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La rassegna stampa sandrina di martedì 6 settembre


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LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI MARTEDI' 6 SETTEMBRE

Da Il Piccolo di Trieste

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I tifosi del Rocco non tradiscono. E la squadra c’è
Nel primo match un pubblico da categoria superiore. Ora serve una striscia di vittorie

di Ciro Esposito

La prima partita di campionato al Rocco dell’era Milanese Biasin ha lanciato due messaggi. La Triestina ha ottenuto, anche se con qualche fatica di troppo, il risultato che tutti auspicavano. Ma soprattutto la città, anche se i numeri non sono ancora eclatanti, ha riscoperto che allo stadio ci si può divertire. Due aspetti, quello del risultato e l’entusiasmo del pubblico, che vanno a braccetto. Se i risultati positivi, ma anche il gioco arrivano, la risposta dei triestini c’è. Questo è un primo tassello messo dalla nuova dirigenza e proprietà per costruire un progetto sportivo che abbia un futuro. I duemilacinquecento e passa spettatori, pochi meno dell’ultimo play-out contro il Dro, in una giornata di piena estate non sono da sottovalutare. Sul piano quantitativo nella giornata di domenica non sono molte le partite di LegaPro che hanno avuto un tale seguito. In una piazza come Siena gli spettatori sono stati 2.400, a Cremona 2.800 tanto per fare un esempio. Ma il dato più interessante è che i mille paganti sono una sorpresa perché i quasi millecinquecento abbonati c’erano anche in Eccellenza. Era il 2012 l’Unione era sparita dal panorama calcistico che conta. E a quel 2012 sono seguiti anni di magra. Un aspetto che non può non incidere sulla disaffezione alle gesta degli alabardati. Perché in piazze nobili come Mantova, Padova, Parma e Venezia la risalita dopo un fallimento è stata immediata.

IL PUBBLICO Domenica al Rocco, oltre alla coreografia della Furlan che è una stimabile tradizione, si sono visti anche parecchi padri con i figlioletti in divisa rossoalabardata. È una novità o comunque è un dato diverso dai soliti encomiabili millecinquecento supporter che, a parte lo scorso anno, accompagnano la squadra da sempre e in tutte le categorie. Uno stimolo in più per Milanese e soci per credere nel merchandising ma soprattutto per lavorare sul territorio. Portare la squadra e il marchio nei rioni coinvolgendo i più giovani è un obiettivo dichiarato che va perseguito con constanza nei prossimi mesi.

LA SQUADRA L’organico offre spunti tecnici interessanti specie al confronto con quelli delle ultime stagioni. Il sistema di gioco che Andreucci sta costruendo con un sistema difensivo solido, un centrocampo operaio con alcuni inserimenti in avanti e un attacco orchestrato da Serafini per França, Dos Santos o Bradaschia garantisce vivacità. Contro la Pievigina è arrivato solo un gol ma dovevano essere di più. La reazione del secondo tempo, come successo con Cordenons e Tamai, indica che la squadra vuole vincere e ha delle frecce al suo arco. Per arrivare in alto serve maggior continuità ma un gruppo costruito, pur con ordine da zero, ha bisogno di almeno ancora un mese per trovare i suoi equilibri. Così va il calcio e non è che l’effetto Rocco possa modificare la situazione.

I RISULTATI Il sale di tutto sta nella capacità (e talvolta nella fortuna) della Triestina di indovinare una striscia positiva. I campionati si vincono a marzo e quindi c’è tempo ma è evidente che per alimentare l’entusiasmo che già c’è servono i risultati. Antonio Andreucci deve andare avanti per la sua strada senza isterie per difetto di punti ma ha anche il compito di strapparli nelle prossime partite alle avversarie. I giocatori dal colpo di biliardo ci sono. In questa prima fase sta a loro la responsabilità. Perché l’occasione è ghiotta per innescare un circuito molto positivo tra la Triestina e la sua città. 

 

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Serafini: «Noi davanti dobbiamo essere più cinici»
L’attaccante alabardato: «Alla lunga il nostro ritmo viene fuori ma c’è ancora tanto da lavorare»

di Antonello Rodio

Il gol non è arrivato, ma Matteo Serafini contro la Carenipievigina è stato comunque importante illuminando l'attacco con alcune belle giocate. Serafini, la Triestina ha di nuovo mostrato un cambio di marcia fra primo tempo e ripresa: come mai? «Probabilmente finché gli altri reggono il nostro ritmo, noi facciamo fatica a finalizzare. Però poi arriva un certo punto che li sfianchiamo e troviamo gli spazi giusti per entrare. L'importante comunque è che siamo partiti bene e con il piglio giusto, cosa che fa anche crescere l'entusiasmo». Però è mancato il colpo del ko: colpa di voi attaccanti? «Sì, dobbiamo essere un po' più cinici, abbiamo creato tanto ma finalizzato poco: soprattutto nel mio caso, visto che ho tirato tante volte ma vuoi per la bravura del portiere, vuoi per gli errori, non ho segnato. Almeno non c'è stato bisogno di un mio gol e stavolta è bastato quello di França. Vuol dire che il mio lo teniamo per quando servirà».

In ogni caso, l'impressione è che il vostro attacco possa essere devastante. «Lo speriamo, i presupposti ci sono: iniziamo a conoscerci meglio e ogni volta che giochiamo assieme scopriamo qualcosa di diverso che ci può aiutare. E poi ci integriamo bene anche per caratteristiche. È stato un buon inizio, ma c'è tanto da lavorare, la strada è lunga e piena di difficoltà: sarà proprio in quelle situazioni che dobbiamo essere squadra al di là dei valori tecnici, perché ci devono essere valori morali molto alti per arrivare a vittorie e conquiste». E sotto questo aspetto che idea si è fatto del gruppo? «Un'ottima idea, il gruppo è valido, ci sono ragazzi che hanno voglia di apprendere e un mister molto competente che li sa indirizzare bene: questo è fondamentale in una categoria nella quale i giovani sono importanti e devono crescere il più velocemente possibile, perché purtroppo non c'è tempo per aspettarli».

Questa Triestina può essere da vertice? «La nostra base deve essere l'umiltà, da lì si costruiscono i grandi successi. Bisogna lavorare, credere in quello che si fa e se corri più degli altri poi alla lunga la qualità viene fuori, magari con una giocata o su palla inattiva. Sì, la Triestina deve crescere tanto ma è normale che in questo momento della stagione sia così». Al debutto è arrivata una buona risposta anche dai tifosi. «Sì, un bell'esordio, c'era tanta gente ma noi ne aspettiamo ancora di più. Intanto ringraziamo quelli che sono venuti che ci hanno sostenuto dal primo all'ultimo minuto. C'è lo spirito giusto in spogliatoio e anche allo stadio, e questo aiuta tanto nel lavoro quotidiano». 

 

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Prandin: Parks ala piccola variante tattica positiva
Basket, il play-guardia dell’Alma fa una sua valutazione del torneo di Grado ma aspetta di avere conferme nel nuovo appuntamento in arrivo a Pordenone

di Lorenzo Gatto

«Da Grado Basket sono arrivate indicazioni positive. Una su tutte? La scelta di portare Parks in ala piccola. Sia Jordan, sia noi dobbiamo abituarci a questo nuovo ruolo ma certo, per una squadra da sempre abituata a giocare con quintetti piccoli, può essere una variazione tattica importante».

Roberto Prandin sottolinea le sue impressioni dopo il torneo che a Grado ha visto l’Alma confrontarsi prima con Venezia e poi con Udine. Una netta sconfitta contro la Reyer e il largo successo nel derby contro la Gsa rappresentano un bilancio largamente annunciato alla vigilia. «La partita contro Venezia - continua Bobo - ci ha dato la possibilità di affrontare una squadra fortissima. Il divario tecnico e fisico si è fatto sentire eppure, almeno nei primi venti minuti, siamo riusciti a tenere botta. Il derby con Udine è andato abbastanza bene: loro, complice anche l'assenza di Vanuzzo, hanno fatto fatica, ma noi siamo riusciti a giocare bene nell'arco dei quaranta minuti. Con questa novità di un quintetto più alto e atletico, in grado di mettere in campo maggiore fisicità e atletismo». Resta l'incognita di quanto Udine, in questo momento, possa essere avversaria in grado di misurare il reale potenziale dell’Alma. Aspettiamo di vederla a Pordenone nel secondo derby di questa pre season. Ma certo, quella scesa in campo venerdì scorso a Pordenone non può essere considerato al momento test attendibile. «In questo senso sono d'accordo con coach Dalmasson - sottolinea il play biancorosso - quando dice che a Pordenone vedremo in campo un’altra Gsa. Sarà un altro passo importante in vista dell'esordio in campionato, con il valore aggiunto della sfida che sabato ci vedrà opposti a Mantova o Treviso. Sono due delle squadre che partono con maggiori ambizioni nel girone e poterle sfidare sarà per noi un buon banco di prova».

Banco di prova anche per rivedere all'opera gli ultimi arrivati, Da Ros e Simioni, ma soprattutto Green. «Da Ros non si discute - conclude Prandin - perchè lo conosciamo e sappiamo che è un giocatore di valore assoluto. Simioni, l'ho detto ancora qualche settimana fa, può essere la sorpresa di questa squadra se sarà bravo a ritagliarsi un ruolo. Conosce la pallacanestro e capisce il gioco: dipenderà da lui. Per quanto riguarda Green il giudizio è positivo. Anzi, non vorrei dirlo troppo forte ma posso dire anche molto positivo. Credo che il fatto di aver già avuto un'esperienza in Europa lo abbia aiutato, ma si è presentato da noi un po’ più pronto di quanto non abbia fatto Parks lo scorso anno». 

 

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No Lignano, venerdì e sabato a Pordenone

Esigenze logistico-organizzative e di ordine pubblico. Lignano basket dirotta su Pordenone cambiando, in extremis, la sede del torneo che venerdì e sabato porterà in campo, oltre a Trieste e Udine, anche Mantova e Treviso. Scelta motivata così da Davide Micalich, organizzatore del torneo e dirigente della Gsa. «Assieme al presidente della Fip Fvg Giovanni Adami abbiamo deciso di spostarci verso un'altra città perchè le partite con Treviso e Trieste, giocate a Udine o a Lignano, sono considerate calde. Nasce quindi l'occasione per stimolare una piazza come Pordenone che ha tanta voglia di pallacanestro ed è considerata da tutti i partecipanti un campo neutro». Detto che non concordiamo sulla scelta di spostare la sede di un torneo estivo per motivi di ordine pubblico (a Grado si è giocato senza il minimo problema) il programma del torneo prevede venerdì alle 19 Treviso-Mantova e alle 21 Alma-Gsa. Sabato, con i medesimi orari, andranno in scena prima la finalina terzo e quarto posto e a seguire la finalissima. (lo.ga.)

 

 

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Da comunicato stampa Federcanottaggio FVG
 

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Medaglia d'argento per Stefano Morganti (Saturnia), nella specialità del 4 senza, domenica pomeriggio ai Campionati del Mondo Universitari, sul lago Malta a Poznan in Polonia.

di Maurizio Ustolin

Una rassegna iridata prolifica per la nazionale italiana, che entrava in finale con 11 delle 13 barche, conquistando 3 ori e 3 argenti, piazzandosi al secondo posto nella classifica per nazioni ed al terzo nel medagliere.

Una bella finale, disputata con il cuore quella del 4 senza, con tutti i sei finalisti a giocarsi il podio fin dalla partenza. Inglesi e polacchi a far l'andatura, con il 4 senza azzurro che transitava terzo al primo intertempo. Gran bretagna e polonia dichiarano fin dalle prime battute le intenzione di andare a medaglia ed insistono sul passo con l'Italia che lotta per rimanere in zona podio guardandosi dagli attacchi pericolosi di Olanda e Svizzera. Sono gli inglesi che prendono l'iniziativa nella terz afrazione di gara allungando il passo con Morganti, Lovisolo, Mumolo e Mancini che provano ad andare all'attacco della seconda posizione. E' deciso il colpo azzurro che denuncia le intenzioni di conquistare la seconda piazza. E così succede, con gran Bretagna che transita per prima sul traguardo con l'Italia seconda a poco più di un secondo dagli inglesi ed i padroni di casa della Polonia che devono accontentarsi del bronzo, staccati negli ultimi colpi. Una bella soddisfazione per Stefano Morganti, da quest'anno in forze al saturnia, che dopo la finale al mondiale under 23 sull'otto, ha arricchito il suo medagliere di un'importante medaglia d'argento.

Sempre in finale, 5° posto per il doppio di Michele Ghezzo (Saturnia) e Simone Martini (Padova), e 3° in finale B, complessivamente 9°, il 2 senza di Nicholas Brezzi Villi e Federico Parma (Saturnia) nel 2 senza.

 

 

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