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Sloveni interessati alla Triestina?


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Dal Piccolo di oggi, notizia curiosa :)

Kosmina nel direttivo della Triestina

Possibili collaborazioni con la Slovenia. Il velista: «Metto a disposizione la mia professionalità»

di PIETRO COMELLI

TRIESTE Solo due anni fa Flaviano Tonellotto voleva comprare il Capodistria calcio. Ma si sa com’è andata poi a finire quella vicenda. Oggi accade l’inverso o quasi. È Capodistria con il velista sloveno Mitja Kosmina ad entrare nella spa alabardata. Un posto nel consiglio direttivo della Triestina destinato a diventare qualcosa di più. Non c’è solo un’amicizia con il timoniere di Maxi Jena, cooptato nel direttivo dalla famiglia Fantinel.

Janko Kosmina, padre di Mitja e olimpionico di vela come il figlio, è stato sindaco di Capodistria e direttore generale di Istrabenz. Rappresentante della Sanson gelati in Slovenia e da poco entrato nella compagnia Omv, papà Kosmina gestisce con il figlio anche una ditta di import-export (la Bar2000 che ha un occhio di riguardo per il caffè) ed è il principale azionista del Marina di Capodistria con annessi servizi e ristorante. Un imprenditore con una certa disponibilità economica, insomma, molto conosciuto oltre confine.

È fin troppo facile pensare che il presidente Stefano Fantinel, quindi, per la Triestina voglia andare a pescare sponsor e soci nella vicina Repubblica. Il neoconsigliere Kosmina non lo smentisce, anzi lo auspica. «Ho sempre cercato di favorire un dialogo per superare i pregiudizi del passato - dice Mitja Kosmina - Una sinergia è possibile, specie dopo la caduta del confine. Penso a una collaborazione fra le realtà calcistiche, ma anche sul piano economico».

Ma come mai un velista ha scelto di entrare nel mondo del calcio? Qual è il filo conduttore? «Sono due sport diversi, però sono lo spirito di squadra e l’organizzazione a fare sempre la differenza. Nello sport non servono solo i soldi», dice Mitja Kosmina. In mare come nel rettangolo di gioco, insomma, i parametri per il neoconsigliere dell’Alabarda sono comuni.

«Seguo da molto tempo il calcio e la Triestina. È nata questa opportunità grazie all’amicizia con la famiglia Fantinel - spiega Kosmina - ma è prematuro parlare di deleghe e di un ingresso con un vero pacchetto di quote nella compagine societaria. Cercherò di dare un apporto, fornire qualche consiglio, mettendo a disposizione la mia professionalità».

Un passo alla volta per Kosmina («sono abituato a fare le cose con calma, prima di tutto voglio imparare») che questa sera sarà allo stadio Rocco a tifare per l’Unione. Smessi i panni di velista di Maxi Jena e dimenticata per un momento la Barcolana, insomma, è pronto a tuffarsi in questa avventura calcistica. «Quest’anno ho visto alcune partite e la squadra, rispetto allo scorso campionato, mi sembra all’altezza. È un gruppo omogeneo dalla difesa al reparto offensivo - sostiene Kosmina - anche se gli manca ancora qualcosa per fare il salto di qualità. Nella serie B di quest’anno, però, può accadere di tutto perché in campo vedo un gran equilibrio».

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Guest brunotto
Dal Piccolo di oggi, notizia curiosa :)
Kosmina nel direttivo della Triestina

Possibili collaborazioni con la Slovenia. Il velista: «Metto a disposizione la mia professionalità»

di PIETRO COMELLI

TRIESTE Solo due anni fa Flaviano Tonellotto voleva comprare il Capodistria calcio. Ma si sa com’è andata poi a finire quella vicenda. Oggi accade l’inverso o quasi. È Capodistria con il velista sloveno Mitja Kosmina ad entrare nella spa alabardata. Un posto nel consiglio direttivo della Triestina destinato a diventare qualcosa di più. Non c’è solo un’amicizia con il timoniere di Maxi Jena, cooptato nel direttivo dalla famiglia Fantinel.

Janko Kosmina, padre di Mitja e olimpionico di vela come il figlio, è stato sindaco di Capodistria e direttore generale di Istrabenz. Rappresentante della Sanson gelati in Slovenia e da poco entrato nella compagnia Omv, papà Kosmina gestisce con il figlio anche una ditta di import-export (la Bar2000 che ha un occhio di riguardo per il caffè) ed è il principale azionista del Marina di Capodistria con annessi servizi e ristorante. Un imprenditore con una certa disponibilità economica, insomma, molto conosciuto oltre confine.

È fin troppo facile pensare che il presidente Stefano Fantinel, quindi, per la Triestina voglia andare a pescare sponsor e soci nella vicina Repubblica. Il neoconsigliere Kosmina non lo smentisce, anzi lo auspica. «Ho sempre cercato di favorire un dialogo per superare i pregiudizi del passato - dice Mitja Kosmina - Una sinergia è possibile, specie dopo la caduta del confine. Penso a una collaborazione fra le realtà calcistiche, ma anche sul piano economico».

Ma come mai un velista ha scelto di entrare nel mondo del calcio? Qual è il filo conduttore? «Sono due sport diversi, però sono lo spirito di squadra e l’organizzazione a fare sempre la differenza. Nello sport non servono solo i soldi», dice Mitja Kosmina. In mare come nel rettangolo di gioco, insomma, i parametri per il neoconsigliere dell’Alabarda sono comuni.

«Seguo da molto tempo il calcio e la Triestina. È nata questa opportunità grazie all’amicizia con la famiglia Fantinel - spiega Kosmina - ma è prematuro parlare di deleghe e di un ingresso con un vero pacchetto di quote nella compagine societaria. Cercherò di dare un apporto, fornire qualche consiglio, mettendo a disposizione la mia professionalità».

Un passo alla volta per Kosmina («sono abituato a fare le cose con calma, prima di tutto voglio imparare») che questa sera sarà allo stadio Rocco a tifare per l’Unione. Smessi i panni di velista di Maxi Jena e dimenticata per un momento la Barcolana, insomma, è pronto a tuffarsi in questa avventura calcistica. «Quest’anno ho visto alcune partite e la squadra, rispetto allo scorso campionato, mi sembra all’altezza. È un gruppo omogeneo dalla difesa al reparto offensivo - sostiene Kosmina - anche se gli manca ancora qualcosa per fare il salto di qualità. Nella serie B di quest’anno, però, può accadere di tutto perché in campo vedo un gran equilibrio».

Dopo l'apertura alla Slovenia dell'Europa ho sempre auspicato ...qualche collaborazione con i vicini...danarosi.....speriamo bene!!! :bandieraalabarda:

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  • 1 month later...

Dal Piccolo di venerdì 30 gennaio, si ritorna a parlare di sloveni :D

Triestina, un partner re delle slot-machine

Lo sloveno Joc Pececnik ha un patrimonio di 90 milioni e punta a entrare nel calcio italiano

La prossima settimana potrebbe essere definita la collaborazione

L’azienda dell’imprenditore costruisce macchine per il gioco

Il magnate è pronto a investire 50 milioni per lo stadio di Lubiana ma l’amministrazione lo sta ostacolando

di CIRO ESPOSITO

TRIESTE Di concreto c’è un legame di amicizia che lega la famiglia Fantinel, proprietaria del pacchetto di maggioranza della Triestina a Joc Pececnik, il quarto uomo più ricco della Slovenia. Nessuno parla di vendite di quote ma del tentativo di instaurare una partnership, una collaborazione.

Ma di concreto c’è anche che Joc Pececnik, raggiunto al telefono ieri a Londra, rinvia alla prossima settimana la possibilità di illustrare qualche dettaglio sulle sue intenzioni. E lo stesso fa Mitija Kosmina, velista e uomo di riferimento dello sport sloveno, entrato da poco più di un mese nel consiglio dell’Unione. «Tra una decina di giorni saremo in grado di definire con maggior chiarezza quale potrà essere, se ci sarà, una collaborazione con la Triestina» spiega il trait d’union tra il mondo alabardato e quello al di là dell’ex confine. Due indizi non fanno una prova ma indicano che qualcosa stia maturando. I Fantinel del resto non hanno mai fatto mistero che, per far decollare il loro progetto, un’opportunità quella di guardare a Est. Finora si è parlato soltanto di una partnership di lavoro e non di capitali. Joc Pececnik è un imprenditore che ha in cassa un bel gruzzolo di milioni ed è già da anni nel mondo del calcio. La sua società, l’Electroncek group, è passata dalla costruzione di sistemi d’allarme e di altri apparecchi elettronici a quella di macchine elettroniche per le case da gioco. L’imprenditore è anche proprietario del Casinò Kongo, vicino a Lubiana. slot-machine e videopeoker made in Slovenia hanno trovato mercato non solo in Europa ma anche in Asia e hanno fatto salire il patrimonio di Pececnik oltre i 90 milioni di euro. Ben 40 milioni sono arrivati in cassa dalla vendita, datata 2005, di circa il 50% della società all’australiana Aristocrat Leisure and Limited. Il tycoon prima ha preso in mano l’Interblock Nc di Lubiana portandolo dalla terza serie alla prima divisione e alla conquista l’anno scorso della Coppa di Slovenia e dell’accesso all’Uefa (anche se quest’anno la squadra che è stata per un breve periodo allenata anche da Albertino Bigon è solo a metà classifica). Ma l’obiettivo di Pececnick è quello di restaurare e rendere moderno il Bezigrad, lo storico stadio della capitale costruito nel ’29. Il budget è di 50 milioni. Ma l’amministrazione pubblica, a quanto riportato dai giornali sloveni, gli si sta mettendo di traverso. Pececnik ha posto un ultimatum: o mi date l’ok entro agosto o investo altrove. Ecco perché la tentazione di rivolgere le proprie attenzioni al calcio italiano è forte. Solo una strategia per mettere pressione a Lubiana o concreto interesse per la Triestina? La prossima settimana ne sapremo di più.

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I Fantinel del resto non hanno mai fatto mistero che, per far decollare il loro progetto, un’opportunità quella di guardare a Est.

Xe evidente, in un posto come Trieste.

El problema xe un, però: slargar el pubblico.

Se se vol per bon rivar a far una squadra che attiri interese in Istria e Slovenia (le partide de balon, specialmente se in A, ghe intereseria a un fraco de gente, son sicuro che el publico podesi facilmente radopiar) ghe vol amorbidir totalmente una certa parte del publico nostrano. Altrimenti le due robe no xe evidentemente compatibili..

Ma contro el nazionalismo esasperado, la vedo dura..

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non disemo stupidaggini, i soldi non ga nazionalità, e se vien uno che ghe ne porta tanti e investi parecchio anche i più testardi vegnerà a più miti consigli, scomettemo? Tutt'alpiù i canterà non son sloven, come che se canta non son furlan con un presidente furlan, del resto questo xe el nostro destin, visto che investitori triestini nianche l'ombra. El bacino d'utenza xe enorme, come più volte asserido, za adesso a Udine va un sacco de sloveni, croati e anche austriaci, confinemo, per nostra fortuna, con nazioni che ga fame de calcio, ma che a casa loro el xe de basso profilo, quindi con Milan, Inter e Juve ghe saria el tutto esaurito, ma non solo, cmq già oggi, ve assicuro, più de qualche transfrontaliero vien ad assister alle partide al Rocco. Sinceramente spero proprio che el se decidi a vinir investir qua, dopo le barriere confinarie, saria ben superar quelle mentali, ma ripeto che se el vien ad investir non el gaverà problemi.

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Piuttosto xe de sperar che i politici de destra non fazi crociate contro (Menia?).

Sto qua ga portado la squadretta slovena dalla C alla A, ghe ga fatto vinzer la coppa nazionale e li ga portadi in Uefa.

Ormai la Slovenia xe in Europa, siamo tutti fratelli

:D

E poi sicuramente i sloveni porterà solo soldi non pubblico. Ma cosa ne interessa del pubblico?

El Chievo gaverà 500 tifosi. Albinoleffe?

Se la squadra fossi in Uefa, credo che 10000 abbonati li femo

ciau

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E poi sicuramente i sloveni porterà solo soldi non pubblico. Ma cosa ne interessa del pubblico?

Te poso asicurar che ghe interesa sia a Fantinel per aumentar el faturato, sia al eventuale imprenditor disposto a investir.

Sia ala cità de Trieste in general, come ritorno de imagine.

E anche, ala fine, ai tifosi che se trovasi più bori, squadra meio, stadio più pien.

Dopo, che no sia "obligatorio", ok. Però, se te fosi in sto imprenditor e te savesi de poder tocar eventualmente anche quel che xe el tuo target atual, e slargarlo.. sai schifo te fazesi?

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non disemo stupidaggini, i soldi non ga nazionalità, e se vien uno che ghe ne porta tanti e investi parecchio anche i più testardi vegnerà a più miti consigli, scomettemo? Tutt'alpiù i canterà non son sloven, come che se canta non son furlan con un presidente furlan, del resto questo xe el nostro destin, visto che investitori triestini nianche l'ombra.

dir: "no son furlan" e "istria, fiume e dalmazia" "boia chi molla" & co. xe due robe ben diverse.. Legitime de ogni persona, eh.. ma mi provo a meterme nei panni de un investitor, e el pericolo esisti. Per no parlar dei panni, per esempio, de un non-italian che vignisi dal Istria per vederse una partida.

Sperasi che un svilupo come parlavo prima no sia un problema.. perchè per sai, sai robe Trieste ga de decider se continuar a eser una cità provincialota, serada nele sue consuetudini.. o sveiarse e vardarse intorno.

Sta vicenda podesi eser un bon punto de partenza per veder se le robe pol cambiar in meio, o no.. cmq xe ancora tropo presto per parlar, vedaremo.

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