SandroWeb Posted November 20, 2020 Report Share Posted November 20, 2020 VENERDÌ 20 NOVEMBRE 2020 - Giorni di riflessione, in casa pallacanestro Trieste, alle prese con una preparazione azzerata dalla positività che ha coinvolto, tra giocatori e staff, dieci elementi del gruppo squadra. Lo scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo": c'era la sensazione che, dopo aver vissuto per mesi a margine del contagio, prima o poi il Covid avrebbe bussato anche alle porte dell'Allianz Dome. E' accaduto, adesso si lavora per gestire l'emergenza, tutelare la salute e ripartire quanto prima nella massima sicurezza. Con il paradosso di una stagione in cui, più che di schemi e partite, si è obbligati a parlare di tamponi e test medici. «Dobbiamo fare di necessità virtù- spiega il presidente Mario Ghiacci. Siamo sempre stati estremamente attenti per cercare di evitare il contagio, purtroppo il focolaio è esploso anche da noi e ci ha costretto a fermarci». Come stanno i ragazzi? «Stiamo monitorando la situazione, i giocatori sono controllati quotidianamente con la massima attenzione per valutare il decorso post contagio. Inizialmente qualche linea di febbre, adesso si stanno stabilizzando. La speranza è che l'infezione stia rallentando. Questa sera (ieri ndr) faremo i tamponi di controllo per fare, esito degli esami in mano, un punto della situazione». Uno stop forzato che arriva dopo settimane di ottimi allenamenti.Il rinvio delle partite contro Cantù, Reggio Emilia e Venezia aveva dato la possibilità all'Allianz di recuperare i giocatori infortunati riportando Henry, Cavaliero e Udanoh nel gruppo e in buone condizioni di forma. Un lavoro che adesso rischia di venir vanificato dalla forzata inattività. «Purtroppo è una situazione che dobbiamo accettare - continua Ghiacci -. Saltiamo la sfida di sabato con Treviso poi, in teoria, la sosta per gli impegni della nazionale potrebbe darci una mano consentendoci di tornare in campionato già il 6 dicembre per la partita di Roma. E' una speranza più che una ipotesi anche perchè recuperare gli atleti non è così automatico. Una volta accertata la negatività dovranno sottoporsi a esami specifici per riacquisire l'idoneità sportiva. Il baluardo inamovibile, per noi, resta la salute».Rinvii e condizionamenti in un campionato sempre più in balia degli eventi. Risultati che spesso, più che dal valore dei giocatori, dipendono dall'esito dei tamponi. In un contesto di totale incertezza l'ipotesi blocco delle retrocessioni non sembra campato in aria. E l'apertura, in questo senso, del neo eletto presidente della Federbasket Gianni Petrucci, può essere un primo passo importante. «Parlo a titolo personale- conclude il presidente dell'Allianz- è una proposta che avrebbe una logica e ci consentirebbe di vivere con maggiore tranquillità le partite per prepararci a un finale di campionato che ci deve preparare alla prossima stagione. Credo sia un argomento sensibile che valga la pena essere affrontato e discusso nella prossima assemblea di lega» - Quello del rigore non concesso nel finale della partita di domenica a Salò, con il mani di Giani apparso evidente a tutti, è solamente l'ultimo episodio in ordine di tempo che fa arrabbiare e recriminare la Triestina. Lo scrive oggi Antonello Rodio: non si tratta di giustificare una sconfitta, perché il risultato è quasi sempre figlio delle prestazioni sul campo, ma in partite equilibrate dove spesso è l'episodio a fare la differenza, anche questi dettagli possono costare punti preziosi. Basta andare ad appena qualche giorno prima, al match contro l'Imolese, e viene subito in mente il rigore non concesso nel finale di primo tempo per fallo più che sospetto su Mensah, episodio che per fortuna non è stato decisivo. E a parte i piccoli episodi sparsi qua e là in queste prime partite di campionato, non possono che ritornare in mente altre grandi recriminazioni, quelle che costano una stagione e non solo un risultato. Ovvero qualche mese fa la netta spinta su Procaccio non fischiata nel finale del play-off con il Potenza, e soprattutto i due episodi della finale contro il Pisa nel 2019, che fanno ancora versare lacrime amare ai tifosi alabardati. Ma a parte gli episodi, c'è un macrodato che balza all'occhio in questa stagione. Ebbene dopo undici giornate di campionato (anche se le partite giocate dall'Unione sono dieci per il rinvio di Gubbio), la Triestina è l'unica squadra del girone B a non aver avuto rigori a favore. Un malinconico zero nella casella dei penalty concessi, in totale solitudine, che suona piuttosto strano per una squadra che, pur con tutti i difetti che ha, gioca più spesso in attacco e anche se finora si è dimostrata più sterile del previsto, in area avversaria ci va parecchie volte. Un dato che stride se messo a confronto soprattutto con le altre big del girone. A capeggiare la classifica, infatti, è il Perugia, che di rigori finora ne ha avuti ben 4. Ma guarda caso subito a ruota con 3 tiri dal dischetto ci sono le altre grandi Padova e Modena, oltre a Imolese e Mantova. Ci sono poi cinque squadre con 2 penalty finora a favore, ovvero Sudtirol, Arezzo, Sambenedettese, Carpi e Fano. Altre nove squadre poi si sono viste assegnare una massima punizione, mentre l'unica a secco è proprio la Triestina. Insomma dei 35 rigori concessi finora nel girone B (a livello di curiosità, ne sono stati trasformati 28), nessun arbitro ha pensato che la Triestina avesse subito un fallo degno di un rigore. E come si diceva, difficilmente è un dato spiegabile con la poca frequentazione dell'area avversaria da parte degli alabardati. Forse un dato curioso è l'assenza in questi mesi di Procaccio, che era colui che si procurava più spesso rigori grazie alle sue giocate e alla sua agilità sullo stretto. Anzi, proprio su di lui c'erano stati i due episodi famosi e contestati contro Pisa e Potenza. Ed è vero che finora non è stato un pregio dell'Unione quello di essere incisiva in area di rigore, ma di episodi degni di nota ce ne sono stati comunque. E quello zero, in ogni caso, qualche perplessità la desta sicuramente. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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