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VENERDÌ 8 MARZO 2024

-  Sfida tra deluse quella che domenica alle 18 vedrà Treviglio scendere sul parquet del PalaTrieste. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", società ambiziose, proclami di partenza mortificati da una stagione disputata nettamente al di sotto delle aspettative che ha probabilmente toccato il suo culmine domenica scorsa con le sconfitte rimediate contro Latina e Chiusi, ultime in classifica dei due gironi. Toccato il fondo non resta che risalire, per entrambe lo scontro diretto rappresenta un'occasione di riscatto.

A Trieste, in attesa del rientro di Reyes che dovrebbe tornare a disposizione a Torino, il prossimo 22 marzo, dopo le finali di coppa Italia, si cerca di tornare alla normalità dopo una settimana complicata. Finita nel mirino di un ambiente sempre più deluso da una gestione che settimana dopo settimana si sta confermando incomprensibile, è intervenuto il presidente di Csg Richard De Meo che ha rivolto un appello ai tifosi. Dopo sette mesi di chiacchiere, è arrivato il momento dei fatti. Servono risultati e prestazioni all'altezza, non sarà facile in un palazzetto che domenica sarà decisamente poco propenso ad accettare ulteriori scivoloni da parte della formazione di Jamion Christian.

Treviglio, reduce dal sorprendente passo falso rimediato al PalaFacchetti contro Chiusi, si presenterà senza il lungodegente Miaschi ma dovrebbe recuperare il resto della rosa. Curiosità per rivedere al PalaTrieste AJ Pacher, americano che lo scorso anno ha vestito per 17 gare la casacca biancorossa per poi passare prima a Cremona e in questa stagione a Treviglio.

- La Triestina ha riscoperto di essere una squadra che, qualora non dimentichi negli spogliatoi la vis agonistica, può giocarsela con tutti o quasi. Lo scrive Ciro Esposito: questo è il segnale arrivato dalla trasferta vittoriosa di Fiorenzuola. Ci voleva un risultato eclatante dopo quasi due mesi di digiuno ma soprattutto serviva una prestazione di livello. Un solo episodio positivo non basta dopo tutto quello che si è visto ed è successo nelle ultime gare della gestione Tesser e nella sequenza di debacle collezionate in serie da quella di Bordin. È superfluo sottolineare come alla fine siano sempre i giocatori a muovere i destini del campo e per lasciare alle spalle il periodo nero dovranno proseguire sulla strada imboccata. Se l'atteggiamento e la concentrazione di tutti o di gran parte non viene a mancare la qualità quasi sempre si impone sull'avversario. Nel caso in questione il Fiorenzuola, anche dopo il ritorno di Tabbiani, naviga in cattive acque ed è di molto inferiore per caratteristiche tecniche e per profondità della panchina (nonostante l'Unione sotto questo aspetto sia meno attrezzata di quella di dicembre) a questa Triestina. La scansione dell'andamento del match è stato indubbiamente propizio agli alabardati. La rete in apertura di Malomo bissata a breve distanza da quella di Rizzo splendida per esecuzione, sommata poi nella ripresa all'espulsione di Nelli sono fatti tutt'altro che irrilevanti. Ma gli episodi favorevoli arrivano solo quando una squadra è presente e viva sul terreno di gioco. Se si gioca come a Lumezzane, tanto per fare un esempio, la sorte tende a svilupparsi sul fronte avversario. Invece la Triestina, che ha cominciato bene come in parte aveva fatto anche in minima parte contro il Legnago o con il Renate, ha mostrato attenzione tattica, mobilità anche nel gioco senza palla e grande capacità di ripartire. Dopo giorni di lavoro, esperimenti e riflessioni, Bordin ha trovato una soluzione tattica che convince almeno quando sono da affrontare squadre non molto strutturate. Il compito di El Azrak da centrocampista aggiunto con la palla tra i piedi avversari e da trequartista in avvio di fase offensiva, ha dato equilibrio e ha consentito rapidi rovesciamenti di fronte favoriti anche da un Lescano molto attivo. Purtroppo Redan come terminale delle ripartenze non ha concretizzato le tante chance offerte dalla gara e questo avrebbe potuto mettere nei guai la squadra. La capacità tuttavia degli alabardati di costruire una mezza dozzina di palle-gol è la dimostrazione di una squadra le cui potenzialità non sono state espresse nell'ultimo periodo di campionato. Un campionato che, nonostante la comprensibile delusione dei tifosi, non è ancora da buttare o meglio è da vivere fino in fondo e soprattutto da giocare con dignità e professionalità.

Insomma non c'è da stappare bottiglie di champagne ma da prendere atto che questa squadra può e deve ancora esprimere i valori per i quali è stata costruita e che si sono visti nel girone d'andata. A ogni partita si faranno i conti perché dall'atteggiamento di tutti si potrà capire su quali basi anche agonistiche si svilupperà il piano pluriennale delineato finora dalla società.

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