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I due pugili italiani, Alfonso Pinto e Domenico Valentino, vengono sconfitti ed eliminati dalla competizione olimpica, ma l'entourage azzurro non intende accettare due verdetti che giudica vergognosi. "E' uno scandalo - dice Franco Falcinelli, presidente della Federazione pugilistica italiana - i nostri due pugili hanno subito dei furti clamorosi. Oggi qui ad Atene è morta la boxe: questi giudici e questi arbitri vanno mandati tutti a casa".

In lizza per una medaglia rimane quindi il solo Cammarelle, nei supermassimi, ma le sconfitte di Pinto e Valentino proprio non vanno giù al clan azzurro. Tutti, da Farcinelli ai tecnici Mela e Damiani, sono furibondi e si scagliano con accuse pesantissime sui giudici che avrebbe di fatto operato un'esecuzione ai danni dei pugili italiani. "Faccio appello ai membri italiani del Cio - dice Falcinelli - affinché intervengano nelle sedi opportune per far risorgere la boxe secondo le regole del vero spirito olimpico. Oggi era stato deciso a tavolino, prima degli incontri, che i nostri due pugili perdessero. Bisogna eliminare tutti questi dirigenti dell'Aiba - conclude - che stanno distruggendo la credibilità di questo sport: se continua così, il pugilato non potrà più rimanere nel programma delle Olimpiadi".

Nazzareno Mela, commissario tecnico della boxe italiana, è uscito dal quadrato urlando. Non riesce ad accettare quanto visto sul ring in occasione del match di Pinto. "L'hanno fatta scientifica - spiega - ce lo aspettavamo ma non in questo modo. Il richiamo alla seconda ripresa, quando era in netto vantaggio, è stato fatale. Lo ha costretto a cambiare tattica, lui è un difensivo-incontrista e così è stato facile metterlo in difficoltà". Ancora più pesante Francesco Damiani, tecnico dell'Italia: "Scusate ma abbiamo visto un incontro di pugilato? - tuona - Secondo voi questa è boxe o mafia o politica?". La critica degli azzurri verso il comportamento delle giurie va in due sensi: la prima all'arbitro polacco Groski, reo di aver richiamato ufficialmente Pinto alla seconda ripresa (penalizzazione di due punti) e poi di aver sorvolato su una testata arrivata all'azzurro. La seconda ai giudici che palesemente non hanno segnato i colpi andati a segno dell'azzurro ed invece hanno abbonato molti colpi dubbi al pugile turco. La spiegazione di quanto accaduto sarebbe molto semplice: il segretario generale della Fiba, la Federazione Internazionale Boxe Amatori, si chiama Gennaro Doganelli ed è turco.

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