SandroWeb Posted November 27, 2024 Report Posted November 27, 2024 MERCOLEDÌ 27 NOVEMBRE 2024 - Per Daniele Delli Carri nuovo direttore sportivo della Triestina continua a mancare solo qualche dettaglio, ma ieri la tanto attesa firma non è ancora arrivata. Come scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo", oossibile che collegata all'ok finale ci sia anche la questione della panchina dell'Unione. Non è un mistero che con l'incarico a Delli Carri, la posizione di Clotet sarebbe a forte rischio, ma per il nome dell'eventuale successore continuano a rincorrersi voci contraddittorie, fra le quali quella di un possibile ritorno di Tesser. Non solo ma il diesse in pectore (con l'avvallo di Menta) avrebbe già avuto un colloquio con il tecnico di Montebelluna ancora sotto contratto con la Triestina. L'ipotesi che Attilio, stimato dalla città e dai tifosi oltre che da Delli Carri, possa tornare da subito a guidare gli alabardati ha una sua fondatezza. Dipende dalla sua disponibilità e costituirebbe una svolta nella società che lo ha allontanato dieci mesi fa in maniera scomposta. ULTIMA DEGLI ULTIMI In ogni caso, se sarà confermato il ruolo di Delli Carri, la sua mission sarà di quelle da far tremare i polsi: cercare di portare alla salvezza, non solo attraverso una nuova guida tecnica ma anche con un robusto mercato di gennaio, una Triestina che al momento nel calcio professionistico italiano è l'ultima degli ultimi. La squadra alabardata non vince da 15 giornate e finora ha messo assieme una sola vittoria, 4 pareggi e ben 11 sconfitte. Tenendo conto dei punti conquistati sul campo, quindi 7 visto che l'Unione sta pagando anche un punto di penalizzazione, la Triestina è la squadra con meno punti di tutto il panorama professionistico italiano. Nel girone C ci sono due situazioni particolari: il Taranto ha solo 3 punti ma ne ha presi ben 10 di penalizzazione (ne ha fatti 13 sul campo). E poi c'è la Juve Next Gen che ha anch'essa 7 punti, ma in 15 partite. Altre situazioni critiche sono migliori di quella degli alabardati, come il Legnago a 9 punti nel girone B, oppure il Venezia a 8 punti in serie A, ma in sole 13 partite.? IL PEGGIORE FANALINO Ma anche esaminando i campionati a cui ha preso parte la Triestina negli ultimi anni, tutti i fanalini di coda avevano una classifica migliore, a parte un'eccezione che, come vedremo, lascia un barlume di speranza. Lo scorso anno, a questo punto della stagione, ultimo era il Novara con 11 punti, mentre l'Alessandria che poi sarebbe andato alla deriva ne aveva 12. Un paio di anni fa era stata proprio la Triestina a occupare dopo 16 giornate l'ultimo posto, ma all'epoca aveva 11 punti. Andando a ritroso c'erano poi il Giana a 12, l'Arezzo a 8, il Fano a 10 e l'Albinoleffe a 12, finché si arriva al precedente promettente. IL PRECEDENTE Nel primo anno del ritorno della Triestina in C, stagione 2017/18, dopo sedici giornate il Fano aveva appena 7 punti, eppure alla fine si salvò senza nemmeno passare per i play-out: i marchigiani chiusero a 38 punti in 34 partite (nel girone c'erano 19 squadre ma poi il Modena fu escluso), mettendosi cinque squadre alle spalle. E giocando meno partite, ebbe ancora meno tempo dell'Unione per risalire la china. Eppure ce la fece. AMMENDA DI 2MILA EURO Dal giudice È arrivata intanto per la Triestina un'ammenda di 2mila euro: ai soliti contro le istituzioni dello stato, stavolta si sono aggiunti lanci di bottigliette in campo ma soprattutto l'episodio del tifoso della Curva Furlan che, dopo la rete del Renate, è entrato in campo e «arrivato nei pressi del dischetto di rigore, poneva in essere un gesto osceno (ha mostrato le terga, ndr)». - Fermo da quasi un anno dopo la lunga esperienza sulla panchina della Bertram Tortona, Marco Ramondino (intervistato da Lorenzo Gatto) ha sfiorato nei giorni scorsi il ritorno in serie A. Lo voleva Napoli, a caccia di un coach di talento ed esperienza per sostituire il croato Milicic e dare una svolta alla stagione, alla fine ha deciso di rimanere alla finestra, in attesa di qualcosa di diverso. Dal suo osservatorio di Casale Monferrato, dove vive, il coach avellinese sta guardando con grande interesse la prima parte di una stagione che, confermando premesse e promesse della vigilia, si sta confermando molto interessante. Allora Ramondino, cosa l'ha colpita in questo inizio di campionato? «Credo che vadano spese parole importanti per la Dolomiti Energia perché è indubbio che Trento ha iniziato la sua stagione in modo incredibile. Vincere otto partite di fila è un'impresa che va evidenziata, ancor più se i risultati sono accompagnati da una pallacanestro di grande qualità. Giocano bene, corrono tanto ma sempre con raziocinio e usando la testa, muovono molto bene la palla coinvolgendo tutti i giocatori. Risultati che fanno ancora più impressione se pensiamo che oltre al campionato devono affrontare anche un impegno tosto come quello dell'Eurocup, un torneo duro che assorbe tante energie fisiche e mentali». Dietro la capolista, oltre alle solite note, quali squadre hanno saputo mettersi in mo stra? «Sfruttando anche il fatto di non avere impegni nel corso della settimana, Brescia, Trieste e Trapani stanno facendo vedere cose interessanti. Sono squadre costruite bene, che giocano un basket coerente con la filosofia che le ha portate a scegliere un determinato tipo di giocatori». Parlando solo di Trieste, che impressione le sta facendo la formazione di Jamion Christian? «E' una squadra che per il tipo di pallacanestro che propone è bella da vedere e mi piace davvero tanto. I risultati la stanno premiando e direi che questo non è un caso. Si vede una logica e una coerenza nel lungo periodo, si vede il lavoro di una società che viene da lontano. Trieste ha costruito con pazienza nella scorsa stagione, in questa ha scelto giocatori esperti e di grande qualità e adesso raccoglie i frutti». In una stagione in cui Milano e Bologna stanno facendo fatica, c'è spazio per qualche sorpresa? «C'è spazio, come c'è stato nelle ultime stagione in cui formazioni come Brescia, Reggio Emilia e Tortona hanno saputo mettersi in mostra. L'Eurolega toglie molte energie fisiche e mentali a Milano e Bologna, inevitabilmente nel corso dei mesi queste squadre qualcosa devono concedere al campionato. Durante la stagione regolare, giocare quattro volte a settimana rende impossibile trovare gerarchie nel roster ed equilibrio in campo. Con l'arrivo dei play-off i valori tendono poi a normalizzarsi». Pensando al prosieguo della stagione, cosa c'è nel futuro di Marco Ramondino? «Resto in attesa, l'obiettivo sarebbe quello di trovare un posto nel quale ci sia voglia di migliorare. Personalmente, mi piacerebbe provare a fare un'esperienza all'estero, trovare una squadra che mi consenta di confrontarmi con un altro stile di pallacanestro rispetto a quella a cui sono abituato. In Germania si gioca una pallacanestro più veloce, in Spagna le squadre hanno due lunghi veri e un'impostazione differente, in Turchia il basket è ancora differente. Sarebbe una bella occasione di crescita sia da un punto di vista professionale che personale». Quote
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