale. Però guardiamo in faccia la realtà. Sono tuttora elementi determinanti. Addirittura qua in italia con il Papa che spadroneggia e gente che porta a pascolare maiali sui cantieri delle moschee e pregiudizi raziali di ogni tipi siamo lontani anni luce da uno stato democratico laico ed imparziale nei confronti di ogni razza e religione. La democrazia serba e tanto migliore della nostra da rendere possibile un governo imparziale? Le basi per la creazione degli stati sono quelle "differenze" che rendono impossibile un governo esterno giusto ed imparziale. E nel nostro mondo religione e razza sono ancora differenze che causan questo tipo di incompatibilità Per lo stesso motivo per cui l'italia non può esere governata ada uno goevrno Islamico che magri mette l'obbligo di velo da un giorno al altro così mi pare sia abbastanza sensata la rischiesta del Kossovo di non essere governato da un governo che parla un altra lingua, ha un altra religione e di un altra razza... ed ha pure tentato di sterminarli in passato con la pulizia etnica. Edited February 20, 2008 by Ghost Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Starlite Posted February 20, 2008 Author Report Share Posted February 20, 2008 Per lo stesso motivo per cui l'italia non può esere governata ada uno goevrno Islamico che magri mette l'obbligo di velo da un giorno al altro così mi pare sia abbastanza sensata la rischiesta del Kossovo di non essere governato da un governo che parla un altra lingua, ha un altra religione e di un altra razza... ed ha pure tentato di sterminarli in passato con la pulizia etnica. Già, rispondendo ad una lettera su Italians, Severgnini scrivi: Noto salto logico: la sua preoccupazione sta nel diritto internazionale, nel futuro dei piccoli Stati balcanici o nella religione dei kosovari? Sul primo punto, direi: gli spagnoli e i greci non hanno intrapreso pulizie etniche in Catalogna o in Macedonia, costringendo la Nato a intervenire. Quindi non vedo perché debbano preoccuparsi del riconoscimento UE al Kosovo. La vicenda di quello Stato è eccezionale: e non per colpa dell'Unione Europea, come sappiamo. La Russia e la Serbia devono accettare il verdetto delle storia: chi è causa del suo mal, eccetera. Mi preoccupa di più - e qui siamo d'accordo - il proliferare di staterelli balcanici che potrebbero finire in cattive mani (sono stato in Kosovo, nel 2000: un posto complicato, diciamo). La religione? Mi sembra che in Europa vivano molti musulmani: che siano una minoranza in Bosnia (o in Germania), oppure siano la maggioranza in Kosovo, non è un problema. Dipende da cosa fanno, come al solito. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ghost Posted February 20, 2008 Report Share Posted February 20, 2008 Mi piace come che scrive Severgnini non son semrpe 100% d'accordo con lui ma argomenta bene ed in modo conciso e fa semrpe pensare. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Starlite Posted February 22, 2008 Author Report Share Posted February 22, 2008 Estratto dalla BBC Russia's ambassador to Nato, Dmitry Rogozin, has warned that Russia could use military force if the Kosovo independence dispute escalates. "If the EU develops a unified position or if Nato exceeds its mandate set by the UN, then these organisations will be in conflict with the UN," he said. In that case Russia would "proceed on the basis that in order to be respected we need to use brute force", he said. Par de esser tornadi alla Guerra Fredda... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
iguanadan Posted February 22, 2008 Report Share Posted February 22, 2008 E alè, nuova guerra in arrivo. Quello che mi sono chiesto è: perché i serbi tengono così tanto a quei chilometri quadrati? Non penso che i kosovari nuotino nell'oro, li odiano, hanno - ehm - amici diversi... mollali lì, no??... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Nona Picia Posted February 22, 2008 Report Share Posted February 22, 2008 E alè, nuova guerra in arrivo. Quello che mi sono chiesto è: perché i serbi tengono così tanto a quei chilometri quadrati? Non penso che i kosovari nuotino nell'oro, li odiano, hanno - ehm - amici diversi... mollali lì, no??... Forse perchè il Kosovo ha uno sbocco al mare? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
iguanadan Posted February 22, 2008 Report Share Posted February 22, 2008 Forse perchè il Kosovo ha uno sbocco al mare? Hmm, ok. Bisogna dire che i serbi non lo stanno particolarmente valorizzando, però... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kimy Posted February 22, 2008 Report Share Posted February 22, 2008 Forse perchè il Kosovo ha uno sbocco al mare? Il Kosovo non è bagnato dal mare. il problema di fondo è più intricato. Quel pezzo di terra confina con l'Albania è ci vive una popolazione albanese che sfiora i 90% dei abitatni, mentre i restatni sono serbi e varie minoranze. Il Kosovo come paese potrebbe esistere per poco, unendosi in un secondo momento con l'Albania. Questa ultima prospettiva è proprio quella che la Serbia teme e per la quale lotta ormai da secoli. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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