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Santini ha più il profilo del D.T. che del D.G., come dire si occuperà di calcio giocato e organizzazione relativa, non della gestione della società.
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GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2025 - Un avvio tremendo, inatteso, che getta un'ombra pesante sulle ambizioni e, soprattutto, sulla tenuta psicologica di una Pallacanestro Trieste che appare persa nelle sue fragilità. Come scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo" il passo falso di martedì sera in Bosnia, sul campo dell'Igokea, certifica la crisi di una squadra mai realmente in partita che si è arresa quasi senza lottare centrando la terza sconfitta consecutiva in Champions League e la quinta in sei uscite stagionali tra campionato e coppa. Il muro contro cui si è schiantata Trieste in Bosnia non è fatto di mattoni, ma di paure e incertezze. La qualificazione in Europa, adesso, è appesa a un filo ma la vera emergenza si gioca sul fronte interno, sull'umore di una piazza che da questa squadra si aspettava ben altro dopo la costruzione estiva e l'arrivo di elementi di esperienza come Juan Toscano-Anderson. La fragilità difensiva, l'attacco troppo spesso confuso e l'incapacità di reagire con lucidità nei momenti cruciali delle partite sono i sintomi evidenti di una squadra che non ha ancora trovato una sua identità e nemmeno il carattere. SULLE SPALLE DI GONZALEZ Alla vigilia della trasferta bosniaca, il tecnico spagnolo aveva chiesto ai suoi giocatori di ritrovare l'anima e di rimanere uniti, un appello che suona ora più come un'estrema richiesta di aiuto che come una carica motivazionale. Il tecnico spagnolo è l'uomo nell'occhio del ciclone: il suo sistema di gioco fatica a ingranare, l'alchimia di squadra sembra un miraggio e le rotazioni, spesso, non riescono a dare la scossa necessaria. Le parole di Sissoko, che ha individuato nell'approccio e negli inizi di partita la chiave dei problemi, sono un segnale chiaro che la squadra riconosce le proprie mancanze ma non riesce a trovare la quadra per risolverle sul campo. Trieste è schiacciata tra la delusione europea e l'ansia di un campionato che non aspetta. La crisi di risultati ha inevitabilmente messo con le spalle al muro l'ambiente intero. Ma, come spesso accade nello sport, il calendario offre la possibilità di un'immediata inversione di rotta. L'ORA DEL DERBY Proprio in questo scenario, arriva la partita contro Udine. Non è solo una gara, è un crocevia emotivo, una sfida che va oltre i due punti in palio. È la partita della vita in questo inizio di stagione, la chance per dimostrare che il gruppo ha la forza d'animo per reagire. Il derby, in qualsiasi sport, azzera le classifiche e, in questo caso, potrebbe resettare le scorie delle sconfitte europee e l'incertezza in campionato. Per Gonzalez e i suoi, non è ammissibile un altro passo falso in una gara così sentita e fondamentale per l'orgoglio della piazza giuliana. I tifosi, sebbene delusi, sono pronti a stringersi attorno alla squadra al PalaTrieste, trasformando l'arena in una bolgia dove ogni palla contesa, ogni canestro, assumerà un peso specifico incalcolabile. Vincere contro Udine non risolverebbe magicamente tutti i problemi ma garantirebbe ossigeno vitale, fiducia e, cosa più importante, restituirebbe un senso di appartenenza e riscatto ai giocatori. Al contrario, una sconfitta, specialmente in un derby casalingo e in questo particolare momento storico, non solo acutizzerebbe la crisi ma farebbe inevitabilmente scattare riflessioni ben più profonde e forse definitive sulla gestione tecnica e sul futuro immediato della squadra. - Da quando è arrivato in prestito dalla Juve Stabia proprio nell'ultimo giorno di mercato, Francesco D'Amore (intervistato da Antonello Rodio) è stato uno delle più belle sorprese di questo inizio di campionato della Triestina. Il 21enne di Salerno cresciuto nella Cavese, già nel 2023 ha giocato in serie C con la Juve Stabia (7 presenze e una rete), quindi nella stagione passata si è diviso fra Legnago Salus (14 presenze) e Ascoli (8 gettoni). Anche se in alabardato sta facendo soprattutto il quinto di sinistra, è un giocatore duttile che sa fare un po' tutto. D'Amore, con quale spirito è arrivato a Trieste in una situazione a dir poco complicata? «Sicuramente sono arrivato con la consapevolezza di dover dimostrare tanto e di voler dare una mano. Ho trovato un gruppo in cui ognuno dà il suo contributo e tutti ci tengono a compiere quest'impresa». Il pericolo era di entrare in un gruppo rassegnato e depresso: e invece? «E invece ho trovato l'opposto, tutti i compagni si mettono a disposizione uno dell'altro e danno tutto durante la settimana. Ovviamente possiamo dare di più, ma sono certo che lo dimostreremo». In questo inizio campionato forse meritavate anche più punti di quelli ottenuti sul campo: è così? «Sì, la sensazione è quella, ma purtroppo ogni partita fa storia a sé e capita talvolta di inciampare. L'importante però è che ci sia sempre lo spirito giusto che ci porterà a ottenere quello che meritiamo». Ovvero la salvezza? «Assolutamente sì, ognuno di noi ci crede tantissimo in quest'impresa. Anche perché il mister e tutto lo staff sono molto preparati e ci stanno trasmettendo grandi energie. E noi li seguiamo passo dopo passo». La sensazione è che anche nelle situazioni più difficili, in inferiorità numerica e in svantaggio, non molliate mai: è una caratteristica della squadra? «Direi di sì. Da quando sono arrivato, quindi a partire da Lumezzane dove eravamo andati sotto prima di ribaltarla, ho notato proprio la caratteristica di non mollare mai. Certo, sarebbe meglio andare in vantaggio e vincere le partite, ma anche questa qualità ci consente di fare punti e alla fine conta il risultato finale». Che sensazione è stata ritrovare i tifosi allo stadio? «Ho provato grandissime emozioni: dopo aver visto lo stadio vuoto sentir cantare i tifosi è stata una cosa incredibile, è un motivo in più per fare bene e sono certo che anche loro ci spingeranno per raggiungere il nostro obiettivo». Lei ha solo 21 anni ma è già alla terza stagione in serie 😄 che vantaggi comporta? «Sì, lo scorso anno ho diviso la stagione fra Legnago e Ascoli, prima ero alla Juve Stabia dove abbiamo vinto il campionato. Diciamo che sono esperienze che mi hanno aiutato a crescere come persona e come calciatore, e il mio obiettivo è di dimostrarlo in questa stagione qui a Trieste». Attualmente fa il quinto di sinistra ma in carriera ha fatto un po' di tutto: dove si trova meglio? «In effetti mi sono trovato a fare diversi ruoli e non credo di averne uno fisso, ma io mi metto a disposizione e pur di dare una mano farei anche il portiere. Comunque se devo dire un ruolo che mi piace e mi ispira particolarmente è quello di mezzala». Lunedì arriva una partita piuttosto delicata con la Dolomiti Bellunesi: che tipo di gara sarà? «Per noi è una partita come tutte le altre, certo sarà un avversario difficile da affrontare, ma il nostro obiettivo è sempre quello di vincere a prescindere dall'avversario che ci troviamo di fronte».
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Questa la discussione per il derby
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Certo che lo so...😉 Bon (se non sono in turno lavoro) ci vediamo la prossima allora. Ritrovo anche @Diego94?
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È probabile che ci sia anch'io, a questo punto. Sai già dove trovarmi, solito posto o sotto nell'intervallo
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