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Diciamocelo francamente!

Il proliferare delle linee aeree “low cost” è una tentazione troppo grande per non sfruttare le enormi possibilità che vengono offerte. Basta essere lungimiranti ed avere un minimo di capacità organizzative! Si possono aprire scenari veramente interessanti a fronte di costi veramente irrisori.

E così, dopo aver sfruttato le tratte di Oslo, Copenaghen, Düsseldorf, Madrid ed altre per ragioni musicali (leggasi concerti o festival) questa volta ho fatto il “bravo” turista, lasciando il tipico abbigliamento da “metal head” nell’armadio per portare i panni del classico turista, più consoni per un viaggio con la propria moglie.

E così, con la scusa del mio compleanno, Cristina ed io siamo partiti per un mini tour dell’Andalusia. Chi viaggia con Ryanair deve fare attenzione ad una delle nuove regole fatte, si dice, per controbilanciare i costi ridotti dei biglietti. Infatti da fine giugno è obbligatorio effettuare in check in “on line” anche per chi viaggia con bagaglio da spedire. E per chi non lo fa … piccola ammendina da 40 Euri!

Partenza da BG in perfetto orario e arrivo all’aeroporto di Granada – Jaen accolti da un clamoroso clima simil sahariano! Fortunatamente la macchina presa a noleggio ha l’aria condizionata funzionante! Il navigatore “parla” solo in Spagnolo ma i vecchi ricordi dell’Erasmus a Santander mi permettono di gestire il viaggio senza alcun problema.

Certo che anche ‘sti “ragazzi” degli autonoleggi … Dov’era scritto che nel mio noleggio, rigorosamente “on line” fosse previsto il pagamento anticipato del gasolio? E se avessimo fatto solo pochi chilometri? Avremmo dovuto pagare il pieno pur avendo consumato solo pochi litri? La riposta è positiva! Quindi fate attenzione alle condizioni quando completate i contratti di noleggio.

Comunque iniziamo la prima parte del viaggio verso Córdoba con tappa a Noja, sperduto paesino della provincia di Granada dove ci fermiamo a mangiare al ristorante “El Mirador”. Il nome è un programma ed infatti si gode di una visuale da “urlo”. Il pranzo è discreto anche se l’amore degli iberici per l’ajo (aglio …) poco si addice con le mie abitudini culinarie. 40 Euro in due, primo e secondo comunque non è male! Il ristorante dispone anche di un albergo e siccome l’unico “buco” nella programmazione del tour è proprio quello dell’ultima notte decidiamo che sulla strada del ritorno dormiremo li. 40 Euro per una doppia non è così male! E siamo a 35 km dall’aeroporto.

Proseguiamo il viaggio ed arriviamo a Cordoba con l’inquietante numero “37” che fa capolino nel computer di bordo al momento di segnalare la temperatura. L’albergo “Los Faroles” si trova in pieno centro ma i rigorosi sensi unici del centro rendono la missione quasi impossibile. Le strade sono strettissime e la manovra per entrare nel parcheggio dell’albergo non è delle più semplici.

Problematiche insignificanti per un pilota ;-)

La stanza non è particolarmente grande ma è arredata con gran cura e pulitissima. L’aria condizionata è un must per gli alberghi della “sartén de España” com’è chiamata Córdoba. Sono da poco passate le 10, l’ora giusta per pensare alla cena (in Spagna è impensabile cenare prima delle 9 e l’orario limite cresce man mano che ci si sposta verso sud). Su indicazione della “piacevole” receptionist ci rechiamo alla “Taberna Salinas” a pochi passi dalla famosa Plaza de la Corredera, incantevole piazza circondata da portici che ricorda tantissimo Plaza Mayor di Madrid.

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Bando alle ciance! Una delle poche cose che ricordo della mia precedente visita a Córdoba è la delizia del “rabo de toro”, si proprio la coda del toro. Lasciate la polemica su tori e corrida a chi vive per queste ca##ate! Il piatto è prelibato e pur essendo un po’ fuori stagione non può essere tralasciato. La cena è a base di “raciones” i classici assaggini scelti tra decine e decine di leccornie! A partire dal salmorejo, tipica “zuppa” estiva a base di pomodoro, pane e …. aglio, dal revuelto il tipico uovo strapazzato con ogni tipo di aggiunta, dall’immancabile tortilla la frittata che a chiamarla così alla gallina vengono le piume dritte, dall’eccezionale morcilla il nostro sanguinaccio, per finire al flamenqin una specie di involtino primavera ed all’araña a la plancha. Da buon aracnofobico, alla lettura di questa prelibatezza inizio a sudare! Ragni alla griglia non ne ho mai visti e vorrei continuare a vivere senza provare l’ebbrezza di vederli ….. Alla fine “todo bién”! L’araña è in realtà un pesce … Il tutto è annaffiato da un paio di cruzcampo gelate! Quant’è buona la birra quando fuori ci sono quasi 40 gradi. I piani per il giorno successivo prevedono una levataccia per cui rientriamo in tempo per essere coinvolti in una discussione calcistica con alcuni fans del Madrid! “Kaká ya no está allí, está en Madrid” cantano …. Mi devo consolare dicendo che abbiamo comprato Zigoni???? Povero Milan .....

Sveglia Fantozziana e partenza vero il centro della cittadina ed i suoi vicoli strettissimi e pieni di fiori.

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Córdoba è stata per più di 500 anni sotto il dominio arabo e se ne vedono le conseguenze. Sullo sfondo domina la Mezquita e ci arriviamo prima dell’orario di apertura. Si tratta del monumento + importante di Córdoba e presenta la caratteristica di una fusione artistico religiosa tra lo stile musulmano e quello cristiano. Per chi non lo sapesse, all’interno della moschea è stata costruita una cattedrale, senza però distruggere la struttura preesistente. Al contrario lo stile architettonico mudejar nasce come una fusione tra il vecchio musulmano ed il nuovo, creando delle strutture particolari e piacevoli.

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Ero già stato alla Mezquita nel 1991 ed avevo fatto delle foto delle quali ero molto orgoglioso. Il tempo che passa dovrebbe essere sinonimo di saggezza … sento la mia Canon + affidabile della “usa e getta” da studente universitario squattrinato che usavo all’epoca. E i risultati si vedono.

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A poca distanza “los alcazares de los reyes católicos” (giardini reali) costruiti poco dopo la riconquista nel 13° secolo e la cacciata "dei mori" (che a Granada sono rimasti fino alla fine del XV secolo!).

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Sempre in zona il famoso “barrio judío” reso famoso dalla presenza dei pittoreschi cortili addobbati con fiori di tutti i colori e impreziosito dall’attività degli artigiani locali.

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E’ tempo di partire! Il prossimo obiettivo è Cadice che dista 260 km da Córdoba. Fortunatamente la “autopista” non presenta particolari difficoltà e pur essendo dotata di due sole corsie, il traffico è scorrevole. Un piccolo problema in prossimità di Sivilla … 7 km di coda …. Ma ci pensa la signorina del navigatore! Una scorciatoia lungo la statale ci riporta sulla E5 senza problemi.

Tappa obbligata a Jerez de la frontera, (l’antica Xera dei Fenici) località rinomata non solo per essere sede del moto mondiale o di una famosissima scuola di equitazione ma specialmente per essere la “patria” del sherry, un vino assolutamente tipico da non confondere con il “cigliegioso” cherry. Si tratta di un vino secchissimo che può essere di tre tipi diversi i più famosi dei quali sono il Fino e la Manzanilla (ATTENZIONE che in Castellano vuole anche dire camomilla). Tio pepe, Domecq, Sandeman, Osborne….. sono solo i nomi delle principali cantine in cui si può assaporare questo particolare vino (ed altro …). Fortunatamente Cadice dista solo pochi km e a qust’ora del pomeriggio non ci aspettiamo di trovare posti di blocco della “guardia civil”.

Cadice è considerata la città + antica dell’occidente con 3.100 anni di storia. La caratteristica principale è quella di essere circondata dal mare da tre lati, una sorta di penisola che ha come legame alla terra ferma la “zona nueva” con le meravigliose spiagge ed i lussuosi hotel.

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Non si tratta della Spagna “cachondea” di Ibiza, Palma, Benidorm o dei vari villaggi turistici della Catalunya. Cadice vive anche di turismo ma prevalentemente si tratta di turismo locale, vuoi per le distanze con il resto dell’Europa (ci troviamo ai piedi del continente) vuoi per una certa mancanza di fama all’interno del ranking turistico Spagnolo. E, opinione personale, speriamo continui così a lungo. La città delle 1.000 contraddizioni! Dal dialetto incomprensibile all’assenza quasi totale di persone che parlino Inglese. Dagli antichi viali modernissimi della zona delle spiagge agli stretti vicoli del centro storico, dai lussuosi hotel ai ristoranti “di strada”.

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Cadice vive nelle proprie vie, nelle proprie piazzette, luogo di incontro e socializzazione tra giovani e meno giovani. Il tutto su una zona di 4 chilometri quadrati legati alla terraferma dal lungo corridoio delle spiagge e dei moderni alberghi. I vicoli della zona vecchia di Cadice sono stretti ma affollati. All’improvviso si arriva in queste enormi piazze che uno si domanda come fa ad esserci tanto spazio in una zona così limitata. Fiori, colori, vita e tanto dialetto locale, con tutte le frasi intercalate dal classico “picha” una sorta di traduzione del nostro “mona” usato in modo amichevole o minaccioso a seconda delle circostanze. Un consiglio: non andate ad usarlo in altre parti della Spagna: non capirebbero cosa state dicendo!

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Parlare dettagliatamente di Cadice richiederebbe troppo tempo per descriverne tutti gli aspetti. Posso solo aggiungere di aver mangiato il miglior pesce della Spagna (andate alla taberna del tio de la tiza … se riuscite a trovarla tra i dedali del centro di Cadice e poi vedrete un po’ se darmi ragione) con delle cozze talmente saporite da superare quelle del mitico Gracjano di Rovigno!!! IL tutto a dei prezzi clamorosi! E non mancate di bere la classica manzanilla come aperitivo.

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Il tempo vola…. L’ultimo giorno è arrivato e così riprendiamo la macchina per iniziare la parte finale del nostro tour: obiettivi Gibillterra, Ronda e, alla fine, l’albergo di Noja. Prima di iniziare vorrei sottolineare un difetto di Cadice. Non sperate di trovare un parcheggio nel “casco antiguo”. Noi abbiamo lasciato la macchina nel parking dell’albergo e ci siamo sempre spostati in taxi. 5 euro per 10 minuti, dall’albergo fino al centro … non male ;-)

Il canale che unisce la zona tra Cadice e la terraferma è dotato di un ponte levatoio per quando passano le navi. Ovviamente quando siamo arrivati …..

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Ma non c’era nessuna fretta. La strada che porta verso Algeciras e, da li, a Gibilterra, è un po’ più vivace rispetto a quella fatta un paio di giorni fa. Ai nostri lati piantagioni di pomodori e ulivi dominano l’arido paesaggio. L’arrivo nella zona di Gibilterra ci riporta al contatto con la realtà presentandoci degli inquietanti casermoni che, associati alla presenza dei sudditi di Sua Maestà, ci tolgono quasi la voglia di proseguire.

Avessimo dato ascolto alle nostre sensazioni!

All’entrata in Gibilterra (vi ricordo che usciamo dalla Spagna, per cui è necessario il passaggio della frontiera) ci sono centinaia di auto in paziente attesa che l’unico (ho detto UNICO) posto di blocco esamini i documenti. Alla fine, dopo circa un’ora, riusciamo a passare. Entriamo in territorio “British” e ci rechiamo verso la funivia che ci permetterà di raggiungere la famosa rocca di Gibilterra. Famosa per la bellezza, per il paesaggio mozzafiato, per le simpaticissime scimmie, per la meno simpatica querelle con il governo Spagnolo (che vorrebbe riprendere possesso dello strategico territorio) ma non certo per la rapidità di salita dato che, complice una nave da crociera attraccata da poco in porto, ci sono almeno 50 minuti di coda! Vengono in nostro “soccorso” gli autisti di un servizio locale (autorizzato, non siamo in Italia) di jeep per turisti che ci propongono l’ascesa in macchina con guida a 40 Euro a testa. Accettiamo!

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Ed è stata la miglior scelta del giorno dato che il servizio è stato perfetto e completo a differenza dei malcapitati passeggeri delle funivie che pagavano si un prezzo ridotto ma non avevano accesso alle grotte ed al tunnel..Partiamo sulla jeep con due famiglie della Florida (le Key West sembrano essere un altro posto abbastanza carino da visitare ed una Londinese (che per me potevano essere anche turchi visto il mio livello di comprensione del loro slang londinese). Le strade sono strettissime e ripidissime. L’autista non manca al suo compito istituzionale di guida e ci descrive la storia di Gibilterra. In pratica i locali odiano gli Spagnoli e si sentono Inglesi a tutti gli effetti (pur parlando Spagnolo tra di loro ….). Il loro obiettivo primario è l’indipendenza ma senza una solida base finanziaria sarebbero rovinati per cui ben venga la “sponsorizzazione” da parte di Buckingham Palace. L’autista ci chiede la provenienza ed al sapere che sono di Trieste si mette a ridere perché anche suo padre è nato a Trieste!

Com’è piccolo il mondo!

Suo padre faceva parte della forza Inglese che rimase a TS fino al 1954. In quel periodo conobbe uns triestina che diventò sua moglie e da cui ebbe un figlio. Il nostro autista! Mancava solo che el me disesi “come xe, bimbin!”

Gibilterra è stata una mezza delusione. Se togliamo la vista da brivido, l’unico punto degno di nota è stato l’assalto delle scimmie, perfettamente sotto controllo da parte della nostra guida – autista – chauffeur. In pratica il turismo è talmente intenso che le scimmie sono perfettamente abituate alla presenza dell’uomo ed insistono con gli autisti per poter avere qualcosa da mangiare oltre alla montagna di cibo garantita dalla Corona. Le scimmie si fidano delle guide e così, quando la guida fa loro cenno di salire sulle spalle del turista, la scimmia ubbidisce, assaporando già la nocciolina che arriva in un batter d’occhio!

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Si tratta, in effetti, di cuccioli di minime dimensioni che effettivamente non possono arrecare alcuna minaccia … almeno finché non crescono! Non so cosa sia successo ma mentre tutti avevano il piacevole contatto con animali di dimensioni irrisorie come questo

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A me è toccato un incontro ravvicinato del secondo tipo con questo energumeno! Non me l’aspettavo (e credo si possa vedere) e posso giurare che era pesantino.

Prima che decidessi di mettere le mani addosso al macaco causando con molta probabilità un seccante incidente diplomatico, il macaco stesso ha pensato bene di andare a mangiare il cibo che sicuramente non gli mancava tralasciando la nocciolina riservata a quelli + piccoli….

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Dopo la gita alle grotte ed al tunnel siamo ritornati al posteggio e siamo partiti in direzione Ronda, famosa meta turistica dell’Andalusia situata su un impressionante strapiombo.

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Ma …

Avevamo fatto i conti senza i sudditi di Sua Maestà, dato che il posto di blocco non era stato potenziato. Morale della favola 75 minuti per uscire da Gibilterra! Come se dall’Ausonia uno ci mettesse 75 minuti per arrivare in stazione ….. Ecco perché anni fa un amico mi disse: “meglio lasciare la macchina prima del confine”! Parole Sante (subito!) che voglio condividere con voi.

Il vedere inizialmente da lontano la lentezza con cui venivano espletate le procedure di uscita da Gibilterra, mi ha portato ad auspicare 3 cose:

1) il crollo della rocca (e con esso quello della scimmia che mi è finita in testa insozzandomi la Tshirt)

2) Il ritorno della sovranità spagnola sulla rocca (non è possibile richiedere il pagamento in Sterline a Gibilterra).

3) Malattie fastidiose ma non terminali ai solerti simil “Bobby” che sembravano rallentare le operazioni di uscita dal territorio.

Alla fine il progetto Ronda salta miseramente, a causa della distanza chilometrica. Quando arriviamo in prossimità di Marbella, p ensiamo di rifarci andando a bere un caffè ( birra) sulla strada che ci porta verso la ultima notte in albergo. Mah!

Se quella è la perla del mediterraneo …. Tralascio ogni commento a proposito della schifezza che ci siamo trovati davanti agli occhi! Giusto il tempo per una pausa tecnica e poi VIA, il + lontano possibile, il + presto possibile! Chissà forse abbiamo visto la “periferia” di Marbella ma il pensiero non può che tornare alla splendida spiaggia di Cadice!

Arrivati a Noja, cerchiamo un ristorante dove, magari, cucineranno il pesce senza l’aglio. E lo troviamo. Il ristorante è aperto solo per noi ma mangiamo pesce alla stragrande! Il prezzo, al solito, 40 Euro!

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La mattina dopo ci svegliamo con un sentimento contrastante: tristi perché una piacevole vacanza sta per arrivare al suo momento finale, felici perché l’albergo sulla spiaggia di Cadice di aspetta! Il prossimo anno!

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E se, poi, la rocca cadesse veramente ……

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