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I suntini sandrini di lunedì 30 novembre 2020


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LUNEDÌ 30 NOVEMBRE 2020

- Una secchiata d’acqua gelida, in un momento dove si pregustava di tornare lentamente alla normalità. Il nuovo caso di positività al Covid-19 riscontrato sabato scorso all’interno del roster dell’Allianz sposta nuovamente l’attenzione verso una condizione sanitaria certamente non idilliaca nel team giuliano. E con un calendario che nel mese di dicembre non ammette alcun momento per tirare il fiato, l’analisi dell’assistente allenatore biancorosso Franco Ciani (intervistato dal sottoscritto per il nuovo numero online di Citysport.news) non può che partire dall’ennesimo intoppo di una stagione sin qui difficile per la Pallacanestro Trieste.

Coach, è una situazione certamente frustrante quella che state affrontando: è cambiato nuovamente tutto in questi ultimi giorni.
“Sicuramente è un problema, innanzitutto perché c’è una priorità tecnica che devi perseguire e che deve essere funzionale a una situazione generale di squadra molto variegata. Parlare della condizione globale del team è utopistico, è altrettanto difficile poter ipotizzare un minimo di miglioramento individuale in queste condizioni. Dietro a ogni angolo si può nascondere un qualcosa che ti stravolge l’intera programmazione, l’incombenza delle tante gare da giocare è un problema ulteriore da affrontare”.

Al netto delle notizie del week-end, come stava procedendo il lavoro quotidiano in palestra?
“Eravamo abbastanza soddisfatti dalle risposte che avevamo avuto, a partire dai giocatori che non avevano contratto il Covid-19 e che avevano ripreso ad allenarsi dopo lo stop obbligatorio. Eravamo ottimisti anche nel far tornare in campo a stretto giro chi era risultato positivo, sebbene sia impossibile formulare un protocollo di recupero uguale per tutti. La situazione che ora vivremo nell’immediato la scopriremo giorno dopo giorno”.

In un mondo che è cambiato a causa della pandemia, con tutte queste incognite è cambiato anche il modo di allenare una squadra di basket?
“Innegabilmente c’è una nuova componente psicologica importante: la reazione che ogni persona, prima che ogni giocatore, prova in un ambito del genere è diversa. C’è chi è maggiormente preoccupato rispetto a un altro, così come c’è qualcuno che risente maggiormente di questa situazione: chi allena si deve rapportare a una chiave di lettura funzionale non solo per il singolo ma per l’intera squadra, visto che c’è un campionato da giocare e delle partite da vincere. Al normale stress dell’attività agonistica si è aggiunto ad esempio quello dei tamponi da dover effettuare continuamente. Non eravamo abituati a questo, ora diventa necessario superare tutti assieme questo momento lavorando sul fisico e sulla mente”.

Alla luce di ciò che sta succedendo, giusto secondo lei proseguire il campionato come se niente fosse?
“Da persona che lavora sul campo, voglio occuparmi innanzitutto delle questioni squisitamente tecniche. Ed è chiaro che si nota quanto anomala sia questa stagione: da un lato credo che continuare a giocare sin quando sarà possibile farlo può dare un senso di normalità a un qualcosa che normale non lo è affatto. Sono convinto che vada data un’immagine sostanziale di continuità alla pallacanestro italiana, perché una nuova ripartenza da zero potrebbe essere complessa. Dall’altra parte esistono delle anomalie fin troppo evidenti che rendono difficile proseguire la stagione con le stesse formule e regole che ci siamo dati a inizio campionato. Sicuramente c’è chi dovrà pensare a tutelare questo tipo di situazione”.

Domenica prossima, almeno sulla carta, c’è la sfida di Roma: che settimana vi attende, nelle condizioni attuali?
“Sarebbe uno sbaglio abbandonarsi al fatalismo di non disputare potenzialmente questa sfida, semmai dovremo invece partire dall’idea di andare a giocare. È altrettanto vero che dovremo valutare tutto ciò che accade quotidianamente: saranno tante le cose da verificare e da capire. Fronteggiare questa emergenza deve essere uno stimolo in più per tutti noi”.

- Tre evidenze a fine gara di Carpi-Triestina. Quegli abbracci in panchina con un profondo significato di unità del gruppo squadra, la percezione del potenziale dell'Unione e l'ennesimo erroraccio individuale pagato a caro prezzo. Spunti di riflessione la gara del Cabassi ne offre molti. All'allenatore Gautieri, dopo una vigilia mossa da innumerevoli rumors, il compito di trarre gli elementi per condurre la Triestina al ciclo di ferro previsto a dicembre. «La partita che dovevamo fare l'abbiamo fatta, ci siamo messi con il 4-3-3 che è il nostro marchio, poi siamo passati al 4-3-1-2 e la squadra ha espresso un calcio fantastico. Questo è un gruppo che ha sempre lottato e sudato per la maglia anche nelle grandi difficoltà. Il pari dispiace ma mi tengo la prestazione: bisogna migliorare sugli episodi. Con tutti i problemi che stiamo vivendo dalla prima giornata ad oggi siamo a 5 punti dalla prima, il cammino è quello giusto». Si è vista la gara che avevate preparato? «Sul piano tattico sapevamo che loro abbassavano i due centrocampisti e si alzavano con il quarto, abbiamo chiuso bene le traiettorie di passaggio. Abbiamo preso gol su rigore inesistente, ma avevo chiesto alla squadra una partita gagliarda, di qualità e l'abbiamo fatta creando tante palle gol. Gli episodi fanno la differenza e l'abbiamo pagata, ma faccio i complimenti ai miei giocatori perché hanno dato tutto. Questo è un gruppo unito, spero che chi è reduce dal Covid possa stare bene presto». Una trasformazione rispetto a Gubbio. «Ogni partita va sempre preparata al massimo, ma analizziamo le situazioni. Di questi ragazzi, 8/11 giocano sempre, il Carpi ad esempio ne ha cambiati 5-6, cose che noi non possiamo permetterci. Tartaglia è rientrato e sta dando il massimo come Pablo, Calvano e Giorico erano al 50%. Ci vuole equilibrio ma sono convinto che con cattiveria e serenità si può arrivare fino in fondo. Un gruppo così unito io non lo ho mai avuto: si gioca per l'allenatore e l'allenatore gioca per la squadra». Ora inizia il ciclo terribile. «Cerchiamo di recuperare tutti perché solo a rosa completa puoi gestire molte situazioni, i cambi in primis»

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