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I suntini sandrini di lunedì 18 maggio 2020


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LUNEDI' 18 MAGGIO 2020

- Si riparte. Compatibilmente con le possibilità, rimanendo con la prima innestata. Ma, almeno, si riparte. In settimana l'Allianz tornerà ad allenarsi, individualmente, in sicurezza, mentre dirigenza e tecnico definiranno le strategie per la prossima stagione. Oggi si ritroveranno il presidente Mario Ghiacci e coach Eugenio Dalmasson (quest'ultimo intervistato da Roberto Degrassi de "Il Piccolo") e a breve, individuato un piano di lavoro, il confronto verrà esteso anche agli altri soci biancorossi. Vengono messi in preallarme i giocatori per riprendere prima un lavoro atletico individuale (chiesta la disponibilità del Grezar) e poi tecnico all'Allianz Dome. Nessun rischio di assembramento. Gli arruolabili sono 6 e li ricorda il coach stesso. «Cavaliero, Coronica, Da Ros, Deangeli, Fernandez e Schina». Siamo ancora lontani dal ritornare a respirare basket a pieni polmoni ma qualcosa succede.
Dalmasson, inizia il momento delle scelte per il futuro. Ad anticiparlo è stata la decisione di uscire dal contratto con Peric. "Una scelta quasi obbligata, quell'accordo non era più sostenibile, si chiude un momento e per tutti inizia una pallacanestro diversa". Decisione solo economica? I 22 minuti concessi, certi quarti finali in panchina...Non è stata anche una scelta tecnica? "Ripeto: non avremmo potuto sostenere quell'impegno". Poniamo che tra qualche settimana Pallacanestro Trieste e "Pero" scoprano che ci sono margini per continuare. Porte aperte? "Lui si è trovato bene a Trieste e noi con lui. Lo conosciamo, pregi e difetti, è un comunitario e non un Usa appena da inserire. Ma i presupposti adesso sono lontani". Ha biennale con possibilità di uscita anticipata anche Cervi. Sono invece in scadenza di contratto le due bandiere della squadra, Cavaliero e Coronica."Tutte situazioni che affronteremo presto. In questo periodo siamo comunque rimastii in contatto con i giocatori. Ne parleremo insieme".
Voci di mercato. A Trieste sono stati accostati solo due nomi, Casarin e Sabatini. Entrambi play, entrambi possibili cambi del regista titolare che realisticamente sarà Fernandez. La prossima Allianz non cercherà quindi un regista straniero ma andrà semmai su una combo guard potenziando il parco tiratori? "Si tratta di una delle soluzioni che stiamo verificando". Aldilà delle scelte sui singoli giocatori, ci sarà già un'idea sull'identità tecnica su cui vorrebbe costruire la squadra. Da dove si parte? "Un livello di fisicità superiore nei piccoli. Nell'ultimo torneo avevamo poco atletismo, l'eccezione era Jones. Vorrei aumentare l'impatto fisico". Un campionato vissuto con l'incubo della retrocessione significa che sono stati commessi errori. Detto della mancanza di atletismo, quali sono stati gli altri più macroscopici? "Troppi esordienti. L'anno prima avevamo una base di stranieri con esperienza del torneo, a parte Walker che infatti non è andato bene. Nell'ultimo campionato i debuttanti erano la maggioranza". Di conseguenza, pare di capire che si tornerà a cercare Usa con precedenti in Italia o almeno in Europa...A proposito, Usa oppure direttamente europei? "Per adesso raccogliamo informazioni dappertutto. Ogni scelta comporta anche rischi e controindicazioni. Il mercato potenziale dei rookie è sempre ricco ma - lo abbiamo verificato sulla nostra pelle - di questi tempi quanti ragazzi di 21-22 faranno i salti sulla sedia all'idea di lasciare gli Usa per l' Italia? Gli europei non hanno questi problemi però costano. E questi ragionamenti non li sta facendo mica solo Trieste..."
A parte Abass, ora a tenere banco nei rumors di mercato della A sono elementi della serie inferiore. Si va a pescare in A2? "Questione di scelte. Un giocatore chiamato a un impiego di 15-20 minuti a sera in A deve avere già la sua storia. E se arriva dalla A2 state certi che aveva già un ingaggio importante e per giunta con condizioni di tassazione diverse. Lo si fa se si vuole puntare su una forte identità italiana, mettendo questa sopra altre valutazioni". Di solito l'Allianz si radunava a ridosso di Ferragosto. L'avvio della Supercoppa il 29 agosto obbligherà a ritrovarsi già a luglio. "Aspettiamo conferme. Il vantaggio della Supercoppa è che in un momento simile sarebbe stato difficile organizzare tornei e amichevoli. Così potremo giocare contro squadre competitive in sicurezza". Sei gironi da tre. Non si sa se con i criteri delle teste di serie o per vicinanza geografica. In ogni caso, scontato che tocchino Venezia e Treviso. "La soluzione più logica". A porte chiuse. In attesa di aprirle al pubblico il prima possibile in campionato. "Lo vogliamo tutti. Le società hanno bisogno del pubblico e la gente ha voglia di basket. Ma nessuno può dire con certezza quando".

- «Non so quando ma so che quando sarà il momento si ripartirà in modo diverso, approcciandosi alla vita in modo diverso. E questo servirà a fare crescere anche chi fa dello sport la sua professione. La speranza di tornare in campo c'è». Era appena cominciata la pandemia e il ricordo di Carmine Gautieri (intervistato da Ciro Esposito) dell'ultima gara vittoriosa a Ravenna era ancora fresco. Ora, a due mesi di distanza, la speranza del ritorno in campo è di fatto, anche se non ufficialmente, tramontata. «Ormai siamo a giugno, per fortuna sul piano sanitario la situazione è molto migliorata ma su come ripartire c'è ancora tanta, troppa incertezza. E questo significa impossibilità di programmare. E invece progettare un futuro è l'aspetto più urgente». Carmine Gautieri, tecnico della Triestina, scalpita per tuffarsi nella programmazione del futuro dell'Unione. Arrivato a metà ottobre con un contratto fino al 30 giugno e con la possibilità di lavorare sul campo interrotta a inizio marzo. Cinque mesi intensi che per Carmine Gautieri non sono una breve parentesi della sua carriera ma piuttosto la prima tappa incompiuta di un progetto da sviluppare. «Trieste è un città splendida che mi ha accolto con grande calore anche in questi mesi di quarantena ma soprattutto qui c'è tutto per far crescere una società di calcio moderna. Perché la proprietà, con in primis Mauro Milanese, ha un obiettivo ambizioso e lungimirante e i mezzi per raggiungerlo. In questo momento chi riuscirà a muoversi prima avrà un vantaggio» spiega il tecnico. Già, ma la società prima di partire con la programmazione ha bisogno di alcuni paletti che il Consiglio federale di questa settimana dovrebbe fornire a cominciare dalla sospensione o meno praticamente scontata del campionato di serie C (con annessa questione play-off).«Per evitare il fallimento di decine di società è evidente che la Federazione deve accelerare su una riforma. Il Catania, tanto per fare un esempio, è già a un passo dal tribunale e così succederà anche per altre realtà. Lo ribadisco: diminuire le società professionistiche e magari varare una serie B a due gironi valorizzerebbe le grandi piazze mentre le altre società godrebbero dei benefici di minori costi necessari alla loro sopravvivenza - dice il tecnico alabardato -. Ma a prescindere dalle riforme il progetto Triestina ha grandi potenzialità sia come prima squadra che su un'idea di sviluppo del settore giovanile». La sostenibilità economica è un obiettivo che si persegue con i risultati sportivi da un lato e la ricchezza dei vivai dall'altra. «Sul fronte della prima squadra non avrei dubbi a ripartire da un gruppo che nel corso degli ultimi mesi era cresciuto tantissimo. Ho trovato dei professionisti modello e giocatori di qualità. Su questa base, con qualche aggiustamento, c'è un gruppo molto competitivo anche per la prossima stagione. La questione del settore giovanile mi sta particolarmente a cuore anche perché ho visto come si lavora a Empoli e in casa Atalanta». Gautieri non ha avuto tempo da dedicare ai giovani e non è un caso che la scorsa settimana via web abbia dialogato con i tecnici alabardati. «Il modello Empoli o Atalanta può diventare un punto di riferimento anche per il futuro della Triestina. L'allenatore della prima squadra deve avere un costante confronto con chi si occupa della linea verde e in particolare con giovanissimi, allievi e Berretti. Se ne avrò l'opportunità mi interfaccerò con loro, invitandoli ai nostri allenamenti e conducendo anch'io almeno una seduta settimanale con i ragazzi. Conoscendo il mio metodo credo sia più semplice ed efficace l'integrazione dei giovani nel gruppo della prima squadra». Il valore sociale e sportivo del vivaio è sempre stato un obiettivo di Milanese che peraltro nel settore giovanile della Triestina è cresciuto come giocatore. Una valore che sul medio-lungo periodo assume anche una valenza economica di un'azienda che, come ha sempre detto Mario Biasin, deve camminare con le proprie gambe nonostante la generosità degli investimenti. «Solo per fare un esempio l'Empoli è retrocesso sul campo ma ha ricavato dal mercato oltre 50 milioni. Questo significa che anche se in qualche stagione il progetto sportivo fallisce la società funziona bene comunque». D'accordo ma poi i giovani bisogna farli giocare. «Mai avuto problemi di inserire dei giovani validi - conclude Gautieri -. A Olbia ho fatto esordire ragazzi di 16 e 17 anni e all'inizio mi prendevano per matto». Olbia non è Trieste. Ma anche la Trieste calcistica deve cominciare a imparare ad avere pazienza e lavorare duro. Una virtù indispensabile per uscire fuori dal tunnel nel quale il mondo calcistico e non è entrato dai primi mesi di questo infausto 2020. 

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